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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Novembre 2013
 
   
  STABILE IL SISTEMA DELLE IMPRESE TERNANE

 
   
  Terni, 5 ottobre 2013 - Tiene il sistema delle imprese provinciali. Al terzo trimestre 2013 il saldo tra aperture e cessazioni risulta lievemente negativo, per 7 unità, un dato statisticamente irrilevante. Al 30 settembre secondo la rilevazione Movimprese diffusa su base nazionale (a partire dai dati del Registro delle imprese) il bilancio anagrafico chiude cosi con 21.987 aziende iscritte in provincia di Terni. Anche su base annuale risulta irrilevante il tasso di crescita rispetto allo stesso periodo del 2012 (+0,36%), tuttavia più marcato rispetto al livello nazionale dove cresce dello 0,24%. “Certamente la crisi ha un ruolo forte in questo scenario, ma molte aziende escono dal mercato come conseguenza del fermo di liquidità che le attanaglia – sottolinea il Presidente della Camera di Commercio di Terni, Enrico Cipiccia – cosi, troppo spesso assistiamo ad un default imprenditoriale non per mancanza di fatturato o di validità delle produzioni. Su questo tema è urgente proseguire il confronto avviato tra mondo bancario, istituzioni e sistema delle imprese per traghettare il mondo produttivo al di là questa difficile congiuntura”. Il trimestre estivo anche a livello umbro segna una performance sostanzialmente positiva con un saldo tra nuove iscritte e cessate negativo per appena 46 unità. A determinare la tenuta del sistema delle imprese hanno concorso l’iscrizione di 319 nuove imprese. Si conferma significativo l’apporto della componente femminile nella provincia di Terni. Tra luglio e settembre infatti si sono registrate 112 nuove iscrizioni (che rappresentano ben un terzo del totale) e 94 cessazioni (nello stesso periodo di un anno fa le iscrizioni erano state 86 e 58 le cessazioni). Analizzando l’andamento delle imprese secondo la forma giuridica, emerge un arretramento delle ditte individuali (167 le iscritte tra luglio e settembre a fronte delle 243 del trimestre precedente) anche se restano in terreno positivo (26 le chiusure). Tra le società di capitali le iscrizioni sono fortemente superiori (81) alle cessazioni (22). Le imprese giovanili e la crisi Delle 21.987 imprese iscritte al 30 settembre, 2.269 sono giovanili (a guida cioè di un “under 35”) e al terzo trimestre segnano una performance positiva con 122 iscrizioni a fronte di 54 cessazioni. Dall’inizio dell’anno ne sono nate 388 mentre 181 non ce l’hanno fatta e hanno chiuso battenti. I settori, al terzo trimestre,in cui i giovani sembrano individuare le maggiori possibilità di successo sono quelli del commercio, delle costruzioni e dei servizi. Nella grande maggioranza dei casi si tratta di imprese individuali, la forma più semplice ma anche la più fragile per operare sul mercato. “Resiste la voglia di provarci nei giovani alle prese con la crisi. Voglia di fare impresa che risponde anche ad una richiesta di occupazione non soddisfatta dal sistema locale” conclude il presidente dell’Ente, Enrico Cipiccia. Hiave di lettura che trova riscontro anche nell’andamento nazionale delle imprese giovanili. La rilevazione Movimprese evidenzia infatti come la “culla” della vitalità imprenditoriale sia proprio il Sud del Paese dove ha sede ben il 38,5% delle nuove imprese under 35.  
   
 

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