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Notiziario Marketpress di Venerdì 31 Gennaio 2014
 
   
  I CANTANTI AS.LI.CO. PORTANO FIGARO A CHIASSO

 
   
   Figaro, il barbiere più famoso del mondo, calcherà il palcoscenico del Cinema Teatro di Chiasso, domenica 9 febbraio alle 16.00, con lo spettacolo “Il barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini (su libretto di Cesare Sterbini) portato in scena dai Cantanti As.li.co del Teatro Sociale di Como. A dare voce ai personaggi del capolavoro comico rossiniano saranno Marco Mustaro, Stefano Sorrentino, Giovanni Romeo, Olesya Chuprinova, Marianna Vinci, Gabriele Nani, Francesco Paolo Vultaggio, Costantino Finucci, Daniele Caputo, Luca Vianello e Nancy Lombardo, per la regia di Danilo Rubeca. La prima volta che incontriamo Figaro nell’opera di Rossini lo vediamo dirigersi di corsa verso la sua bottega. È l’alba e il nuovo giorno sta per iniziare, come sempre ricco di mille avventure. Non siamo sicuri che gli interessi molto il lavoro di barbiere, ma possiamo giurare che farà di tutto per contentare i capricci di chiunque richieda i suoi servigi. Soprattutto quando c’è di mezzo l’amore e se può ricavarne qualche soldo per sé. Figaro non è mai nella sua bottega. Lo troviamo un po’ ovunque, secondo il caso o la necessità. Come un vero deus ex-machina giunge sempre al momento giusto nel posto giusto. È un personaggio che afferra, ma non si lascia afferrare. Sulla scena vedremo la bottega ideale di Figaro: la sua mente, la realtà che lo circonda. Una realtà ricca di oggetti il cui senso verrà svelato via via dal protagonista. Che si tratti di orologi, strumenti da barbiere, guardaroba, libri, rotoli di pergamene, strumenti musicali, la maquette di un teatro, un busto di Rossini, scale, nature morte, sfere di cristallo, piante, le tavole dell’Encyclopédie di Diderot e D’alembert, quello che importa è che a dare loro un significato, a farle vivere per noi sarà solamente la fervida immaginazione del protagonista. Persino la casa di Bartolo verrà via via inglobata, assorbita e per così dire colonizzata dagli oggetti di Figaro. Perché gli oggetti rappresentano Figaro stesso, sono la sua realtà e non è dato di conoscerne un’altra.  
   
 

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