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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Febbraio 2014
 
   
  FRONTALIERI, MARONI: NOSTRI LAVORATORI NON SONO RATTI

 
   
  Milano, 6 febbraio 2014 - "Abbiamo ottimi rapporti di buon vicinato con il Cantone Ticino, ma gli Svizzeri non possono considerare i lavoratori lombardi come dei topi. Sono lavoratori che operano oltre confine, hanno una dignità che va rispettata. Si tratta di persone che svolgono la loro professione, rendendo un servizio alla società ticinese. Senza questi lavoratori, di là, non so cosa potrebbe accadere". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia in un passaggio del suo intervento all´assemblea dell´Alleanza delle cooperative italiane - Lombardia, facendo riferimento alla questione dei frontalieri in relazione al referendum federale del 9 febbraio, con cui l´elettorato svizzero sarà chiamato a votare sull´iniziativa che vuole rinegoziare i trattati con l´Unione europea per la libera circolazione delle persone. Vogliamo Chiarezza Da Lugano E Da Roma - "In casa propria - ha spiegato Maroni - ciascuno è libero di decidere come meglio crede, ma i nostri lavoratori hanno una dignità, che va rispettata. Noi li sosteniamo, come sosteniamo le nostre imprese, creando le condizioni affinché scelgano di restare in Lombardia invece di delocalizzare altrove. Vogliamo un rapporto di leale collaborazione fra Istituzioni, altrimenti ognuno seguirà la propria strada e prenderà le proprie decisioni. Noi siamo determinati a far valere le nostre ragioni, sia con gli amici ticinesi sia con il Governo di Roma". Governo Ci Coinvolga Su Ristorni - In relazione al Governo nazionale, il presidente ha fatto presente che Palazzo Chigi, "non può pensare di mettere mano agli accordi di carattere finanziario sui ristorni della Svizzera verso i Comuni lombardi senza coinvolgere la Regione Lombardia. Oggi e domani sarò a Roma, incontrerò diversi esponenti dell´Esecutivo, fra i quali il ministro Saccomanni, al quale dirò esattamente questo". "Fa bene ad andare a Berna a trattare - ha osservato - ma siccome questo accordo ha un impatto diretto sulla nostra regione, sui Comuni frontalieri e sui cittadini lombardi che lavorano in Svizzera, prima di prendere le decisioni deve coinvolgere anche la Regione Lombardia".  
   
 

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