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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Novembre 2013
 
   
  FESTIVAL DEI POPOLI COMPIE 54 ANNI, MA È SEMPRE PIÙ DENTRO LA REALTÀ

 
   
  Firenze, 26 novembre 2013 - Ha 54 anni, ma non li dimostra davvero, anche se è il più antico festival del film documentario d´Europa, nato solo tre anni dopo la prima Palma d´oro di Cannes ad una pellicola di questo tipo, l´epico "Il mondo del silenzio" di Jacques-yves Cousteau. Il Festival di popoli, l´evento del film documentario nell´ambito della 50 giorni del cinema internazionale di Firenze, è infatti nato nel 1959; e da quel momento ha visto solo aumentare l´interesse per questo modo di leggere la realtà, tanto da poter affermare nello slogan di annuncio, con orgoglio poco dissimulato, che "Reality is More". Come ha ricordato stamani il suo presidente, il giornalista Marco Pratellesi, alla presentazione del programma con 100 pellicole che si svolgerà dal 30 novembre al 7 dicembre prossimi, il Festival dei Popoli ha un´altra enorme ricchezza da rivalutare: un archivio con un patrimonio di 17mila titoli raccolti nel corso delle 54 edizioni, memoria da condividere in particolare con la Toscana e da rendere agibile a tutti. "Questa manifestazione è proprio come una tradizione cresciuta nel tempo – ha affermato nel suo saluto l´assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti -. Parla il linguaggio del reale, e ne fa un valore culturale e di consapevolezza. Così da non far sembrare casuale la contemporaneità di questa presentazione con questa giornata internazionale dedicata ad un aspetto terribile della realtà dei nostri giorni, la violenza verso le donne. Tema che ha fatto da fil rouge all´intera 50 giorni del cinema Quindi grazie al festival dei Popoli e agli altri festival, grazie a Fst, al Comune di Firenze e a tutti i soggetti pubblici e privati che sostengono questi momenti di cultura per farne strumenti di crescita consapevole". Il documentario sbatte in faccia la realtà con tutte le contraddizioni e le ambiguità che la caratterizzano, anche se cerca di farlo attraverso un linguaggio raffinato, frutto di elaborazione stilistica e ricerca estetica, ha ricordato il direttore del festival Alberto Lastrucci. Nessuna certezza dunque, anzi; semmai interrogativi e curiosità. Per questo sono temi forti quelli che caratterizzano le giornate di proiezione: le storie di donne, di immigrati, degli effetti della crisi economica sulla vita di ogni giorno, della marginalità.  
   
 

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