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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Febbraio 2014
 
   
  DALLA RICERCA MACH UN MODELLO DI CONFERENZA PER GLI SCIENZIATI

 
   
  Trento, 12 febbraio 2014 - Come far emergere nuove idee nell’ambito una conferenza scientifica? Per 450 anni è stata un’impresa, ma da oggi sarà più semplice per i giovani ricercatori “rompere il ghiaccio” ed affermare le proprie teorie. E questo grazie al modello matematico messo a punto dai ricercatori della Fondazione Edmund Mach e dell’Università di Cambridge che consente di massimizzare l´efficienza delle conferenze come "incubatori" di innovazione. Pubblicato sulla prestigiosa rivista eLife, sarà presto pubblicizzato online da prestigiosi istituti del calibro della Cambridge University, King´s College London, Royal Society e Human Frontiers Science Program. L’articolo scientifico, intitolato “A Network Approach to mixing Delegates at Meetings” ovvero “Un approccio basato sulla teoria dei grafi per mescolare delegati a conferenze scientifiche” ha come primo firmatario Federico Vaggi e ultimi firmatari a pari merito Attila Csikasz-nagy della Fondazione Mach e Rafael Edgardo Carazo Salas della Cambridge University . L´obiettivo di una conferenza dovrebbe essere quello di stimolare il dibattito e nuove idee ma spesso accade che i ricercatori più giovani non riescono a partecipare a discussioni. Questo perché o la scena è dominata dal peso scientifico di ricercatori più esperti o anche perché la diversità degli ambiti di ricerca rende difficoltoso individuare spazi comuni su cui instaurare una discussione. Ebbene, il lavoro di Vaggi e Csikasz-nagy, che include anche il contributo di Tommaso Schiavinotto che opera in una start-up trentina e si è avvalso della somministrazione di un questionario nell’ambito di alcune conferenze, riguarda la sviluppo di un modello basato su algoritmi che mette in relazione i partecipanti che hanno la maggiore possibilità di avere interessi comuni e con i quali non vi sono precedentemente state occasioni di incontro. “Un approccio –spiegano gli autori- che per la comunità scientifica potrebbe effettivamente rivelarsi vincente - perché funziona da ´rompi ghiaccio´ per favorire interazioni tra gruppi che normalmente non interagiscono facilmente”.  
   
 

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