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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Dicembre 2013
 
   
  CAMBIAMENTI E CONTINUITÀ NELLA SOCIETÀ VALDOSTANA

 
   
   Aosta, 18 dicembre 2013 - La crisi ha cambiato la società valdostana? E come? A queste domande ha cercato di rispondere il Rapporto sulla situazione sociale in Valle d’Aosta. Cambiamenti e continuità nella società valdostana, presentato nel salone di Palazzo regionale giovedì 12 dicembre. Lo studio, articolato in nove capitoli, per un totale di 143 pagine, sulla falsariga dei rapporti annuali del Censis ha cercato di mettere in fila gli indicatori economici e sociali valdostani, relativi al periodo 2008 -2012, per offrirli a un successivo momento di interpretazione e confronto strategico. Pubblicato dalla Fondazione Courmayeur Mont Blanc, curato dal Segretario generale, Luigi Malfa e dal Capo dell’Osservatorio economico e sociale della Presidenza della Regione, Dario Ceccarelli, con i contributi dei Coordinatori dei diversi Dipartimenti dell’Amministrazione regionale, il rapporto è stato arricchito dal contributo scientifico del Professor Giuseppe De Rita, Presidente della Fondazione Censis e della Fondazione Courmayeur Mont Blanc. Augusto Rollandin, Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta - Sulla falsariga dei rapporti che il Censis pubblica da quasi 50 anni, abbiamo ritenuto opportuno fare uno sforzo per mettere insieme i dati più rappresentativi della nostra regione, partendo dall’interno, per far capire dove si va, come ci si va e quali sono i cambiamenti. Questo è il modo migliore per rendere trasparente la macchina amministrativa regionale, per dare la possibilità di fare valutazioni oggettive. Il rapporto è stato realizzato con la partecipazione di tutto l’apparato che, con questo lavoro, ha restituito uno strumento che andrà certamente aggiornato, dandogli continuità, per riuscire a capire e a decidere. Quindi anche uno strumento per la politica, affinché questa possa prendere le sue decisioni sulla base di dati e non a caso. Il rapporto descrive un´economia valdostana, frenata sul piano interno, dove i consumi privati si sono contratti soprattutto in ragione della marcata riduzione del reddito disponibile, con un mercato del lavoro in affanno. Dario Ceccarelli, Capo dell’Osservatorio economico e sociale della Regione - Il rapporto è una fotografia che focalizza l’attenzione sul fatto che anche la nostra Regione ha subìto l’impatto della crisi internazionale e delle altre difficoltà che si sono sommate in questo periodo. Ma l’obiettivo di questo studio non era tanto mettere in luce questo aspetto, perché di analisi di questo tipo se ne sono fatte diverse, anche da noi. Volevamo invece capire, attraverso questo studio, se l’attuale congiuntura avesse prodotto degli effetti di modificazione strutturale della nostra società, modificazioni che cambiano alla radice il nostro modo di agire, di essere, le nostre disponibilità. Da questo punto di vista si cominciano a intravedere linee interessanti, anche se i dati non sono così robusti trovandoci ancora in una fase molto confusa, dinamica, che cambia ogni giorno e considerando la cautela che ci vuole con i nostri dati, visto che si tratta di numeri piccoli e basta poco perché si verifichino degli spostamenti in termini relativi molto importanti. Tutto ciò premesso, possiamo dire che emergono alcune linee di cambiamento di fondo importanti che testimoniano quanto l’impatto di fenomeni tanto rilevanti non siano affatto secondari. Uno sforzo di rendicontazione che, secondo il Professor Giuseppe De Rita, ha il merito di aiutare la società valdostana ad avere consapevolezza e coscienza di sé. Giuseppe De Rita, Presidente della Fondazione Courmayeur Mont Blanc e della Fondazione Censis - Una società ha bisogno di essere cosciente di quello che è perché altrimenti non ha propulsione in avanti, si siede e i fenomeni gli scorrono sopra e incidono su quella società in maniera pesante. Tante volte lo sviluppo ha creato una diversità antropologica, ora la crisi sta creando una diversità antropologica nel paese. Proprio perché non c’è questa volontà di capire, di guardarsi allo specchio, si vive il presente senza il passato, senza il futuro e quindi si decade. È possibile che una società faccia livelli di autocoscienza per fare autopropulsione in avanti successivamente. Questo è il punto cruciale di una società, anche come quella valdostana di oggi, dove in pratica la sospensione fra il ritorno indietro e l’andare in avanti è condizionata dal fatto che non si sa cosa siamo e cosa vogliamo.  
   
 

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