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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Febbraio 2014
 
   
  NITRATI, LOMBARDIA: DA UNO STUDIO SCIENTIFICO LA NUOVA MAPPA

 
   
  Milano - La nuova mappa dei nitrati in Lombardia è ancora da completare, ma i primi risultati sono altamente soddisfacenti. I nuovi dati scientifici, voluti dall´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, potrebbero portare a un alleggerimento delle zone vulnerabili ai nitrati anche del 30-40 per cento. A beneficiarne, secondo la nuova mappa anticipata dal professore Marco Masetti, associato di Geologia applicata presso il Dipartimento di Scienze della terra dell´Università degli Studi di Milano, "sarebbero, in modo particolare, tutta la provincia di Mantova, parte del Cremonese e del Bresciano, nell´area di pianura". Rivedere Legislazione Iniqua - Proprio l´assessore Fava - che ha aperto il 13 febbraio pomeriggio il primo workshop sullo ´Stato di avanzamento dei lavori per la revisione delle zone vulnerabili´, al quale hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni agricole, degli Assessorati all´Agricoltura e all´Ambiente, dell´Ersaf, dell´Arpa e dell´Università degli Studi di Milano - ha sottolineato l´esigenza di "rivedere le aree vulnerabili ai nitrati, per tutelare la zootecnia e l´agricoltura". "Non possiamo applicare una norma europea che risale a oltre 20 anni fa, senza minimamente aggiornarla e senza individuare quali sono i soggetti responsabili dell´inquinamento da azoto - ha specificato Fava -. Ma, se questa è la posizione politica della Lombardia nei confronti di una normativa iniqua verso il mondo agricolo, per poterla contrastare servono dati tecnico-scientifici. Da qui l´esigenza della Regione di commissionare uno studio all´Università di Milano, per rivedere una legislazione che, per come è stata pensata, è impossibile da applicare". Zootecnia Non È Unica Responsabile - Rivedere le zone vulnerabili ai nitrati e individuare una nuova mappa sui territori di pianura della Lombardia permetterebbe di mettere in sicurezza un settore che conta oltre 17.000 allevamenti, con 1,5 milioni di bovini e 4,5 milioni di suini, all´interno di un sistema agroalimentare che in Lombardia garantisce 71.000 posti di lavoro. "Aver individuato la filiera zootecnica quale unico soggetto responsabile dell´apporto delle sostanze azotate è un errore di fondo - ha proseguito Fava -. Viviamo realtà fortemente antropizzata e addossare ogni responsabilità all´agricoltura è ingiusto e iniquo". Equilibrio Con L´ambiente - "È presto per lasciarsi andare a trionfalismi - ha detto il professor Masetti - ma, nonostante un uso agricolo del terreno abbastanza intenso, le aree, in particolare in provincia di Mantova, non risultano vulnerabili, per il fatto che si trovano in un contesto idrogeologico che favorisce la protezione degli acquiferi, ma anche perché le pratiche agricole hanno raggiunto un livello di utilizzo dei fertilizzanti che è in equilibrio con le esigenze dell´ambiente. Per gli stessi motivi, esce dai parametri vincolanti anche parte della provincia di Cremona e risulta in diminuzione anche la parte di pianura della provincia di Brescia". Importante Momento Di Riflessione - "Il workshop è stato un momento molto importante di riflessione comune sulle prospettive macroeconomiche e tecnologiche che conducono a possibili soluzioni applicabili nel breve periodo per la sostenibilità e la continuità del settore agro-zootecnico in Lombardia". Così l´assessore all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi, durante il suo intervento, che ha chiuso il ´Workshop sullo stato di avanzamento dei lavori per la revisione delle zone vulnerabili´. La Road Map - "Una road map per rivedere le zone vulnerabili della Lombardia - ha proseguito Terzi - e attivare un dialogo diretto con l´Europa, con l´obiettivo di riformulare una normativa comunitaria antiquata, che risale al 1991, ridisegnandola nei parametri e nei compiti, sulla base delle effettive sorgenti inquinanti". Gli Esiti Delle Ricerche - "Le ricerche che la Regione ha commissionato all´Università di Milano, Arpa, Ersaf e Cnr Pavia - ha fatto notare la titolare regionale dell´Ambiente - hanno messo in evidenza che è sull´azoto totale e non sull´azoto organico che bisogna agire, se si vuole ridurre la pressione sulla qualità delle acque". "È quindi necessario - ha aggiunto Terzi - che la quantità di azoto totale immessa nel terreno per supportare le produzioni agricole non sia superiore alla quantità di azoto di cui la pianta coltivata necessita per la crescita. La sfida è garantire quindi le colture agrarie senza intaccare la qualità delle acque". Le Tappe - "Grazie al lavoro congiunto degli Assessorati all´Agricoltura e all´Ambiente - ha ricordato l´assessore Terzi - nei mesi successivi verrà attivato un dialogo diretto con la Commissione Ambiente della Commissione europea, con lo scopo di rivedere le Zvn (Zone vulnerabili nitrati). Alla luce del negoziato poi, entro la fine del 2014, - ha annunciato - la Giunta approverà la nuova mappatura delle Zone vulnerabili". Ottica Di Integrazione - "La prospettiva di Regione Lombardia - ha concluso -, oltre che di forte critica nei confronti della normativa vigente, si basa sull´idea di conciliare l´ambiente con l´agricoltura e con le attività produttive, in un´ottica di integrazione".  
   
 

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