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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Marzo 2007
 
   
  RADIO 1 RAI: AMBRA ANGIOLINI AL COMUNICATTIVO DI IGOR RIGHETTI “A FINE MARZO TORNO SU RAITRE” “L’AEREO MI PROVOCA ATTACCHI DI PANICO”

 
   
   Roma, 20 marzo 2007 - Venerdì 16 marzo su Radio 1 la presentatrice radiotelevisiva e attrice Ambra Angiolini è stata l’ospite del “Confessionale del Comunicattivo”, programma di infotainment ideato e condotto dal massmediologo Igor Righetti dedicato alla comunicazione in tutte le sue forme e linguaggi. Ecco un estratto dell´intervista. Chi è Ambra Angiolini? Una donna di quasi trent’anni, molto semplice con qualche esperienza qua e là nel mondo dello spettacolo, ma fondamentalmente molto serena. In questo periodo sei al cinema con “Saturno contro” film di Ferzan Ozpetek con il quale abbiamo festeggiato le mille puntate del Comunicattivo, in cui interpreti, in modo magistrale, una ragazza appassionata di astrologia fumatrice e drogata. Quanto del personaggio condividi? Non condivido tutte le cose che hai appena elencato però so che ci sono degli stati d’animo che ti portano a sfogare l’infelicità attraverso pratiche non comuni a tutti. Quelle le condivido. Condivido la fragilità, l’insicurezza, la versatilità di Roberta che è il mio personaggio nel film di Ferzan. È stato il tuo primo film sul grande schermo. Quali difficoltà hai riscontrato rispetto alle fiction televisive alle quali avevi preso parte? Non ho avuto nessuna difficoltà a parte la mia emotività, la paura, il terrore che si leggeva nei miei occhi soprattutto i primi giorni nella lettura della sceneggiatura a casa di Ferzan perché al mondo del cinema è facile abituarsi. È un mondo fatto di orari pazzeschi, è una macchina perfetta che gira in un mondo davvero incredibile, sai sempre dove devi stare, con chi devi parlare, a che ora devi essere pronta e a che ora finirai. Il mondo che frequento è fatto di maggiore approssimazione, non che sia un difetto ma è la realtà. In “Saturno contro” è fondamentale il concetto di famiglia nel senso allargato del termine. Tu, il tuo compagno Francesco Renga e i tuoi figli Jolanda e Leonardo che tipo di famiglia siete? Non siamo una famiglia di serie B, siamo una famiglia di serie A, siamo una famiglia. Già la parola mi sembra importante con tutte le cose belle e le cose pesanti che comporta lo stare sempre insieme. Superare sempre la quotidianità che forse è una delle cose più difficili da vivere con leggerezza perché ci sono in mezzo tanti rapporti, il senso di responsabilità che ci lega ai nostri figli, l’amore, la paura per ogni cosa che succede e che è fuori dal nostro controllo. È un meraviglioso impegno e come tale ti dà preoccupazioni. Credo che siamo un bell’esempio di famiglia moderna. Fin da quando eri bambina arde in te il fuoco dello spettacolo, quali erano i tuoi miti? Da ragazzina in realtà il fuoco dello spettacolo me lo ha acceso Gianni Boncompagni, non ero nemmeno cosciente di poterlo fare. Mi piaceva molto Lorella Cuccarini, che ballando era il mio mito assoluto e credo ancora sia una delle più grandi in questo settore, come personaggio televisivo completo di serietà e di coerenza. Esordisti in tv dopo un provino come ballerina per il programma “Bulli e pupe” incoraggiata dalla tua maestra di danza. Avresti mai partecipato agli attuali talent reality come “Amici di Maria De Filippi?” Non lo so, me lo sono chiesto tante volte perché è una di quelle cose che ogni tanto guardo. Forse se hai l’ambizione per quella cosa ti fa anche piacere provare, tentare la scuola. Ci sono situazioni che sono abbastanza televisive come le liti furiose. Poi so che ormai litigano pure gli insegnanti. È diventata una cosa molto più grande rispetto a quando è iniziata. Per come era concepita all’inizio probabilmente avrei partecipato. Penso che se si ha quell’ambizione si potrebbe avere voglia di provare. Sei stata molto criticata in passato per la tua conduzione di “Non è la rai” in cui tramite un auricolare prendevi consigli da Boncompagni. Oggi tutti i presentatori televisivi e gli anchorman dei telegiornali si affidano al gobbo elettronico. Pensi di essere stata un’anticipatrice? In questo sono la più vecchia. Sono già in pensione. Dai tuoi esordi a oggi hai avuto esperienze televisive, musicali, radiofoniche e ora cinematografiche. In quale ambiente ti sei trovata più a tuo agio? A parte il cinema, perché credo che l’esperienza che ho avuto con Ferzan sia stata troppo bella, quindi devo ancora capire se ce ne sarà una seconda, in che modo ho iniziato a muovere i primi passi. Credo che l’ambiente in cui riesco a essere più serena e più tranquilla sia proprio la radio. Che rapporto hai con il tempo che passa? Il tempo che passa è sempre da debuttante. Per gli altri mi è impossibile crescere e mi sembra ottimo perché sono sempre considerata come quella che deve ancora fare, dire e continua a debuttare in vari ambienti. Per cui mi sembra difficile avere un cattivo rapporto con il tempo che passa. Se non lo sentono gli altri perché dovrei sentirlo io? Lavori da quando avevi quindici anni. A che cosa hai dovuto rinunciare? Ho dovuto rinunciare a periodi, poi ho cercato di recuperare in altri in cui le cose andavano meno bene professionalmente. Forse nella prima fase ho rinunciato, lo posso dire oggi che ho 29 anni, ai rapporti personali. Non ho avuto la possibilità di crescere umanamente perché ho trascurato amicizie, amori e mi sono ritrovata a vent’anni con le idee confuse. C’è un personaggio del mondo dello spettacolo con cui non lavoreresti mai o con il quale ti sei trovata male? Ho sempre lavorato da sola e quando mi è capitato di lavorare in coppia sono stata fortunata. Ho lavorato con Baudo che però con me si è comportato bene. Conosco Pippo e so bene di che cosa soffra, per alcune persone parte, diventa il primo fan, dà la possibilità di esprimerti ma sa anche togliere spazio se capisce che non te lo meriti. È il suo bello. Ho lavorato con Celentano per altre cose, credo di avere più o meno retto l’impatto con i grandi. Non c’è nessuno con il quale mi sia trovata veramente male. Non con personaggi televisivi. Certe volte ho avuto grossi problemi con redazioni e autori, ma in video con le persone che fanno il mio lavoro quasi mai, anche perché ne ho frequentate poche. La tua sensibilità emotiva quanto si è accentuata con la nascita dei tuoi due figli? Tantissimo. Quasi sfiora la paranoia. Rimpianti? A quasi trent’anni nessuno. L’unico rimpianto forse è la velocità con la quale mi sono capitate certe cose, un po’ presto rispetto a quelli che di solito sono gli appuntamenti che ci aspettano nella vita e che adesso si sono spostati di dieci anni, di una generazione. Mi sono dovuta svegliare per forza di cose e magari avrei potuto vivere con un po’ di leggerezza in più. Dopo che ne hai viste e sentite tante ci vuole tempo per curarsi. Appari come una ragazza disinibita e sicura di sé. Quanta recita c’è in questa parte? Non è una recita. Ragionavo proprio oggi sul fatto che questa cosa non è cresciuta con me. Quello che ero da ragazzina, che mostravo, era proprio l’indisponenza, la presunzione di tutti i ragazzini di quell’età, accentuata dal fatto che trattavo certi argomenti e chiamavo per nome persone che non sono i tuoi vicini di casa. Poi le cose ovviamente vanno avanti, una persona si deve evolvere, deve trovare un’altra strada e guardarsi da lontano, criticare quello che non piace più di se stessi. Anche se per certi versi lo trovo geniale. Ti senti più bella ora o al tempo dei tuoi esordi? Con qualche anno in più mi sento meglio. Sei superstiziosa? Lo sono stata. Adesso mi è passata questa mania, ma ne ho altre. Per esempio? Non prendo più l’aereo. Ho continui attacchi di panico, mi attacco alle giacche del pilota o degli assistenti di volo. Le compagnie aeree avevano minacciato di segnalarmi per non farmi più salire. È una grossa verità, qualcuno mi ha incontrata e saprà di che cosa sto parlando. Da quanto tempo ne soffri? Durante la prima gravidanza e tutti mi dicevano “passerà, è normale”. Invece con la seconda gravidanza la situazione è peggiorata. Credo di essere diventata un caso limite. Non c’è due senza tre, magari alla terza gravidanza si sistemerà tutto… Ma devono passare però cinque anni. Che cosa non rifaresti? Il dietro le quinte è sempre molto complicato per chi non lo vive. Credo di avere avuto momenti di profonda stanchezza che non giustificavano un atteggiamento negativo, delle uscite non proprio felici con persone che non rientravano tra quelle da odiare se le cose stavano andando male. Me la sono presa troppo spesso con persone che non erano responsabili di certi insuccessi. Questo atteggiamento non lo condivido, non lo apprezzo e credo di aver lavorato parecchio negli anni per correggerlo. Che cosa ti ha colpito di Francesco Renga? Le mie stesse cose. Lo vedevo così diverso, sapevo del suo passato rock quindi ero molto spaventata. Ci siamo studiati a distanza per un paio d’anni prima di riuscire a capire che potevamo stare insieme. La cosa che poi mi ha colpito, l’unica sera nella quale abbiamo parlato e che mi sono scoperta innamorata di lui, è stata la sua fragilità, l’insicurezza. In realtà credo che per lui siano state armi pazzesche perché sono quello che oggi credo sia anche la mia vita. Mostrarsi così come sei e lasciare a bocca aperta chiunque perché non hai nulla da dire se sei il primo a cui non piacciono delle cose di te. E lui faceva lo stesso discorso con me, mi metteva davanti tutto quello che non apprezzava di se stesso. Mi faceva sorridere questa cosa perché era un atteggiamento abbastanza curioso, molto simile al mio modo di essere. Progetti? In questo momento nessuno a parte il programma di Raitre che riprenderà a fine marzo in seconda serata. Era un progetto che esisteva da prima di fare il film e che mi è sembrato giusto rispettare, mantenere e onorare. Penso di voler andare un po’ in vacanza con i bambini e con Francesco per cercare di non fare passi che siano azzardati o che possano sembrare inspiegabili o difficili da capire. C’è bisogno sempre di prendersi un po’ di respiro dopo cose come quella che mi è successa con il film. Hai già avuto qualche altra proposta dopo il film? Tanti bellissimi complimenti, lusinghe di ogni tipo. Il mio orecchio ormai è abbastanza abituato a cose del genere quindi so dare a tutto il valore che merita. Poi se arriveranno davvero proposte concrete e importanti sarò la prima a prenderle in considerazione. In questo momento sono serena. Carta canta, vuoi vedere le sceneggiature… L’unica cosa che ho chiesto al “Signore degli anelli” è di diventare come Penélope Cruz per Almodòvar, voglio fare solo i film di Ferzan. Certo, con 250 mila euro per un’ospitata al Festival di Sanremo… Mi trucco anche da sola e il vestito me lo porto da casa. .  
   
 

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