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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Dicembre 2013
 
   
  AGROALIMENTARE, LOMBARDIA: UNITA PER SOSTENERE LA FILIERA

 
   
  Milano - "Il fatto che si confermi come il miglior sistema in Italia e tra i primi in Europa non lo mette al riparo dalle fragilità che sconta per impostazioni vecchie, legate al mercato, all´incertezza dei prezzi. Se prima trovava sfogo sul mercato interno, ora l´agroalimentare deve trovare sbocchi sui mercati esterni, dove scontiamo criticità. Anche perché il reddito della filiera si sta concentrando sempre più nel mondo della distribuzione e sempre meno tra produzione e trasformazione. Occorre trovare soluzioni, affinché questo mondo si consolidi". Gianni Fava, assessore regionale all´Agricoltura, ha commentato così il quadro dei dati relativi al rapporto 2013 sul sistema agroalimentare lombardo, presentato in Regione; la ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori universitari - Università degli Studi di Milano e Università Cattolica del S. Cuore - in collaborazione con Eupolis Lombardia. Qualità E Garanzia Nel Tempo Dell´offerta - "La grande sfida politica - ha proseguito Fava - è garantire la specificità, la valorizzazione del prodotto. Qualità e continuità dell´offerta possono essere garantiti da sistemi di soggetti che si mettono insieme. Operatori troppo piccoli non riescono a stare sui mercati internazionali". Nonostante la crisi economica, nel 2012 il valore della produzione agroindustriale regionale è cresciuto dell´1,7 per cento rispetto al livello del 2011, superando i 12,2 miliardi di euro, con una quota pari al 15,6 per cento del totale nazionale. Un valore che rappresenta il 3,7 per cento del Pil regionale, quota che sale all´11,5 per cento, però, se si tiene conto dei margini di commercio e trasporto. Dal 2009 al 2012 le imprese attive in agricoltura sono scese da 52.591 unità a 50.258; si conferma rilevante il peso economico dell´agricoltura lombarda, con un Pil in valore assoluto notevolmente superiore a quello di molti Paesi membri, e sostanzialmente uguale a quello di Paesi come il Belgio e la Svezia. Aggregazioni E Cooperazione - Luci e ombre, dunque, "perché la qualità resta alta ed è riconosciuta su tutti i mercati internazionali. Dall´altro però problemi endemici non lo rendono competitivo". Soluzioni passano da scelte già note, indicate anche a livello europeo. "Il tema delle aggregazioni può rappresentare una soluzione, che porta anche a forme di razionalizzazione non più rinviabili - ha aggiunto l´assessore lombardo -: modalità, questa, che ha dato risultati, insieme ad altre forme di cooperazione verso come le organizzazioni di prodotto". Dunque, pur mantenendo la forte vocazione individuale dell´imprenditore, storicamente indispensabile per reggere alle sollecitazioni dei mercati, oggi serve aggregare. "I piccoli come i grossi - ha sottolineato Fava - devono trovare modalità per restare sul mercato più o meno alle stesse condizioni; noi stiamo costruendo un Psr con questa idea, usare al meglio le risorse anche per migliorare il sistema aggregativo e qualità dell´offerta e per cercare di ´concentrare´ la filiera, quella formata da produttore e trasformatore, che si interfaccia con il distributore". Perché, se è vero che la marginalità si è spostata tutta sulla Gdo, che detta le regole, "per far massa critica servono modalità che mettano insieme appunto produttore e trasformatore".  
   
 

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