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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Novembre 2013
 
   
  PRIVACY: SICUREZZA NEI SUPERMERCATI SENZA LEDERE LA DIGNITÀ DEI LAVORATORI - NEL MIRINO DEL GARANTE LE SOCIETÀ DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE CON SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA NON A NORMA

 
   
  La legittima esigenza di tutelare il patrimonio, di proteggersi da furti e rapine con impianti di videosorveglianza, non autorizza i supermercati a operare in violazione delle libertà fondamentali e della dignità di dipendenti e clienti. Lo ribadisce il Garante in seguito ai risultati di un´attività ispettiva nel settore della grande distribuzione, che ha rilevato come numerose società non avevano rispettato le garanzie previste dallo Statuto dei lavoratori, dalla normativa sulla privacy e dal provvedimento generale in materia di videosorveglianza predisposto dalla stessa Autorità. Dagli accertamenti disposti dal Garante, è emerso, ad esempio, che tra le società sottoposte ad ispezione, cinque non avevano ottenuto un preventivo accordo sindacale o richiesto l´apposita autorizzazione al competente ufficio del Ministero del lavoro. A tal proposito, l´Autorità ha sottolineato che non è sufficiente che i lavoratori siano stati informati o che abbiano addirittura acconsentito all´installazione del telecamere per far venir meno le specifiche tutele previste dalla normativa o lo stesso divieto di controllo a distanza. Una sesta società, a differenza dalle precedenti, aveva sì ottenuto l´autorizzazione dell´ufficio ministeriale ad installare l´impianto di videosorveglianza, ma non ne aveva poi rispettato tutte le prescrizioni. Dalle verifiche condotte, sia a campione sia in seguito a segnalazioni, dal Nucleo Speciale Privacy della Guardia di Finanza, sono state riscontrate anche altre violazioni: alcuni esercizi commerciali conservavano le immagini per un arco temporale non giustificato da esigenze specifiche (ad esempio, per ripetuti furti o rapine) così come invece stabilito dal provvedimento generale del Garante in materia di videosorveglianza. Due dei supermercati controllati dal Garante, inoltre, non avevano provveduto a segnalare adeguatamente la presenza delle telecamere con appositi cartelli o avevano omesso di indicare chi fosse il titolare del trattamento. Il legale rappresentante di un supermercato aveva addirittura dichiarato al nucleo ispettivo che l´impianto di videosorveglianza non era in funzione, salvo poi doversi smentire di fronte alle evidenze raccolte. L´autorità ha dichiarato illecito il trattamento dei dati personali effettuato dalle sei società tramite i sistemi di videosorveglianza e ha disposto che tutti gli esercizi commerciali si adeguino entro trenta giorni alle misure prescritte alla luce della normativa sulla privacy e dallo Statuto dei lavoratori. Sono in arrivo ulteriori provvedimenti nei confronti di altre società della grande distribuzione  
   
 

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