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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Dicembre 2013
 
   
  MONTAGNA: AGRICOLTURA PRESIDIO DEI TERRITORI

 
   
  Milano - Trecentottandadue caseifici dove vengono lavorati circa 105.000 quintali di latte, per una produzione annua media di 8.000 quintali di formaggi. E´, in sintesi, il ritratto della produzione casearia in alpeggio in Lombardia, ovvero l´insieme delle attività agricole, che, oltre alla gestione delle superfici al pascolo e al governo del bestiame, comprende una tradizionale attività di trasformazione del latte destinata a produzioni di formaggi tipici, fortemente identitari di un tradizione alpina. "Produzioni di nicchia - ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, intervenendo, in apertura dei lavori del convegno ´Prodotti tradizionali dei caseifici in alpeggio: sicurezza alimentare e valorizzazione produzioni verso Expo 2015´ - e di qualità, frutto di attività che assicurano il mantenimento di un presidio fondamentale nei territori montani: se l´agricoltura abbandona alpeggi e pascoli, la gestione spontanea delle stesse aree montane non ne garantisce più automaticamente la sicurezza". Tipicità E Qualità - Una realtà economica particolarmente articolata, ma dal valore limitato - 10 milioni di euro circa quello della produzione annua -, a cui il consumatore riserva, però, grande attenzione per le caratteristiche di tipicità e qualità. Un ´patrimonio´ che, al pari di tutti i prodotti alimentari, deve però soddisfare requisiti di sicurezza alimentare codificati dai regolamenti comunitari. "Un tema di complessità tale, su cui occorre intervenire - ha aggiunto l´assessore -, per salvaguardare attività tradizionali e perché queste siano considerate attività di presidio territoriali e di mantenimento di attività umane in aree marginali". Burocrazia E Controlli - Una delle principali preoccupazioni per chi lavora in ambiti ´difficili´ - ma non solo - è rappresentata dal combinato disposto tra burocrazia e controlli igienico-sanitari. "In realtà - ha osservato Fava - questo atteggiamento è frutto di un pregiudizio psicologico, ma ha comunque un effetto importante". "La grande sfida, perciò, per chi fa controlli in contesti spesso difficili da raggiungere - ha specificato l´assessore -, è trovare equilibrio tra le due componenti, affinché chi vive quella realtà non la consideri un problema in più. Del resto, il sistema dei controlli in Lombardia è particolarmente avanzato, anche in montagna: il 99 per cento dei 382 caseifici d´alpeggio censiti nel 2012 è stato controllato, con punte del 100 per cento tra Bergamo (67), Brescia (52), Como (23), Sondrio (146) e Valcamonica (64) e del 93 per cento in provincia di Lecco (30 strutture). Montagna Centrale Per I Prossimi 7 Anni - "In una prospettiva, quella di Expo 21015, in cui in Lombardia si parlerà di ´nutrire il pianeta´ e di farlo in sicurezza - ha detto l´assessore regionale - vogliamo presentarci con la nostra tradizionale agricoltura di montagna, con le nostre eccellenza tipiche di questi territori ´europei´". "Un modello che vogliamo sia accettato, supportato e condiviso - ha insistito Fava -. Non credo che in montagna torneranno grandi numeri in termini occupazionali, ma il processo attuale di ´presidio´ va sostenuto, affinché chi consuma prodotti ad alto valore aggiunto sia tutelato e garantito sotto il profilo della sicurezza alimentare, oltre che della qualità". Montagna Al Centro - Nell´ambito della pianificazione dei prossimi sette anni la montagna sarà centrale. "Come Regione Lombardia - ha concluso Fava - investiremo tra il 30 e il 40 per cento di tutta la programmazione regionale: se è vero che l´agricoltura dei grandi numeri sta altrove, quella di montagna dà garanzie sulla gestione del territorio ed è uno dei temi che continua ad appassionarci".  
   
 

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