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Notiziario Marketpress di
Lunedì 04 Novembre 2013 |
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REPORT MCAFEE ANALIZZA LA RELAZIONE TRA CRIMINALITÀ, SERVIZI DI VALUTA ELETTRONICA E CYBERCRIME
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Mcafee
ha reso disponibile il white paper intitolato Digital Laundry: An
analysis of online currencies, and their use in cybercrime che
rivela come le valute
elettroniche siano divenute un servizio fondamentale per il riciclaggio di
denaro. Prima che fosse chiuso, il servizio di moneta elettronica, Liberty
Reserve, è stato utilizzato per riciclare 6 miliardi di dollari, cifra che ha
portato alla più grande accusa di riciclaggio internazionale nella storia.
Liberty Reserve non andava per il sottile, consentiva l’anonimato e non
richiedeva la provenienza del denaro, attirando i criminali e arrivando a 55
milioni di transazioni illecite a livello globale per un milione di utenti.
Il caso di
Liberty Reserve è solo un esempio di come i criminali siano in grado di
sfruttare la valuta elettronica. All’interno del report Digital Laundry: An
analysis of online currencies, and their use in cybercrime i
ricercatori Mcafee hanno tracciato i vari passaggi di utilizzo da parte dei
criminali da una piattaforma di valuta virtuale all’altra, prima che Liberty
Reserve e il predecessore, e-gold venissero definitivamente chiusi.
Liberty
Reserve, infatti, non è l’unico servizio di valuta elettronica utilizzata dai
criminali, e la proliferazione di questi servizi favorisce la crescita della
criminalità informatica e di altre forme di sabotaggio digitale. Infatti, tali
valute espongono, oltre che al riciclaggio di denaro, anche ad attacchi mirati
su operazioni finanziarie e al malware sviluppato per i portafogli digitali.
Alcune valute, come Bitcoin, permettono di creare nuove monete attraverso un
processo noto come “mining”. Nel giugno 2011 un Javascript in grado di generare
Bitcoin (miner), consentiva ai siti ad alto traffico di impiegare computer dei
visitatori per produrre Bitcoin. In alcuni casi questo era evidente ai
visitatori, ma la procedura poteva anche essere attuata lasciandoli all’oscuro
creando quindi bot a tutti gli effetti. Un dipendente della E-sports
Entertainment Association aveva installato uno di questi “miner” su circa
14.000 computer per generare Bitcoin segretamente.
Anche se
questi servizi non rientrano nella classica denominazione di "criminalità
informatica", non c’è dubbio che molti crimini tradizionali ora vengono
perpetrati con strumenti tecnologici. Recenti casi di cronaca ci hanno
segnalato trafficanti di droga che assumevano hacker per entrare nei sistemi di
logistica della case farmaceutiche per cambiare la destinazione e i tempi di
consegna di alcuni farmaci – o di rapinatori di banche che hanno utilizzato uno
switch Kvm per facilitare il furto di oltre 1 milione di sterline.
Purtroppo i
tentativi di chiudere i servizi di valuta elettronica, fino ad oggi, hanno
portato i criminali semplicemente a spostare le proprie attività altrove, come
abbiamo visto nel caso di Liberty Reserve. I servizi di valuta virtuale offrono
grandi vantaggi anche agli utenti e sicuramente aumenteranno nei prossimi anni,
nonostante le sfide poste da attacchi Dos, dall´uso di questi per il
riciclaggio di denaro sporco. Se chiuderli significa perdere potenziali
investimenti e vantaggi, sottovalutare i rischi potenziali potrebbe costare
molto di più.
Info: http://www.Mcafee.com/us/resources/white-papers/wp-digital-laundry.pdf - http://blogs.Mcafee.com/mcafee-labs/cybercrime-more-than-ddos-and-malware - http://www.mcafee.com/
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