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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Febbraio 2014
 
   
  REGGIO EMILIA, MANIFATTURIERO, RALLENTA LA CADUTA

 
   
  Reggio Emilia, 12 febbraio 2014 - Anche nel quarto trimestre 2013 è proseguita la decelerazione della caduta della produzione manifatturiera reggiana. Lo rileva l’indagine congiunturale trimestrale condotta dal sistema camerale ed analizzata dall’ufficio Studi della Camera di Commercio. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i volumi produttivi sono diminuiti dell’1,2% dopo il -2,6% ed il -5,6% rilevati rispettivamente nel terzo e nel secondo trimestre dell’anno. Dall’indagine emerge nuovamente la conferma che sono ancora una volta i mercati esteri a consentire alle nostre imprese di contenere la caduta. Il fatturato oltre frontiera risulta infatti cresciuto dell’1,6% e gli ordini del 5,2%. Nonostante queste buone performance sull’estero, il fatturato e gli ordini analizzati nel loro complesso registrano ancora un tendenziale calo (rispettivamente -1,2% e -0,9%) dovuto alla stagnazione del mercato interno. Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini, così come il grado di utilizzo impianti tende lentamente a crescere. Le settimane di produzione assicurate in media hanno raggiunto quota 7,8 a fronte delle 6,7 di un anno prima e gli impianti risultano utilizzati all’84,2% della loro capacità produttiva (era il 78,9% un anno prima) Dall’analisi dell’andamento dei principali comparti del manifatturiero emerge poi che la produzione dell’ultimo quadrimestre 2013 è risultata in aumento rispetto all’anno precedente solo per l’elettrico-elettronico e per le materie plastiche. Per gli altri comparti i cali oscillano fra l’1,1% dell’alimentare e il 4,2% dell’abbigliamento. Distintamente per classe dimensionale, sono solo le grandi aziende (quelle con 50 dipendenti ed oltre) a registrare un’evoluzione leggermente in aumento (+0,4%). In calo, anche se in decelerazione rispetto al passato, la produzione per le medie (-1,7%, mentre era -5,9% un anno prima) e le piccole imprese (-5,1%, quando era -7,9% nel 4° trimestre 2012). Le previsioni circa l’immediato futuro restano improntate al pessimismo. Il saldo tra la percentuale di aziende che prevedono aumenti e quelle che prevedono flessioni è infatti negativo per tutte le variabili prese in considerazione: produzione, fatturato, ordini, inclusi gli esteri.  
   
 

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