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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Novembre 2013
 
   
  CUNEO, "L´ETICHETTA DEVE PARLARE ITALIANO"

 
   
  Nell´ultimo decennio, sempre più spesso, i consumatori, rispetto all´articolo che acquistano, cercano il tagliando che indica quali materiali sono stati utilizzati. In passato, ricerca molte volte vana o incomprensibile perché in lingua straniera. Dallo scorso anno, grazie a una legge apposita, la materia è stata regolamentata, sono stati stabiliti gli obblighi di tutti gli attori della filiera e fissate le sanzioni per gli inosservanti. Non solo. Sono stati altresì avviati i controlli, tanto da giustificare qualche preoccupazione da parte degli operatori dei settori interessati. Federmoda Cuneo, associazione che riunisce i titolari di punti vendita di abbigliamento, calzature, accessori e articoli sportivi, in collaborazione con la Camera di Commercio, ha promosso, lunedì 25 novembre, un incontro sul tema “Sos etichettatura”. Il workshop, che ha avuto luogo nel salone d´onore dell´ente camerale, ha cercato di offrire dei chiarimenti rispondendo a una serie di quesiti, dall´obbligo dell´uso della lingua italiana, all´imposizione di indicare il paese in cui sono avvenute le lavorazioni, chiarendo le responsabilità di fornitori e commercianti in caso di non conformità. “C´è preoccupazione da parte dei titolari di punti vendita in merito al rispetto della normativa in atto, si temono le sanzioni, ci si interroga sugli obblighi da parte di ogni tassello del processo che va dal produttore al consumatore – ha spiegato nel suo intervento il presidente di Federmoda Cuneo, Luigi Isoardi –. I controlli sono stati avviati e molti si chiedono quali debbano essere i rapporti con i fornitori e l´effetto della moratoria relativa alle merci realizzate, quando ancora i nuovi dispositivi non erano applicati”. Determinante l´intervento di Massimo Torti, segretario generale di Federazione Moda Italia che ha illustrato nei dettagli la normativa in vigore, insistendo sull´esigenza di chiarezza da parte delle aziende presso cui il rivenditore effettua gli approvvigionamenti e precisando, nella compilazione degli ordini, che la merce deve essere consegnata etichettata in lingua italiana in base al Regolamento Ue recepito dalla nostra legislazione. “Questi non sono tempi facili per il comparto – ha spiegato Torti – e ogni nuovo obbligo grava pesantemente sugli operatori. Dai dati acquisiti partendo dalle strisciate di Cartasì nei punti vendita, è emerso che, nei primi 9 mesi del 2013, i negozi del settore abbigliamento e accessori hanno fatto registrare, a livello nazionale, un calo di incassi del 7,71%. In Piemonte, il ridimensionamento è stato ancora più pesante, pari al 10,79%, cioè di tre punti superiore alla media nazionale. Anche il sentiment, il fattore che misura la fiducia dei consumatori, registra, a novembre un 65% di pessimisti. Con un potere di acquisto tornato ai livelli del 1986 e un atteggiamento scoraggiato, le previsioni non possono essere ottimistiche. Se a questo si aggiunge la confusione creata dai nuovi dispositivi, non si può che essere cauti”. Il ruolo della Camera di commercio nell´ambito della sicurezza e dell´etichettatura dei prodotti è stato illustrato da Patrizia Mellano, dirigente dell´ente. “I nostri interventi avvengono nell´ambito della mission di vigilanza del mercato e tutela dei consumatori – ha precisato –. Il tutto si articola nel potenziamento dell´attività informativa rivolta alle imprese, cui seguono la vigilanza e il controllo svolti da personale ispettivo appositamente formato. Siamo al fianco delle imprese anche con i servizi di mediazione e arbitrato per supportarle nella risoluzione delle controversie che possono sorgere in ambito lavorativo.” Nel corso del convegno è stato distribuito a tutti i partecipanti un Kit composto da una chiavetta contenente il testo della legge in vigore, un timbro da utilizzare sulla modulistica degli ordini e una serie di opuscoli con approfondimenti utili sul piano legale.  
   
 

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