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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Novembre 2013
 
   
  DISSESTO IDROGEOLOGICO. L’AZIONE DI TUTELA IN VENETO

 
   
   Venezia, 6 novembre 2013 - A inizio novembre riaffiora la memoria dell’alluvione del 1966, una ferita riaperta sul territorio veneto dalla più recente alluvione che tra la fine di ottobre e i primi di novembre del 2010 ha provocato una quindicina di grandi rotte arginali e allagato 150 km quadrati in circa 130 Comuni. “Il lavoro di ripristino delle difese idrauliche è stato impegnativo – fa rilevare il presidente della Regione Luca Zaia – e ha visto la realizzazione di 925 interventi tra grandi e piccoli in 233 Comuni, per un importo di oltre 392 milioni di euro. Possiamo dire che il Veneto è oggi più sicuro ma non è al riparo da altri eventi che possono essere causati da piogge di forte intensità. La partita del dissesto idrogeologico in Veneto è la vera sfida a cui dare risposta”. Lo scorso maggio, ad esempio, si sono registrate ancora una volta imponenti quantità di pioggia nei diversi bacini in cui è suddiviso il Veneto, con punte di oltre 200 millimetri. “Come Regione – evidenzia l’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte – stiamo investendo ogni anno circa 100 milioni per la difesa del suolo e gli interventi dei Geni civili, della bonifica, dei Servizi forestali. Lo sforzo che facciamo è fondamentale ma è insufficiente”. A questo proposito, l’assessore Conte ricorda che al ministro all’ambiente Andrea Orlando è già stata fatta presente l’esigenza di reperire tutte le risorse necessarie a completare il quadro degli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico del Veneto, che nel piano adottato dalla Regione dopo l’alluvione del 2010 comportano una spesa stimata sull’ordine di 2,7 miliardi di euro. Dei 392 milioni finora impegnati, oltre 32 milioni riguardano interventi conclusi o in corso di realizzazione in provincia di Belluno, 52,8 milioni in provincia di Padova, 15,1 milioni in provincia di Rovigo, 73,6 milioni in provincia di Treviso, 18,5 milioni in provincia di Venezia, 64,3 milioni in provincia di Verona e 135,4 milioni in provincia di Vicenza “Siamo ora pronti a realizzare i primi bacini di laminazione – aggiunge Conte – capaci di contenere 33 milioni di metri cubi d’acqua su 810 ettari. Per quello di Caldogno i lavori sono stati consegnati il 21 ottobre scorso, dopo l’aggiudicazione”. A questo si affiancherà l’adeguamento dei bacini demaniali di Trissino e Tezze di Arzignano relativi al corso dell’Agno-guà, intervento per il quale è in corso la procedura d’appalto. Già finanziati sono anche gli interventi per il bacino di Fonte di Riese (Treviso) sul Muson dei Sassii, per i bacini di San Lorenzo a Soave (Verona) e della Colombaretta fra Montecchia di Crosara e Monteforte d´Alpone (Verona). I relativi bandi di gara sono previsti entro l’anno. Questi sono gli interventi attualmente coperti da finanziamento, ma ne sono in programma altri quattro ancora da finanziare, come quello sulla cassa di espansione già esistente a Montebello (Vicenza) sul Guà-chiampo-alpone, il bacino di laminazione di Viale Diaz a Vicenza sul Bacchiglione, quello dell’Anconetta sul Gorzone a Sanurbano (Padova) e il bacino di Marola sull’Astico Tesina. “Tutti gli interventi realizzati, insieme a quelli pianificati – conclude Conte - fanno parte di un ampio disegno programmatorio per rendere finalmente sicuro il territorio ed evitare per quanto possibile il ripetersi di esondazioni. Rappresentano un importante elemento di garanzia contro i rischi e le criticità da sempre presenti sul territorio veneto, per i quali però non era stato fatto più nulla da 80 anni a questa parte. La sicurezza idraulica è oggi per noi una priorità, ma lo deve essere anche per lo Stato”.  
   
 

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