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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Dicembre 2013
 
   
  AGRICOLTURA IN VENETO: LE RISORSE COMUNITARIE AGLI OBIETTIVI STRATEGICI

 
   
  Verona - “Che tipo di programmazione dobbiamo fare? Una ripartizione strategica o una suddivisione di risorse?”. Con questa domanda, solo apparentemente retorica l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato ha sintetizzato le diverse spinte che premono sulla prossima programmazione agricola e sulle scelte che indirizzeranno lo sviluppo rurale, intervenendo stamani al Centro Agroalimentare di Verona al confronto sul tema “La Pac verso il 2020”.Promosso da Agrinsieme Veneto finalizzato alla condivisione di una posizione concordata delle Regioni del nord nei confronti del ministero delle politiche agricole e di Bruxelles. Ai lavori sono intervenuti anche gli assessori regionali all’agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, e del Piemonte, Claudio Sacchetto, oltre alle diverse rappresentanze del mondo agricolo che si riconosce in Agrinsieme Veneto, coordinamento che riunisce l Confagricoltura, Cia, Legacoop Agroalimentare, Confcooperative – Fedagri, Agci – Agrital. “Il punto di partenza nella definizione del Programma di Sviluppo Rurale – ha continuato Manzato – non può essere che quello di pensare al 2020, a fine programmazione, quando i fondi comunitari dedicati all’agricoltura verranno di gran lunga ridotti rispetto al passato. Vogliamo e dobbiamo quindi strutturare la programmazione 2014-2020 in modo tale che le risorse ancora disponibili siano orientate a creare un sistema strategicamente valido per le imprese agricole, che dovranno tra non molti anni camminare solo con le loro gambe generando reddito”. “La tendenza attuale e futura è quella di drenare risorse al primario, destinandole ad altre aree territoriali e ad altri settori. Non lo credo giusto. L agricoltura ha le basi forti, la produzione lorda vendibile aumenta – ha detto ancora Manzato – ma non fa reddito. E questo porta in una direzione senza uscita. Dobbiamo quindi prendere una decisione politica: scommettiamo nel settore primario. Le linee di intervento, dunque, devono creare condizioni di autosufficienza economica e di competitività per le aziende, affinchè possano sostenersi da sole anche dopo il 2020, ad aiuti pubblici ridotti”.  
   
 

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