Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 04 Febbraio 2014
 
   
  NITRATI, LOMBARDIA: ROAD MAP PER RIVEDERE ZONE VULNERABILI

 
   
  Milano - Una "road map" per rivedere le zone vulnerabili ai nitrati della Lombardia e attivare un dialogo diretto con l´Europa, con l´obiettivo di riformulare una normativa comunitaria palesemente antiquata (risale infatti al 1991), ridisegnandola nei parametri e nei compiti, sulla base delle effettive sorgenti inquinanti. Coinvolgere Stati Su Tema - "Quello che serve è un nuovo approccio al tema dei nitrati, per tutelare il comparto zootecnico lombardo e, nell´ottica, di tutta l´area padana. È auspicabile però coinvolgere sull´argomento non soltanto il bacino padano, ma anche altri Stati membri che evidenziano problemi di gestione della direttiva, come Francia, Germania e Olanda". Lo afferma l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, che ha presentato una comunicazione alla Giunta regionale - insieme con la collega Claudia Maria Terzi (Ambiente, Energia, Sviluppo sostenibile) - nella quale si fa il punto sullo stato di avanzamento delle azioni, per rivedere la Direttiva nitrati e le zone vulnerabili ai nitrati, aree che impongono il limite dei 170 chilogrammi di azoto per ettaro in un anno. Risultanze Scientifiche - "Le ricerche che Regione Lombardia ha commissionato all´Università di Milano, ad Arpa, Ersaf, Cnr Pavia - dice Fava - hanno messo in evidenza che è sull´azoto totale e non sull´azoto organico che bisogna agire, se si vuole ridurre la pressione sulla qualità delle acque". Significa che è necessario che la quantità di azoto totale immessa nel terreno per supportare le produzioni agricole non sia superiore alla quantità di azoto di cui la pianta coltivata necessita per la sua crescita. "Il paradigma è che con nuove e migliori tecniche di gestione dell´azoto zootecnico - spiega l´assessore lombardo Fava - è possibile concimare le colture agrarie, garantendo loro l´intero fabbisogno nei momenti di maggior assorbimento, senza introdurre azoto in eccesso nel sistema e senza intaccare la qualità delle acque. I dati e gli scenari proposti da Ersaf con la rete ´Armosa´ supportano questa impostazione". Più Flessibilità Per Aziende - Seguendo questa logica, il limite dei 170 chilogrammi per ettaro l´anno di azoto di origine zootecnica verrebbe superato dal fabbisogno azotato di ogni coltura praticata dall´azienda agricola, anche indipendentemente dalla zona in cui ricade l´azienda, vulnerabile o meno. Il limite alla quantità di azoto da apportare a ciascuna coltura è stato già individuato con la tabella dei ´Massimi standard di azoto efficiente distribuibile alle colture´ (Mas), stabiliti in maniera condivisa dalle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-romagna e introdotti nei rispettivi programmi d´azione per le zone vulnerabili, entrati in vigore il 1 gennaio 2012 con durata quadriennale. Lombardia Punta A Meccanismi Più Flessibili - Questi parametri, già proposti a Bruxelles in fase di concessione della deroga del 3 novembre 2011 a favore delle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, hanno portato la Commissione europea ad accogliere il principio che, a determinate condizioni, nelle zone vulnerabili le aziende possono elevare il limite di concimazione a 250 chilogrammi per ettaro l´anno, senza che la qualità delle acque ne risenta. La Lombardia punta a superare il limite generale imposto dalla deroga e a introdurre meccanismi più flessibili e adattabili alle diverse aziende, comunque tali da ridurre l´impatto della fertilizzazione azotata sulle acque. Le Tappe Di Avvicinamento - Gli Assessorati all´Agricoltura e Ambiente della Lombardia hanno già ipotizzato alcune tappe. Entro il mese di febbraio verrà organizzato un workshop di presentazione del lavoro svolto e delle conclusioni ipotizzabili per la revisione delle zone vulnerabili (Zvn), al quale saranno invitati i rappresentanti dei Ministeri delle Politiche agricole e dell´Ambiente e di Ispra, le organizzazioni agricole, le Regioni del bacino padano, l´Autorità di bacino per il Po. Nei due mesi successivi verrà avviato un dialogo diretto con la Direzione Ambiente della Commissione europea, con lo scopo di rivedere le Zvn. Alla luce del negoziato, poi, entro il 2014 la Giunta approverà la nuova mappatura delle zone vulnerabili.  
   
 

<<BACK