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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Novembre 2013
 
   
  BOLZANO: RIFORMA AGRARIA, AL VIA LE TRATTATIVE CON ROMA PER LA DISTRIBUZIONE DEI FONDI UE

 
   
  Dopo che Bruxelles ha posto le basi della nuova politica agraria europea, che resterà in vigore sino al 2020, la palla passa ora ai singoli stati membri della Ue per l´applicazione concreta. Per i prossimi 7 anni l´Italia avrà ancora a disposizione 37 miliardi di euro, una parte dei quali verrà assegnata anche alla Provincia di Bolzano. Le trattative, tutt´altro che semplici, con Roma, sono già iniziate. Rispetto al passato, i rapporti tra Alto Adige, Stato centrale e altre regioni italiane, saranno diversi. Innanzitutto perchè diversa sarà la forma di sostegno prevista dalla Ue, che per il periodo 2014-2020, rispetto al settennato precedente, ha ridotto le risorse da destinare all´agricoltura in tutta Europa da 417 a 362 miliardi di euro. L´italia, in ogni caso, ha mantenuto sostanzialmente invariata la sua quota di fondi (37 miliardi), ma c´è stato un riequilibrio tra i contributi diretti, scesi da 28 a 27 miliardi, e i fondi per lo sviluppo rurale, saliti da 9 a 10,5 miliardi. "La strada intrapresa è quella giusta - commenta il presidente della Provincia Luis Durnwalder - e noi la sosteniamo da tempo. Ma ciò non significa che l´Alto Adige riceverà automaticamente le risorse che aveva in precedenza. Anzi, ci aspettano mesi di difficili trattative con le altre regioni e con Roma, rese ancora più complicate dal fatto che mi aspetto una sensibile riduzione del co-finanziamento garantito dallo Stato italiano. In ogni caso cercheremo di fare il massimo possibile, contando anche sulla collaborazione con le altre regioni di montagna". Le trattative, in realtà, sono già iniziate, almeno a livello generale, e il nodo chiave è attualmente rappresentato dalla definizione di "agricoltore attivo". "La prima proposta prevede che siano considerati tali solo coloro per i quali l´agricoltura rappresenta l´attività principale - commenta Durnwalder - mentre in Alto Adige sono tanti gli agricoltori che hanno un altro lavoro o un´altra attività. Il mancato riconoscimento nella categoria degli "attivi" rischia di mettere in pericolo il diritto ad una serie importante di contributi e incentivi".  
   
 

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