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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Novembre 2013
 
   
  SICUREZZA IDRAULICA. ZAIA: SE ROMA DESSE PIENI POTERI VERI A REGIONI ED ENTI LOCALI, L’ITALIA SI SISTEMEREBBE VELOCEMENTE

 
   
  Caldogno (Vicenza) , 26 novembre 2013 - Per realizzare un’opera di difesa idrogeologica ci vogliono in Italia non meno di 5 anni, sempre che non ci siano intoppi e contenziosi sempre in agguato. “Siamo ancora alla farragginosità, alla burocrazia che ammazza i cittadini, e ammazza anche noi amministratori. Le opere che servono a salvare il territorio si potrebbero fare anche in sei mesi: basterebbe avere pieni poteri. Se a Roma avessero il coraggio di dare poteri commissariali veri a tutti i presidenti di Regione e a tutti gli amministratori, l’Italia si sistema velocemente”. Lo ha affermato questa mattina il presidente del Veneto Luca Zaia, intervenendo a Caldogno, in provincia di Vicenza, alla cerimonia di consegna dei lavori del prima grande bacino di laminazione che viene realizzato nel territorio regionale da 80 anni a questa parte, durante i quali non è stato fatto pressoché nulla in termini di opere di prevenzione. “Quella di Caldogno è una grande sfida: un invaso da circa 4 milioni di mq su 104 ettari di territorio. Soprattutto è la prima opera di un programma – ha aggiunto Zaia – che ne conta altre cinque già finanziate da realizzare in Veneto nell’immediato futuro”. Per avere la massima sicurezza in tutto il Veneto occorrerebbero però 2,7 miliardi di euro, per pagare tutti gli interventi necessari già individuato in un piano elaborato dopo l’alluvione di Ognissanti del 2010 dal prof. Luigi D’alpaos. “Quelle che riusciamo a realizzare valgono circa 380 milioni complessivi. Per i soldi che mancano – ha ribadito Zaia – ricordo che i veneti lasciano a Roma 21 miliardi di tasse l’anno: devono restituirci i nostri soldi”. Zaia ha infine fatto riferimento alla questione degli espropri: “Noi andiamo avanti, dobbiamo farlo, e cercheremo in tutte le maniere di trovare una soluzione rispetto ai contenziosi e alle richieste dei proprietari. L’opera però ci serve, serve alla comunità, deve essere realizzata in due anni, metterà in sicurezza la città di Vicenza. Gli espropriati saranno ristorati, si pagheranno tutti i danni”.  
   
 

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