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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Gennaio 2014
 
   
  L’ASSISTENZA ALLO SVILUPPO FORNITA DALL’UE ALL’ASIA CENTRALE È BEN PIANIFICATA, MA L’ATTUAZIONE È LENTA E NON UNIFORME – AFFERMA LA CORTE DEI CONTI EUROPEA

 
   
  Lussemburgo, 15 gennaio 2014 - La Corte dei conti europea ha appena pubblicato una relazione speciale (n. 13/2013) su “L’assistenza allo sviluppo fornita dall’Ue all’Asia centrale”. La Corte ha esaminato come la Commissione e il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) abbiano pianificato e gestito l’assistenza allo sviluppo a favore delle repubbliche centroasiatiche (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan) nel periodo 2007 - 2012. Dall’audit è emerso che la Commissione e il Seae si sono notevolmente impegnati, in circostanze difficili, a pianificare e realizzare il programma di assistenza. La pianificazione e l’assegnazione dell’assistenza sono risultate in genere soddisfacenti, ma l’attuazione è stata lenta e non uniforme. La Commissione ha discusso le priorità con i paesi partner e cercato di allineare i propri piani di spesa con le loro priorità nazionali. La distribuzione geografica degli aiuti ha tenuto conto della prosperità relativa. I progetti selezionati per il sostegno dell’Ue hanno contribuito tutti al raggiungimento degli obiettivi generali definiti nel documento di strategia regionale. Tuttavia, la Commissione ha fornito assistenza a un numero di settori maggiore di quello che può ritenersi conforme alla migliore prassi. La Commissione ha usato diverse modalità di erogazione per attuare i propri piani. Ha creato un ampio numero di piccoli progetti, che hanno generato un maggiore onere amministrativo per le delegazioni. La gestione del programma è stata resa più complessa dalla grande varietà di strumenti finanziari presenti e dai diversi canali di comunicazione delle informazioni, per cui è difficile stabilire quanto l’Ue abbia speso per settore e per paese in Asia centrale. Inoltre, la Commissione non ha cercato di valutare i costi amministrativi generali del proprio programma di assistenza allo sviluppo per l’Asia centrale. La Commissione avrebbe potuto e dovuto essere più rigorosa nel gestire i propri programmi di sostegno al bilancio in Tagikistan e Kirghizistan e abbinarli a specifiche misure anticorruzione. Le decisioni di esborso erano basate sugli impegni di riforma dei paesi partner piuttosto che sugli effettivi progressi. L’attuazione è stata nel complesso lenta, benché con qualche notevole variazione. I programmi regionali non hanno raggiunto una vera e propria dimensione regionale; molti di loro consistevano semplicemente in strumenti “multipaese” messi a disposizione di ogni paese partner singolarmente. La Commissione ha posto in essere meccanismi per trarre insegnamenti dall’esperienza e migliorare i propri programmi nel tempo. Questa procedura ha dato i suoi frutti, ma in alcuni casi non in tempo utile, mentre in altri non si è tenuto conto di raccomandazioni utili. Le sue relazioni si sono incentrate sulle attività piuttosto che sui risultati. Sulla base di quanto constatato, la Corte raccomanda al Seae e alla Commissione di: progettare i futuri programmi regionali in modo che siano in grado di conseguire una vera e propria dimensione regionale; concentrare tutta l’assistenza fornita su un piccolo numero di settori; definire un sistema per il calcolo e la rendicontazione dei costi amministrativi complessivi derivati dalla fornitura dell’assistenza allo sviluppo; definire e applicare condizioni rigorose e oggettivamente verificabili per gli eventuali programmi di sostegno al bilancio che proseguono, in particolare prestando sufficiente attenzione a sostenere i dispositivi anticorruzione; migliorare la concezione e l’attuazione dei programmi alla luce degli insegnamenti tratti e dell’evoluzione delle circostanze; rendere conto dei risultati e dell’impatto in modo da consentire un confronto con i piani e gli obiettivi.  
   
 

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