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Notiziario Marketpress di Giovedì 24 Ottobre 2013
 
   
  LOMBARDIA: PSR, LE LINEE GUIDA DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE

 
   
   Milano - "Il Programma di sviluppo rurale è un importante strumento di sostegno, ma non è la bacchetta magica" ha messo in chiaro il direttore generale dell´Assessorato all´Agricoltura Franco Picco durante il suo intervento al convegno ´Costruiamo il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Lombardia´. La riforma della Pac e l´incertezza, a oggi, sulla ripartizione dei fondi a livello nazionale, invita alla cautela. "Tuttavia, per effetto della convergenza interna - ha reso noto Picco - in Lombardia si prevede un calo medio dei premi diretti del 35 per cento, tanto che le nostre stime vedono una riduzione della Pac dagli attuali 567 milioni a 341 milioni nel settennato 2014-2020, ai quali dovrebbe aggiungersi una quota di compartecipazione, che però ad oggi la Legge di stabilità ne impedisce lo stanziamento". I Nuovi Temi Di Interesse - "Il Psr non è già scritto, ma vogliamo raccogliere i contributi per una stesura condivisa - ha detto Picco - basandoci su alcuni elementi fondamentali, che vanno appunto dal dialogo con gli stakeholders al contesto sociale, economico, territoriale, ambientale, al contesto normativo". Fra i temi rilevanti, il Psr 2014-2020 pone l´attenzione su questioni di rilevanza europea (climalterazione, ozono, inquinanti locali), di interesse generale (giovani, risorse idriche, suolo) e prettamente territoriali (aggregazione, cooperazione, rete, redditività, efficienza, sostegno all´agricoltura di montagna, difesa e recupero del paesaggio agricolo e rurale). "Fra le parole chiave che abbiamo posto al centro della discussione del prossimo Psr - ha riassunto Picco - ci sono la sostenibilità, la competitività, la progettualità, l´innovazione, la rete, la concentrazione e il legame col territori. Elementi che cercheremo di valorizzare attraverso bandi specifici, progetti complessi negoziati e una valutazione del merito". Il Settore Agroalimentare In Lombardia - Il Psr 2014-2020 si inserisce in un quadro che vede la Lombardia ancora al vertice dell´agricoltura italiana, come ha precisato Roberto Pretolani, ordinario di Economia agraria ed estimo dell´Università di Milano. "La redditività agricola è in forte calo - ha dichiarato - ed è passata dal 60 per cento degli anni Novanta all´attuale 45 per cento, mentre il valore aggiunto rimane stabile. La Lombardia va comunque un po´ meglio rispetto all´Italia e all´Unione europea, con la produzione che, nell´ultimo decennio, è aumentata del 3,5 per cento, a fronte di una crescita del 14 per cento e dell´8 per cento dei decenni precedenti, sulla spinta della cosiddetta ´rivoluzione verde´". In termini numerici - ha precisato ancora -, "la superficie si è ridotta del 5 per cento nell´ultimo decennio, le aziende sono calate complessivamente del 21 per cento, del 12 per cento se si considerano le imprese iscritte alla Camera di commercio". Meno 120.000 Ettari In Vent´anni - Le aziende professionali sono circa 15.000 in Lombardia (il 27 per cento del totale) e hanno una superficie media di 8 ettari in più rispetto alle aziende di sussistenza (che invece sono il 40 per cento del totale). E proprio le aziende di sussistenza coprono il 14 per cento della superficie, ma producono solo il 5 per cento del reddito. "Negli ultimi vent´anni sono stati persi 120.000 ettari, 6.000 ogni anno, cioè 16,5 ettari al giorno - ha detto Pretolani - e questo non solo per effetto del consumo di suolo, ma anche per abbandono nelle zone di montagna". L´esercito degli imprenditori agricoli lombardi ne conta 16.000 sopra i 65 anni di età, con una potenzialità però di 12.000 giovani imprenditori che potrebbero subentrare. "I giovani - ha detto il professor Pretolani - rappresentano il 14,5 per cento degli imprenditori lombardi e sono più presenti nelle zone montane e collinari. Rispetto ai colleghi adulti vantano un titolo di studio più alto: due su tre, infatti, ha un titolo di scuola superiore, mentre il 12 per cento è laureato". I giovani, inoltre, "hanno molta più propensione di aderire al Programma di sviluppo rurale".  
   
 

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