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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Marzo 2007
 
   
  BOSNIA-ERZEGOVINA: URGENTI RIFORME IN VISTA DELL´ADESIONE

 
   
  Strasburgo, 19 marzo 2007 - Il Parlamento europeo chiede l´avvio di urgenti riforme in Bosnia-erzegovina al fine di soddisfare i criteri per la conclusione di un accordo con l´Ue e consentirne l´adesione. L´accento è posto sulla riforma del sistema scolastico e delle forze di polizia nonché sul superamento delle barriere etniche tuttora esistenti. Compiacendosi poi per la collaborazione del governo bosniaco con il Tribunale penale internazionale, accoglie positivamente il ruolo svolto dalle forze militari e di polizia europee. Adottando la relazione d´iniziativa di Doris Pack (Ppe/de, De), il Parlamento osserva anzitutto con preoccupazione che i vincitori delle elezioni legislative e presidenziali, «che erano in precedenza partiti moderati», hanno fatto ricorso durante la campagna «a toni di scontro e divisione». Sollecita quindi i partiti, specialmente quelli che hanno vinto le elezioni, ad agire rapidamente per porre le basi di una Bosnia-erzegovina rafforzata, «che si prepari a soddisfare i criteri necessari per la conclusione e l´attuazione dell´accordo di stabilizzazione e associazione e a chiedere, quando sarà il momento, l´adesione all´Ue». Accogliendo con favore l´istituzione di un governo a livello di Stato, i deputati ricordano agli esponenti politici della Bosnia-erzegovina (Be) «le urgenti e importanti riforme che occorre avviare», in particolare per quanto concerne la costituzione dello Stato, l´apparato giudiziario, la pubblica amministrazione, il contesto imprenditoriale, il settore dell´istruzione, gli ambiti fitosanitario e veterinario e il settore ambientale. I deputati ritengono poi necessario rilanciare immediatamente il dibattito costituzionale, con la partecipazione della società civile e nel quale l´Unione europea dovrebbe svolgere un ruolo trainante, favorendo il dialogo tra le parti, sostenendo iniziative volte a promuovere la discussione pubblica e fornendo assistenza tecnica, in termini di consulenza specialistica, ai parlamentari della Bosnia-erzegovina direttamente coinvolti. D´altra parte, nell´esprimere preoccupazione per il persistere di barriere etniche «che ostacolano lo sviluppo di un´identità nazionale», ritengono che i meccanismi costituzionali previsti dall´accordo di Dayton «rendano più difficile l´eliminazione di tali barriere». E, in proposito, ricordano che l´esperienza dell´Unione europea indica che «un´identità comune è assolutamente compatibile con il rispetto delle tradizioni culturali e religiose dei popoli interessati». Accolgono pertanto con favore la recente dichiarazione in cui il governo della Repubblica Srspka «si assume l´impegno di prevenire eventuali disordini che potrebbero aver luogo in relazione alla soluzione dello status del Kosovo». Nel quadro dell´assistenza Ue, il Parlamento ritiene che, oltre al sostegno volto ad agevolare il recepimento del diritto comunitario, occorrerà prestare maggiore attenzione alla questione delle persone disperse dall´epoca del sanguinoso conflitto. Mette quindi in guardia da qualsiasi tentativo di ritagliare all´interno della Bosnia «territori monoetnici» e ricorda «che la comunità internazionale non tollererà alcuna misura o politica suscettibile di minare, direttamente o indirettamente, il carattere multietnico, l´integrità territoriale, la stabilità e l´unità della Bosnia e delle sue entità». L´alto rappresentante per la Bosnia-erzegovina è inoltre invitato ad essere particolarmente vigile al riguardo e a promuovere con più vigore la reintegrazione dei profughi e degli sfollati in tutto il territorio. In tale contesto, il Parlamento attribuisce particolare rilevanza alla necessità di promuovere un sistema scolastico non discriminatorio, «basato sulla tolleranza e il rispetto della diversità». Ritiene, infatti, che l´istruzione «è lo strumento di riconciliazione per eccellenza», mentre il sistema scolastico attuale può rappresentare «una seria minaccia per la sicurezza del paese». In pratica, è precisato, ciò significa «porre fine alla segregazione dei diversi gruppi etnici» scolarizzati sotto lo stesso tetto, avviare un dibattito sull´introduzione di un programma di studi comune nella scuola dell´obbligo, dedicare particolare attenzione al modo in cui viene insegnata la storia e migliorare la formazione continua degli insegnanti. Nell´invitare poi il Consiglio a ricordare a tutte le parti che la riforma delle forze di polizia «è una condizione preliminare essenziale» per la conclusione dell´accordo di stabilizzazione e associazione, il Parlamento ritiene che il progetto di programma per l´attuazione della riforma delle strutture di polizia stabilisca una ripartizione chiara ed equilibrata delle responsabilità tra il livello statale e quello locale. Valuta inoltre positivamente i meccanismi previsti da tale programma per assicurare la trasparenza nella scelta e nella nomina dei capi e dei funzionari di polizia e per controllare le attività delle forze di polizia a livello statale e locale. Tuttavia, sostiene che le disposizioni di legge volte ad assicurare una struttura di polizia che rispecchi la composizione etnica della popolazione «debbano essere accompagnate da un efficace meccanismo di controllo». Compiacendosi poi per la generale collaborazione del governo e delle forze di polizia bosniache con il Tribunale penale internazionale per l´ex-Iugoslavia (Icty), inclusa la messa a disposizione degli archivi militari, il Parlamento denuncia tuttavia il mancato arresto di tutti i criminali di guerra latitanti e la sparizione di molti documenti utili alle indagini. Invita pertanto la leadership politica bosniaca a proseguire gli sforzi per cooperare pienamente con il Tribunale e a smantellare le reti che forniscono appoggio a persone imputate di crimini di guerra. D´altra parte, valuta positivamente il ruolo svolto dalla Forza dell´Unione europea in Bosnia Erzegovina (Eufor) nel garantire un contesto sicuro e ritiene che la riduzione degli effettivi decisa di recente dal Consiglio «costituisca un chiaro segno dell´accresciuta stabilità della regione. Plaude, inoltre, al lavoro svolto dalla Missione di polizia dell´Ue a sostegno dello sviluppo di forze di polizia moderne ed efficienti e ritiene che il futuro della missione andrebbe esaminato anche alla luce dei progressi della riforma delle forze di polizia. Infine, «alla luce delle incertezze che ancora avvolgono il futuro della Bosina-erzegovina», il Parlamento appoggia la decisione Peace Implementation Council (Pic) di mantenere l´Ufficio dell´Alto Rappresentante fino al giugno 2008 nonché l´adozione di un´azione comune per quanto riguarda il Rappresentante speciale dell´Ue in Bosnia-erzegovina che ne ha esteso il mandato. Ritiene, peraltro, che tale proroga dovrebbe essere utilizzata per trasferire maggiori competenze alle autorità locali. Nel sottolineare inoltre la necessità che la comunità internazionale parli con una voce sola in Bosnia, i deputati deplorano il recente annuncio dell´Alto rappresentante/Rappresentante speciale in carica di dimettersi nel prossimo giugno e ne elogiano il lavoro svolto. . .  
   
 

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