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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Ottobre 2013
 
   
  UMBRIA JAZZ: "BELLA MUSICA", UN ARTICOLO DI TED PANKEN DEDICA 5 PAGINE DI "DOWN BEAT" AL QUARANTENNALE DELLA MANIFESTAZIONE

 
   
  Perugia, 28 ottobre 2013 - S´intitola "Bella Musica" (in italiano) ed è dedicato all´edizione del Quarantennale di "Umbria Jazz" l´articolo che Ted Panken, uno dei maggiori critici americani di jazz, ha scritto per "Down Beat Magazine", una rivista che è considerata una vera "bibbia" per gli appassionati. Ben cinque pagine della rivista su un evento - come scrive Ted Panken -, "che per quarant´anni ha favorito la crescita della vibrante panorama jazzistico italiano". Ripercorse le origini e la storia della manifestazione attraverso il racconto e i "flash backs" del direttore artistico della manifestazione, Carlo Pagnotta, Ted Panken ricostruisce e commenta con la usuale raffinatezza (sulla base di interviste a protagonisti del jazz italiano come Gabriele Mirabassi, Giovanni Guidi, Danilo Rea, Giovanni Tommaso, Roberto Gatto e Paolo Fresu) il cammino di "Umbria Jazz" dal punto di vista musicale, che negli anni ne ha strutturato la peculiare fisionomia, facendone una sorta di "ponte fra il jazz americano e quello italiano". Anche se, secondo Gabriele Mirabassi, "il jazz italiano non è una comunità. Noi - dice - non facciamo dibattiti su ciò che siamo, dove vogliamo portare la nostra musica". Un concetto ribadito a "Down Beat" anche da Fresu: "il nostro jazz ha una caratteristica di indipendenza e di individualità (come disse una volta Bollani, ´nel jazz italiano ciascuno è un´isola per se stesso´), che è fantastica: perché tu puoi cercare di mescolare tutte queste esperienze: gente che suona la nuova ´bebop music´, o fa jazz con la musica di Napoli, o con la ´chanson´, o con la musica mediterranea". In un affettuoso ritratto di Carlo Pagnotta, Ted Panken paragona il "modus operandi" del direttore artistico a quello di un "aristocratico conoscitore, in una sorta di città-stato preunitaria, che mette insieme un evento, armonizzando suoni e personalità con gli spazi a disposizione". "Presentai l´idea del Festival alla Regione Umbria nel 1972 - ricorda Pagnotta al grande critico -, e sono stato fortunato a trovarci la gente giusta, i politici giusti, perché un festival di questo genere è impensabile senza contributi pubblici e grossi sponsors. Questo - ha aggiunto - è uno dei pochi ´big events´ in Italia di cui si possa dire che un terzo del budget è coperto da denaro pubblico, un terzo dai privati e un terzo dalla vendita dei biglietti. Il Ministero della Cultura a Roma dà al jazz solo ´noccioline´, mentre spende una fortuna per la musica classica. Intendiamoci, niente contro la musica classica, ma lì ancora non si rendono conto che il jazz è la musica classica del ventesimo secolo".  
   
 

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