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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Gennaio 2014
 
   
  LA STRATEGIA DEL PEAR: PRIORITA’ ALLE FONTI RINNOVABILI

 
   
  Ancona, 13 gennaio 2013 - Il Pear si basa su tre assi principali con priorità alle fonti rinnovabili, insieme a risparmio energetico e cogenerazione distribuita, al fine della copertura del deficit regionale. Al 2012 il deficit energetico regionale è pari a -3.899 Gwh (-48,9%) rispetto a un fabbisogno di 7.991 Gwh (Dati Terna). L’obiettivo del Burden Sharing (regionalizzazione del target di produzione energetica da fonte rinnovabile elettrica e termica attribuito dalla Ue all’Italia) rappresenta la principale sfida dei prossimi anni, considerato anche il rischio di commissariamento connesso al mancato raggiungimento dell’obiettivo regionale assegnato. Il Burden Sharing assegna alle Marche la quota di condivisione dell’obiettivo di produzione da fonti rinnovabili del 15,4%. Burden Sharing nelle Marche (valori %): ____________________________________________________ 2010 2012 2014 2016 2018 2020 Dati consuntivi 2,6 4,5 Obiettivi 6,7 8,3 10,1 12,4 15,4 ____________________________________________________ La realizzazione di impianti a biogas e biomasse costituisce un’azione specifica prevista dal Pear per lo sviluppo delle fonti rinnovabili: rispetto a un obiettivo di 360 Gwh previsto al 2015, gli impianti realizzati al 2012 contribuiscono per 109,7 Gwh. Principi Ispiratori Dell’azione Regionale: Legalita’ E Trasparenza • La Regione Marche ha approvato nel 2012 una legge in materia di Via (lr 3/2012) che era l’esatta attuazione di legge dello Stato, competente in via esclusiva in tema ambientale. • Lo stesso Governo nazionale ha impugnato questa legge delle Marche, ma non quelle – analoghe – delle altre Regioni, per una violazione della direttiva comunitaria, in realtà riferibile direttamente alla normativa statale. A seguito di tale impugnazione, la Corte costituzionale ha parzialmente annullato la legge regionale. • La Regione, forte della trasparenza e correttezza del proprio operato, non aveva nel frattempo interrotto la propria attività amministrativa in materia e, in seguito alla sentenza della Corte costituzionale, si è trovata a dover assumere sulle proprie spalle tutte le contraddizioni emerse. Proposta Di Legge Relativa Alle Biomasse (n.384/2013): Finalita’ • Le contraddizioni tra la normativa statale e quella comunitaria hanno imposto alla Regione di prevedere la “rinnovazione” dei procedimenti autorizzatori di impianti a biomasse già conclusi, per integrarli con la Via, secondo quanto richiesto dalla Corte costituzionale e dalla magistratura amministrativa. Tale Via diviene di competenza delle Province e i relativi esiti non sono prevedibili. • La Regione, in assenza di un intervento normativo, è esposta a rilevantissimi risarcimenti dei danni, per i quali sono state già avanzate istanze alla magistratura che, al momento, ammontano a circa 13 milioni di euro. Ulteriori azioni, per centinaia di milioni di euro, sono già state annunciate. Principio generale vuole che ogni amministrazione assuma tutte le iniziativa necessarie ad escludere il risarcimento dei danni e, dunque, il conseguente pregiudizio per le risorse pubbliche. • Da tutto ciò è scaturita la necessità della proposta di legge n. 384/2013, adottata dalla Giunta regionale il 16 dicembre 2013. Tale proposta, in particolare, dispone la rinnovazione dei procedimenti di autorizzazione di impianti, previa richiesta dei soggetti interessati, da presentare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge. Le Iniziative Del Governo Regionale Per Superare Le Contraddizioni Tra Normativa Statale E Comunitaria Dopo La Sentenza Della Corte Costituzionale • A seguito del deposito della sentenza della Corte costituzionale n. 93/2013, la Giunta regionale si adegua immediatamente introducendo la valutazione dei progetti indipendentemente dalle soglie dimensionali. Il testo è in discussione presso l’Assemblea legislativa regionale. • Il presidente della Giunta regionale investe direttamente il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri dell’Ambiente, Sviluppo economico, Affari europei, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, delle seguenti questioni: - le disposizioni oggetto della dichiarazione di illegittimità sono state approvate dall’Assemblea legislativa delle Marche in adempimento di un preciso obbligo di adeguamento al decreto legislativo n. 152/2006, che contiene la disciplina statale della Via. Tale obbligo grava sulla Regione in relazione alla competenza legislativa esclusiva in materia di tutela dell’ambiente attribuita allo Stato dalla Costituzione; - sullo stesso decreto legislativo la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione che riguarda, tra l’altro, le soglie dimensionali al di sotto delle quali non sono necessarie né una procedura di Via, né una procedura di verifica caso per caso - il non corretto recepimento di una direttiva comunitaria da parte dello Stato si è riversato negativamente sulla Regione Marche, che si era adeguata alla normativa nazionale; - si è determinata, per la realtà produttiva marchigiana, un’ingiustificata disparità di condizioni rispetto ad altre Regioni, nelle quali, in conseguenza della mancata impugnativa da parte del Governo, continua ad essere in vigore una disciplina analoga a quella che nelle Marche è stata dichiarata illegittima; - tale situazione, già di per sé difficilmente sostenibile, è resa più preoccupante nel contesto attuale, pesantemente segnato dalla crisi economica, che non consente pericolose scorciatoie e richiede la massima sinergia e corresponsabilità nelle scelte, insieme alla certezza dei riferimenti normativi. • Di fronte a tali contraddizioni il Governo regionale ha chiesto iniziative legislative statali per ricostruire un quadro di uniformità e di certezza del diritto in tutto il territorio nazionale. Tale posizione delle Marche è stata fatta propria anche dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. • Il Ministro dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare comunica al Presidente della Conferenza che il tentativo di inserire una disposizione già nel disegno di legge europea 2013 “non è andato a buon fine”. Comunica, inoltre, che “la disposizione verrà riproposta in altra sede, appena possibile”. • Con la legge nazionale n. 97/2013 è stato ulteriormente dilazionata la soluzione del problema dell’adeguamento della normativa statale alla normativa comunitaria. Prevede infatti, entro 60 giorni, l’adozione, da parte del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di linee guida sull’individuazione dei criteri e delle soglie per l’assoggettamento a Via, in base alle quali le Regioni adottano la propria disciplina.  
   
 

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