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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Novembre 2013
 
   
  RELAZIONE ANNUALE SULL´ESERCIZIO 2012 – RISPOSTE ALLE DOMANDE PIÙ FREQUENTI

 
   
  Lussemburgo, 6 novembre 2013 - La Corte dei conti europea (Cce) ha certificato i conti relativi al 2012? Sì. La Cce ha certificato i conti del 2012 come completi ed esatti, così come ha fatto sin dall´esercizio 2007. La Cce conclude che i conti 2012 presentano fedelmente, in tutti gli aspetti rilevanti, la situazione finanziaria dell’Ue e i risultati dell’esercizio. Ma, oltre a certificare che le entrate e le spese sono state presentate con esattezza nei conti, la Cce deve anche formulare un giudizio sul fatto che i pagamenti siano stati effettuati in conformità alla normativa applicabile. Per il 2012, come negli anni precedenti, la Cce non garantisce che questi pagamenti siano stati legittimi e regolari e ha formulato un giudizio negativo sulla regolarità della spesa. Il bilancio dell´Ue è ammontato complessivamente nel 2012 a 138,6 miliardi di euro e il tasso di errore è stato pari al 4,8%. Ciò vuol dire che sono andati sprecati quasi 7 miliardi di euro di fondi dell´Ue? No. In passato, alcuni commentatori hanno moltiplicato il bilancio totale dell´Ue per il tasso di errore e hanno presentato il risultato come il totale del "denaro specato". Tale approccio è semplicistico e può indurre in errore. Per la propria relazione annuale sul bilancio generale dell´Ue, la Cce controlla se il denaro dell´Ue sia stato speso per i fini previsti e sia stato contabilizzato in modo adeguato. Alcuni degli errori identificati riguardano somme spese in maniera errata: ad esempio, sostegno accordato a società per l´assunzione di disoccupati senza che queste rispettassero la condizione di mantenere il loro posto di lavoro per il periodo minimo previsto per ottenere benefici a più lungo termine. Oppure, l´appalto della costruzione di un progetto autostradale direttamente a una società, senza dare la possibilità ad altri offerenti potenziali di presentare un´offerta alle migliori condizioni possibili. Questi sono esempi di inefficienza, ma non necessariamente di spreco. I fondi Ue sono stati utilizzati per le finalità previste e hanno arrecato qualche beneficio, anche se non sono state pienamente rispettate le condizioni relative al loro uso. Peraltro, spese legittime e regolari possono ancora costituire uno spreco, come nel caso di un´autostrada costruita senza tener conto delle necessità del traffico. Che cosa rappresenta pertanto il tasso di errore stimato al 4,8%? Il 4,8% rappresenta una stima dell´entità degli importi monetari che non avrebbero dovuto essere posti a carico del bilancio Ue in quanto non sono stati utilizzati in conformità alle norme applicabili e non hanno pertanto rispettato quanto il Consiglio e il Parlamento intendevano ottenere con la normativa Ue in questione. Gli errori tipici riguardano pagamenti per beneficiari o progetti che non erano ammissibili o gli acquisti di servizi, beni o investimenti senza la corretta applicazione delle norme in materia di appalti pubblici. Cfr. Grafico 5: Contributo al tasso di errore stimato globale per tipo di errore [Link]. Non tutti i pagamenti illegittimi o irregolari si traducono necessariamente in uno spreco, ma è anche vero che non tutte le spese legittime e regolari rappresentano un uso ottimale delle risorse. Pertanto, tale percentuale non deve essere considerata in rapporto al bilancio totale dell´Ue come uno "spreco" o una "perdita di denaro". Come si verificano gli errori? Gi errori si verificano quando i beneficiari non rispettano le norme nel richiedere un finanziamento Ue. Per essere ammissibili a un finanziamento Ue, i beneficiari devono attenersi alla specifica normativa Ue e, in alcuni casi, nazionale. Tali norme esistono per cercare di garantire che le spese siano effettuate per le finalità volute dal Consiglio e dal Parlamento. Gi errori si verificano quando tali norme vengono violate: ad esempio quando gli agricoltori non rispettano gli impegni ambientali assunti, i promotori dei progetti non osservano le norme in materia di appalti pubblici o i centri di ricerca chiedono il rimborso di costi non connessi ai progetti finanziati dall’Ue. La relazione annuale sull’esercizio 2012 riporta esempi specifici di errori riscontrati nel corso delle verifiche di audit. Se il tasso di errore stimato per il 2012 per i pagamenti è pari al 4,8%, ciò significa che il 95,2% del bilancio Ue è stato speso in modo conforme alle norme? No. Il giudizio della Cce sulla spesa Ue si basa su un ampio campione rappresentativo che copre tutti settori di spesa. Le operazioni campionate sono controllate in maniera dettagliata e gli errori riscontrati sono calcolati sotto forma di un tasso di errore stimato. Ma ci sono molti errori che la Cce non quantifica, quali ad esempio le violazioni minori delle norme in materia di appalti, la mancata osservanza delle norme in materia di pubblicità, o il recepimento non corretto delle direttive Ue nella legislazione nazionale. Tali errori non sono inclusi nel tasso di errore stimato dalla Cce. Gli errori sono sinonimo di frode? Non necessariamente. La frode è un atto d’inganno deliberato volto a ottenere un vantaggio. Sebbene le procedure di audit della Cce non siano intese a individuare frodi, ogni anno, nel corso delle proprie verifiche di audit, la Cce scopre un piccolo numero di frodi presunte. Tali casi vengono segnalati all´Olaf, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, che indaga e dà seguito a ciascun caso secondo necessità in cooperazione con le autorità dello Stato membro interessato. La gestione finanziaria dell´Ue sta migliorando o peggiorando? È relativamente stabile di anno in anno, anche se la risposta varia da un settore a un altro. Ad esempio, nel settore agricolo si è registrato da diversi anni un aumento del tasso di errore stimato. Per i fondi strutturali, il tasso di errore stimato è cresciuto di anno in anno a partire dal 2009, dopo aver registrato una diminuzione nel triennio precedente. La Cce ha ripetutamente raccomandato di semplificare ulteriormente le norme al fine di migliorare la qualità della spesa e ridurre il livello di errore. Un´analisi svolta sulla semplificazione delle norme per il Fondo sociale europeo suggerisce che essa ha avuto un impatto positivo. Dove si riscontrano i problemi maggiori, presso gli Stati membri o presso la Commissione europea? Presso entrambi. La Cce stima al 5,3% il tasso di errore per la spesa gestita congiuntamente dalla Commissione e dagli Stati membri. Per il resto della spesa operativa, che è gestito direttamente dalla Commissione, esso è pari al 4,3%. Si sono riscontrati molti esempi di debolezze nei sistemi di gestione e di controllo, a livello tanto degli Stati membri che della Commissione. I settori a gestione concorrente, quali l´agricoltura e la politica regionale, rappresentano l´80% della spesa Ue. Per molti degli errori riscontrati nel corso dei controlli, le autorità degli Stati membri erano in possesso di informazioni che avrebbero permesso loro di identificare e correggere il problema prima di richiedere il rimborso alla Commissione. Vi è ancora il potenziale per usare i sistemi di gestione finanziaria in maniera più efficace e ridurre il tasso di errore. Perché la Cce ha cambiato il modo in cui svolge parte del suo lavoro annuale di audit? Ciò non rende più difficile effettuare confronti con il passato? Quest´anno, le modalità di campionamento delle operazioni sono state aggiornate in modo da esaminare, per tutti i settori di spesa, le operazioni sulla stessa base, ossia nel momento in cui la Commissione accetta e registra le spese, confermando così di ritenere che il pagamento a carico del bilancio dell’Ue sia giustificato. Le popolazioni controllate saranno più stabili di anno in anno, in quanto verrà eliminata l’incidenza dei livelli fluttuanti degli anticipi. L´effetto di tale standardizzazione dell´approccio di campionamento della Cce ha inciso solo per 0,3 punti percentuali sul tasso di errore stimato per il bilancio 2012 nel suo complesso. Perché concentrarsi tanto sugli errori, quando la Commissione può chiedere agli Stati membri di rimborsare i fondi se questi sono stati spesi in maniera errata? Nella maggior parte dei casi, la Commissione non si fa materialmente rimborsare dagli Stati membri i fondi Ue che sono stati spesi in maniera errata. Conformemente alla normativa applicabile, nel caso in cui si riscontrino errori nelle dichiarazioni di spesa, gli Stati membri hanno la possibilità di riassegnare questi fondi Ue ad altri progetti e di ottenere fondi aggiuntivi dall´Ue presentando ulteriori fatture. La Cce prende in considerazione le rettifiche finanziarie e i recuperi nella stima del tasso di errore nel caso in cui facciano rientrare i pagamenti erronei effettuati nel corso dello stesso esercizio: in altre parole, se le spese erronee sono state identificate ed escluse dalla dichiarazione trasmessa dallo Stato membro interessato alla Commissione e/o hanno determinato recuperi dai beneficiari nel corso dell´esercizio. Tali condizioni sono però soddisfatte solo a volte. Per l´agricoltura, la maggior parte delle rettifiche finanziarie non determina recuperi dai beneficiari, mentre per la spesa nel settore della coesione la maggior parte delle rettifiche finanziarie è forfettaria e non comporta rettifiche dettagliate a livello di progetto. L´attuale periodo di spesa 2007-2013 incentiva in maniera limitata gli Stati membri a presentare dichiarazioni corrette, dal momento che le dichiarazioni erronee possono semplicemente essere ritirate e sostituite senza perdere i fondi provenienti dal bilancio Ue. La Cce sarebbe stata in grado di certificare meglio la spesa Ue se avesse svolto un maggiore lavoro di audit? No. La Cce ha acquisito elementi probatori sufficienti per avere la certezza che il livello di errore per quello che riguarda la spesa Ue è rilevante. Ulteriori lavori non avrebbero modificato tale conclusione. Gli errori che la Cce ha riscontrato sono stati il risultato di restrizioni al suo accesso ai fascicoli presso gli Stati membri o in loco presso i beneficiari? No. La Cce ha ampi poteri di accesso in base al trattato, e gli Stati membri e i beneficiari finali hanno cooperato al processo di audit.  
   
 

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