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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Marzo 2007
 
   
  PROGETTO UE ESAMINA IL MONDO DEI GIORNALISTI CON BASE A BRUXELLES

 
   
  Bruxelles, 14 marzo 2007 - Le attività di comunicazione dell´Unione europea e il lavoro svolto dai corrispondenti Ue sia a Bruxelles che nel resto d´Europa sono stati i temi su cui si è incentrato il progetto finanziato dall´Unione europea Aim (Adequate Information Management - gestione adeguata dell´informazione), ormai prossimo al termine. Gli organi di stampa presenti a Bruxelles sono tra i maggiori al mondo, poiché riuniscono più di 1 000 giornalisti di oltre 60 paesi. Attraverso interviste a un campione di giornalisti che lavorano a Bruxelles, i partner del progetto hanno cercato di capire quale opinione hanno questi professionisti riguardo agli sforzi di comunicazione dell´Unione europea nonché quali siano i metodi di lavoro da essi seguiti. Uno degli aspetti chiave che sono emersi dal progetto è l´eterogeneità delle culture giornalistiche che confluiscono a Bruxelles. I nuovi arrivati, tuttavia, devono adeguarsi a un certo livello di omogeneizzazione tra le diverse culture. Inoltre, non tutti i giornalisti sono uguali; alcuni, infatti, hanno più voce in capitolo di altri. Intervenendo alla conferenza conclusiva del progetto Aim svoltasi a Bruxelles, Paolo Mancini, dell´Università di Perugia, partner del progetto, ha spiegato che i giornalisti dei vecchi Stati membri tendono a dominare quelli dei paesi di più recente adesione, benché ora alcuni dei maggiori nuovi Stati membri come la Polonia stiano iniziando a esercitare maggiormente la loro influenza. Questa constatazione trova riscontro in un´altra delle tendenze individuate, ossia il dominio dei i paesi grandi su quelli piccoli. ?I giornalisti dei paesi più grandi hanno un potere maggiore poiché le fonti sono più interessate a parlare con loro?, ha affermato, rilevando che le pubblicazioni più importanti, di stampo più europeo che nazionale, esercitano un potere notevole. ?Il "Financial Times", ad esempio, è in grado di influire sul processo di raccolta delle notizie per gli altri giornalisti. ? I giornalisti dei paesi più piccoli, inoltre, spesso devono occuparsi di un maggior numero di questioni e, di conseguenza, per loro diventa tutto più difficile. I giornalisti, inoltre, si trovano ad affrontare una situazione per certi versi contraddittoria nella loro vita quotidiana, ha rilevato il professor Mancini. ?Vivono all´estero, si occupano di istituzioni internazionali e lavorano con molti stranieri, ma rispondono a un pubblico nazionale, ossia locale, di persone che si trovano in una cultura molto circoscritta?, ha spiegato. Una delle maggiori sfide cui devono far fronte tali professionisti è l´enorme quantità di informazioni provenienti dalle istituzioni, nonché il gergo utilizzato. Imparare a comprendere il gergo comunitario e a decidere quali informazioni sono pertinenti e importanti non è un´impresa facile per i giornalisti che arrivano a Bruxelles. Sulla scorta dei risultati ottenuti, i partner del progetto hanno formulato una serie di raccomandazioni volte a indicare all´Unione europea il modo di migliorare le sue attività di comunicazione. Tra queste figura l´idea che la Commissione europea tenga conto delle agende dei mezzi di comunicazione nazionali e fornisca una maggiore formazione nel campo delle comunicazioni ai suoi portavoce e ai suoi esperti in materia. Un altro aspetto importante evidenziato dallo studio è la riluttanza dell´Ue ad accennare a controversie e discussioni scaturite da conflitti interni per privilegiare una politica che mira a «parlare con una voce sola». Per i giornalisti, però, conflitti e controversie sono una fonte di articoli interessanti. Inoltre, i partner aderenti al progetto rilevano che, se ammettesse l´esistenza di questi dibattiti interni, l´Ue risulterebbe più credibile agli occhi dei giornalisti. «Un problema centrale dell´informazione europea dipende dalla misura in cui la Commissione è disposta ad accettare le controversie politiche come un dato di fatto e, pertanto, a renderle di pubblico dominio», scrivono i partner di Aim in una sintesi della relazione finale del progetto. «Il giornalismo potrebbe rendere un contributo molto maggiore all´aumento della trasparenza e dell´apertura se i giornalisti potessero conoscere meglio i meccanismi e le procedure decisionali. » Uno studio precedente del progetto Aim aveva esaminato la diversa copertura delle notizie relative all´Ue fornita dai media nei 10 paesi aderenti al progetto. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Aim-project. Net .  
   
 

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