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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Marzo 2007
 
   
  DAL 22 ANNUAL EAU CONGRESS BERLIN 21 - 24 MARZO 2006 GLI ULTIMI PROGRESSI TERAPEUTICI PER CURARE LE MALATTIE URINARIE PIÙ DIFFUSE : VESCICA IPERATTIVA , IPERTROFIA PROSTATICA , TUMORE PROSTATICO

 
   
   Berlino, 21 marzo 2007 - Sindrome della vescica iperattiva un “nuovo” disturbo urologico che riguarda in Italia circa 3 milioni di persone - uomini e donne - anche in giovane età (oltre 50 milioni in tutto il mondo), devastante patologia emergente causata da contrazioni involontarie della vescica e caratterizzata dall’improvviso e irrefrenabile bisogno e frequenza di urinare , diurno e notturno, con o senza fughe di urina, “Questa malattia emergente e in allarmante aumento ”, dice il professor Lucio Miano, Professore Ordinario e Direttore Clinica Urologica Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia Università La Sapienza, Roma, sempre più diffusa tanto da superare l’asma e il diabete” , “ incide pesantemente sulla qualità della vita innescando ansia , depressione , tendenza a isolarsi e a evitare i rapporti interpersonali, le persone colpite limitano i propri spostamenti quotidiani ai soli luoghi e percorsi in cui conoscono la collocazione dei servizi igienici (la cosiddetta "mappatura delle toilette) , riducono l´assunzione di liquidi, evitano l´intimità sessuale e indossano assorbenti o pannoloni . Particolarmente critiche , aggiunge il professor Andrea Tubaro, “le conseguenze della patologia sulla sessualità. Secondo una ricerca europea su 500 donne con vescica iperattiva la mancanza di controllo della vescica con inadeguatezza fisica ed emotiva abbatte il desiderio e l’attività sessuale della coppia e addirittura a evitare una relazione sentimentale”. Nonostante la diffusione del problema solo una minoranza si rivolge al medico. Imbarazzo e vergogna impediscono di affrontare la malattia. “Ma questo disturbo, ricorda il professor Miano , “può ora essere invece curato efficacemente con i farmaci anticolinergici e tra questi la solifenacina già disponibile nel nostro Paese , la riabilitazione perineale, e la tossina botulinica . Nuovi farmaci - la terapia farmacologica per la sindrome della vescica iperattiva” si basa su farmaci antimuscarinici (o anticolinergici), i più usati sono l’ossibutinina, il trospio la tolterodina ai quali si aggiunge ora la solifenacina disponibile da oltre un anno in Italia , che agisce inibendo le contrazioni vescicali , diminuendo gli episodi di urgenza e frequenza minzionale e di incontinenza. L’innovativa molecola in base a studi internazionali su 3. 700 pazienti è caratterizzata da una maggior efficacia e tollerabilità - l’ 80% dei pazienti rimane in terapia per più di un anno – rispetto a quanto avviene con la somministrazione di altri farmaci. ” La riabilitazione perineale, aiuta con semplici esercizi di contrazione dei muscoli del perineo a rinforzare i muscoli della vescica riducendo la necessità di urinare . La “ginnastica” perineale è utile anche per imparare a sopprimere, o ad ignorare, il bisogno di urinare, aumentando gradualmente gli intervalli di tempo tra le minzioni . Il trattamento si effettua in ospedale a totale carico del Ssn . Botulino. L’iniezione di tossina botulinica nella parete vescicale è’ un approccio alternativo, minivasivo che rilassa i muscoli della vescica ripristinando un controllo dell’organo . Il trattamento , recentemente approdato in Italia, richiede dei “richiami durante l’anno”. I costi. Recenti stime indicano che il costo globale della sindrome della vescica iperattiva nel nostro Paese è di circa 600 milioni di euro all’anno, 500 euro l’anno per la collettività mentre il paziente spende in media 400 euro all’anno - in Italia infatti tutti i farmaci spcificici sono in fascia C, completamente a carico dei pazienti - i pannoloni sono invece rimborsati dal Ssn. Una anomalia tutta italiana: i pannoloni sono rimborsati dal Ssn, mentre i la terapia farmacologica è a carico dei pazienti. Tutti i farmaci sono in fascia C e quindi a totale carico dei pazienti . Il problema della vescica iperattiva incide infine, negativamente sul lavoro, determinando un aumento dei giorni di assenza per malattia. Vari studi hanno infatti evidenziato che la nicturia (la necessità di alzarsi una o più volte di notte per urinare) è strettamente correlata al numero di giornate lavorative perse per malattia . Vescica iperattiva qualche richiamo agli aspetti essenziali - La vescica iperattiva è un disturbo sempre più emergente Ma di che cosa si tratta esattamente? “Secondo la definizione dell’International Continence Society”, spiega il professor, Lucio Miano, Professore Ordinario e Direttore Clinica Urologica Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia Università La Sapienza, Roma “la sindrome della vescica iperattiva causata da contrazioni , spasmi involontari della vescica è caratterizzata da una serie di sintomi come l’ urgenza minzionale, solitamente associata a frequenza - più di 8 volte al giorno - la nicturia cioè il bisogno di urinare più volte durante la notte (causa di serie alterazioni del ritmo del sonno) , con o senza incontinenza urinaria, senza che siano presenti infezioni delle vie urinarie o altre patologie note”. La diagnosi . “La diagnosi”, spiega il professor Andrea Tubaro, Professore Associato di Urologia Università La Sapienza Roma, “viene effettuata sulla base dei sintomi, dell’esame obiettivo, esame urine, diario minzionale, esame della funzionalità vescicale. ” Esame obiettivo: l’ ispezione dei genitali esterni e la palpazione dell’addome, pelvi, genitali interni e retto permette di individuare segni di affezioni, come prolasso genitale, stipsi, tumori, aumentato volume della prostata che possono causare o complicare l’incontinenza). Esame urine: consente di individuare eventuali infezioni delle vie urinarie, qualsiasi segno di sanguinamento nel tratto urinario, un elevato livello di glucosio eventualmente attribuibile al diabete”. Test urodinamici, “sono indicati”, precisa Tubaro ” per valutare la funzionalità vescicale e potrebbero includere un esame per misurare: la quantità di liquido che la vescica può contenere (cistometria) e la velocità alla quale esce l’urina dalla vescica (uroflussometria) Questi esami possono contribuire ad escludere altre cause inerenti a problemi urinari. È importante escludere altre condizioni morbose che coinvolgono la vescica come, ad esempio, infezioni urinarie, calcoli urinari, incontinenza da sforzo, malattie neurologiche e tumori”. Diario minzionale: è utile per controllare la frequenza con cui le persone: bevono, svuotano la vescica (frequenza), registrano perdite involontarie di urina (incontinenza), hanno bisogno di alzarsi di notte per urinare (nicturia) e di misurare la quantità di urina eliminata nel corso delle 24 ore”. Il sintomo principale della vescica iperattiva, l’urgenza, è il più difficile da misurare. ”Per valutare questo aspetto”, ricorda infine l’urologo ,“viene richiesto ai pazienti di annotare: quando sono in grado di finire quello che stanno facendo prima di andare alla toilette, quanto riescono a trattenere l’urina ,se vanno alla toilette non appena ne sentono il bisogno e quando invece non riescono a trattenerla,” Dieci consigli per “calmare” la vescica iperattiva - Alimenti . Evitare o limitare il consumo di : cioccolato, uova, frutta secca,pomodori e formaggi stagionati caffè, tè, bibite gasate o alcoliche. Combattere la stitichezza fughe di urina sono spesso associate Stitichezza e fughe di urina spesso vanno di pari passo. Via libera, quindi, a una dieta ricca di fibre e a una regolare attività fisica per regolarizzare le funzioni dell’intestino in modo naturale. Bere con intelligenza più di 1,5-2 litri di liquidi al giorno e smettere almeno un’ora prima di andare a letto. La riduzione drastica del consumo di acqua non risolve il problema ma rischia di disidratare. Spegnere la sigaretta Chi soffre di Vescica Iperattiva ha due motivi in più per smettere di fumare. Il primo è che la nicotina ha un’azione irritante sulla vescica. Il secondo è che i colpi di tosse di chi esagera col fumo possono favorire la perdita involontaria di piccole quantità di urina. Tenere d’occhio la bilancia Perdere peso può migliorare il disturbo . L’eccesso di peso esercita infatti una pressione sulla vescica che può peggiorare i sintomi del disturbo. Imparare il “doppio svuotamento” che consente di “liberare” completamente la vescica. Dopo aver finito di urinare aspettare qualche minuto e riprovare. Non rinunciare ai momenti di intimità per vincere il timore di avere qualche perdita durante il rapporto sessuale ricordarsi di urinare immediatamente prima. Ascoltare il proprio medico È importante seguire le indicazioni del medico e non dimenticarsi di assumere i farmaci prescritti. Oggi, infatti, esistono medicinali efficaci e ben tollerati che permettono di tenere a bada anche la più debilitante Ricordarsi del diario minzionale Compilare il diario minzionale aiuta il medico a capire se il disturbo sta migliorando o se è necessario modificare la terapia. Occorre segnare anche tutti i farmaci che si stanno assumendo: tra di essi potrebbe nascondersi un nemico della vescica. Riabilitazione Perineale - Le attuali linee-guida dell’ l’International Continence Society indicano la riabilitazione perineale come prima misura terapeutica per la incontinenza urinaria a tutti i livelli Rieducativa quando il problema è già presente ma anche preventiva :semplici esercizi che andrebbero tramandati da madre a figlia e insegnati a partire dall’adolescenza . “La ginnastica del perineo”, spiega il professor Lucio Miano , Professore Ordinario e Direttore Clinica Urologica Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia Università La Sapienza, Roma, che è costituito da vulva, vagina e ano-retto e da diversi muscoli (il più importante è l’elevatore dell’ano) , e legamenti che servono da sostegno per gli organi uro genitali ha dimostrato ,secondo un recente studio italiano che ha coinvolto 400 donne una percentuale di successo del 70 % Le tecniche riabilitative”,si basano su semplici esercizi che coinvolgono il pavimento pelvico : la contrazione volontaria ripetuta di questi muscoli migliora il loro tono a riposo e la loro contrazione riflessa durante gli aumenti della pressione intra addominale, come in caso di tosse o sotto sforzo. La ginnastica del perineo migliora il sostegno uretrale e il meccanismo di chiusura, in particolare durante le manovre da sforzo , di conseguenza riduce la perdita di urina . Tutte le tecniche si basano sull’ utilizzazione del gruppo muscolare dell’elevatore dell’ano che possiede un’azione “sfinterica” ed “elevatrice”. La riabilitazione si basa su esercizi di rinforzo muscolare perineale in particolare dei muscoli pubococcigei e sulla correzione delle cattive abitudini acquisite dalle pazienti (ad esempio spingere sulla pancia contraendo la parete addominale) allo scopo di prevenire la perdita di urina; aumentare la contrattilità tonica e fasica “il programma riabilitativo”, prosegue lo specialista, “è basato su semplici regole ed esercizi che devono essere ripetuti tutti i giorni per tre mesi”. Esercizi base: devono essere eseguiti con regolarità e costanza durante l´arco della giornata. 1. Respira usando il diaframma inspirando ed espirando lentamente Le fasi della respirazione sono importanti: l’inspirazione determina un’antiversione del bacino e un rilassamento perineale mentre l’espirazione determina la retroversione del bacino associata a una contrazione perineale. 2. Contrai forte e velocemente il muscolo mantiene i la contrazione e rilassati 3 . In posizione seduta o eretta, mettere in tensione il perineo e "stringere" usando i muscoli del pavimento pelvico. Eseguire l´esercizio più volte durante la giornata svolgendo le normali attività 3 . Saltuariamente (non più di una volta alla settimana), durante la minzione cercare di interrompere completamente il flusso di urina. Esercizi di Training muscolare perineale. Questi esercizi andranno effettuati 20 volte per 3 volte al giorno: 1. Supina e rilassata; arti inferiori flessi una mano appoggiata sulla parte inferiore dell’addome per controllare l’attività antagonista dei muscoli addominali, l’altra mano è posizionata sulla faccia interna della coscia per apprezzare l’attività agonista dei muscoli adduttori durante la contrazione del muscolo pubo coccigeo . 2. Seduta con una mano appoggiata sull’addome controlla l’attività dei muscoli antagonisti durante la contrazione del “solito” muscolo . 3. Supina e rilassata, arti inferiori flessi a livello dell’anca e delle ginocchia, con piedi a terra e bacino retroverso. Contrarre e rilassare, alternativamente, il muscolo pubococcigeo mantenere la contrazione per 3-6 secondi. Quindi, sempre lentamente rilassare e far riposare il muscolo per un tempo doppio del tempo impiegato per l’esecuzione dell’esercizio. Ora che hai imparato a contrarre e rilassare l tuo muscolo ripeti l’esercizio in varie posizioni: accovacciata ,a pancia in giù ,seduta, in piedi con le mani sulle ginocchia. 5. In piedi con le gambe leggermente flesse e divaricate con le mani apoggiate ai fianchi fai dondolare il tuo bacino inspira basculando ( spostando ) indietro il bacino ed espira “spingendo “in avanti il bacino contraendo il muscolo Pc e i muscoli addominali 6 Mantieni la contrazione facendo un’espirazione forzata soffiando il naso ,con un colpo di tosse . “E’ importante ” ricorda infine il professor Miano, “che gli esercizi di contrazione del muscoli perineali vengano svolti un numero limitato di ma più volte al giorno e che diventino un’abitudine di vita. Il trattamento riabilitativo della incontinenza urinaria femminile non pretendere da solo di risolvere totalmente e durevolmente tutti i casi, ma associato ai farmaci e alla chirurgia consente di ottenere ottimi risultati,” L’incontinenza urinaria nell’uomo - L´incontinenza urinaria, dice il professor il professor Francesco Catanzaro ,direttore urologia - Policlinico Multimedica Irccs Milano da sempre appannaggio del sesso femminile per cause anatomiche colpisce ora sempre di più anche l’uomo (In Italia circa il 30 % dei casi complessivi di incontinenza urinaria- 9% della popolazione maschile e 17% di quella femminile) . E’ un problema emergente causata dall’indebolimento dello sfintere (muscolo a forma di anello che funziona da "rubinetto") che collega la vescica all´uretra”) e conseguente a interventi alla prostata (ipertrofia prostatica benigna e tumore alla prostata) che va affrontato con diagnosi accurate e terapie appropriate : riabilitazione perineale, farmaci anticolinergici , iniezioni periuretrali di sostanze di “espansione”(collagene, silicone, acido ialuronico) per le forme lievi , chirurgia per quelle più gravi Le varie tecniche chirurgiche del passato con risultati non sempre soddisfacenti e gravate da complicanze hanno spinto la ricerca a trovare nuove soluzioni. Invance made in Usa giunta recentemente in Italia utilizza anche nell’uomo sling di sospensione in prolene - posizionata al di sotto dell’uretra bulbare simile a quella collaudata da tempo con successo nella donna . Attraverso una piccola incisione del rafe mediano del perineo anteriore ( al di sotto dello scroto) la rete viene ancorata con delle viti in titanio inserite nelle branche discendenti del pube La sling crea un piano di appoggio contro il quale viene a comprimersi l’uretra durante uno sforzo impedendo così la fuga di urina. La nuova tecnica della durata di circa 60 minuti è indicata per l’incontinenza maschile da sforzo può essere eseguita in anestesia spinale le percentuali di successo è di circa l’80% . Per i casi più gravi l’hight tech entra in sala operatoria con lo sfintere artificiale Ams 800 indicato , provocati da danni o lesioni a carico dello sfintere urinario (conseguenza di prostatectomie radicali per tumore alla prostata) , a seguito dei quali non è più possibile chiudere l´uretra con conseguenti perdite di urina , consente all’80-90% dei pazienti opportunamente selezionati di riacquistare la continenza. “Lo sfintere artificiale Ams 800 è un dispositivo” , spiega Catanzaro , “ che attraverso il posizionamento di una cuffia gonfiabile intorno all´uretra collegata ad un sistema idraulico che può essere azionato dall´esterno , ripristina la normale funzionalità dello sfintere e la continenza - aprendo e chiudendo l´uretra sotto il controllo del paziente e cioè al momento di svuotare la vescica” . “Il trattamento, risultato della più avanzata tecnologia, - più di 100. 000 impianti nel mondo in 25 anni di continue innovazioni e modifiche ha dimostrato secondo numerosi studi con follow-up fino a 131 mesi (per un totale 2. 600 pazienti) sicurezza ed efficacia con un miglioramento della continenza superiore al 90%. Circa 200. 000 pazienti trattati in 56 Paesi del mondo nel corso del 2006” . Ipertrofia Prostatica Benigna - Pvp - photoselective vaporizazion of the prostate) vaporizzazione fotoselettiva della prostata Un problema vecchio quanto l’uomo , l’ingrossamento della prostata - ipertrofia prostatica benigna ( Ipb ) - è una malattia che riguarda circa il 75 – 80 % degli uomini italiani over 50, con una percentuale che cresce con l’aumentare dell’età. L’ipb è seconda per diagnosi effettuate ogni anno negli uomini del nostro Paese superata solo dall’ipertensione arteriosa. “Le ultime stime” ,dice il professor Lucio Miano, Professore Ordinario e Direttore Clinica Urologica Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia Università La Sapienza, Roma , “indicano un notevole incremento della patologia con l’aumentare dell’invecchiamento nella popolazione: dal 1998 al 2005 gli italiani di età superiore ai 75 anni sono passati da 10 milioni a circa 14 milioni ed entro il 2007 si prevede che l’Ipb colpirà oltre 26 milioni di Europei con più di 50 anni”. Un problema socio –sanitario di vastissime dimensioni che oltre agli elevati costi, sostenuti dal Ssn ( oltre 40 mila interventi chirurgici l’anno ) incide pesantemente sulla qualità di vita di chi ne è affetto “. “I sintomi associati” , aggiunge il professor Aldo Bono ,presidente della Società Italiana di Urologia e Primario Urologia, Ospedale di Varese “comprendono disturbi alle vie urinarie (dalla difficoltà a urinare , urgenza e frequenza anche notturna e nei casi più seri alla completa ritenzione) , disfunzioni sessuali con impotenza e problemi di eiaculazione”. Per affrontare e risolvere questa emergenza al maschile,è giunta recentemente in Italia un’innovativa tecnica laser made in Usa che, spiega il professor Andrea Tubaro, Professore Associato di Urologia Università La Sapienza Roma , “trasforma il tessuto malato in tante bollicine di vapore e risolve in un giorno l’ipertrofia prostatica benigna salvaguardando, rispetto gli interventi tradizionali, la potenza sessuale e la continenza urinaria. La Pvp (photoselective vaporizazion of the prostate) vaporizzazione fotoselettiva della prostata, messa a punto dal professor Reza S. Malek della prestigiosa Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota e approvata dall’ Fda, sfrutta l’azione di un potente laser - Ktp - in grado di vaporizzare strati di tessuto prostatico di un millimetro di spessore, eliminando così l’ eccesso della ghiandola sviluppato intorno all’uretra (il condotto circondato nel suo tratto iniziale dalla prostata , che convoglia l’urina dalla vescica all’esterno compresso e il cui calibro è ridotto)” . La nuova tecnica laser Pvp, impiegata con successo su oltre 100 mila pazienti nel mondo, di cui circa 2. 000 in Italia, è già disponibile in 14 centri ospedalieri italiani a totale carico del Ssn . “Si effettua” , spiega Miano “per via endoscopica in day hospital con anestesia spinale a volte associata a una leggera sedazione): la fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, vaporizza millimetro per millimetro con estrema precisione l’area interessata senza alcun sanguinamento. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo alcune ore e riprende le normali attività nel giro di pochi giorni. Rispetto alla Turp (Trans Urethral Resection of Prostate)”, resezione endoscopica transuretrale della prostata , l’intervento chirurgico più impiegato negli ultimi 50 anni, recenti studi, effettuati dal professor Rs Malek presso la Mayo Clinic di Rochester per 5 anni su 94 pazienti trattati con laser Ktp , e un altro studio europeo svolto dall’università di Basilea dimostrano che la nuova tecnica consente di ottenere gli stessi risultati della resezione transuretrale ma con modestissimi rischi e complicanze intra e post operatorie , immediata e duratura risoluzioni dei sintomi e breve ricorso al catetere - solo qualche ora - che si applica sempre dopo il gli interventi chirurgici alle vie urinarie per facilitare lo svuotamento della vescica”. “Nella Turp”, ricorda Miano , “ la prostata malata viene asportata con un bisturi elettrico, frammento dopo frammento, attraverso uno speciale strumento endoscopico - resettore - inserito nell’ uretra. Sono presenti però disturbi post operatori come problemi erettivi nel 2-30% dei casi , eiaculazione retrograda (emissione di sperma "al contrario", e cioè verso la vescica anziché all´esterno) nel 70-80%. Infezione urinaria, nel 5-10%, significativo sanguinamento nel 13% , trasfusione nel 2-5%, incontinenza urinaria 1-5% . Con il laser Ktp si sono riscontrate complicanze solo nel 12% dei pazienti: disturbi minzionali di tipo irritativo di durata limitata nel 6% , ematuria tardiva nel 3%, stenosi del collo vescicale nel 2% , eiaculazione retrograda solo nel 26% dei casi”. “Nessun paziente, sessualmente attivo, prima del trattamento”, evidenzia il dottor Comeri , “ha sviluppato impotenza ,spesso riscontrata a seguito dei tradizionali interventi endoscopici e chirurgici perché la vaporizzazione millimetrica e selettiva dei tessuti non crea danni ai nervi deputati all’erezione che decorrono proprio a ridosso della prostata. Inoltre non è stato riscontrato alcun caso di incontinenza urinaria e soprattutto non si sono verificate recidive con la necessità di un secondo intervento a conferma che il laser Ktp offre una reale e definitiva soluzione per l’Ipb”: “Il ricorso al laser “, prosegue il professor Tubaro”, è già un’arma ben consolidata nella chirurgia della prostata ingrossata ma è anche un campo in perenne evoluzione, destinato a continue migliorie tecniche . Infatti quest’ultima tecnica usa un laser ad alta potenza, che semplifica l’intervento perché vaporizzando la prostata malata millimetro dopo millimetro non si deve ricorrere – come invece avviene con il laser ad olmio- alla frantumazione delle aree trattate per poterle estrarle dal canale uretrale con il rischio di. “La Pvp laser Ktp”, “per i suoi rischi ridotti è particolarmente indicata per pazienti cardiopatici in terapia con anticoagulanti orali che non sono più costretti a sospendere la terapia come si impone sempre per un intervento chirurgico , per quelli affetti da disordini emocoagulativi e per coloro con un elevato rischio anestesiologico”. “Altro notevole vantaggio della tecnica laser attualmente in uso In Italia in alcuni centri d’eccellenza,”, conclude il professor Miano, “è quello di abbattere, con la possibilità di effettuare il trattamento in day-surgery e cioè in un giorno, il costo della degenza media rispetto ai 3-5 giorni richiesti dagli interventi tradizionali - riduce le liste di attesa e i tempi di convalescenza , aspetti positivi da valutare in una analisi costo-beneficio per un suo impiego routinario”. Numero verde 02 40076201 Tumori: Alla Prostata Per 21Mila Italiani L´anno, Disponibile Nuovo Farmaco - E sbarcato da pochi mesi in Italia un nuovo farmaco contro il cancro alla prostata: il tumore più diffuso tra gli uomini della penisola, con 21mila nuovi casi e 7mila morti l’anno. Il prodotto, una nuova formulazione di leuprolide a rilascio modificato, appartiene alla famiglia degli Lhrh-analoghi, specifici farmaci che bloccano la secrezione del testosterone l’ormone responsabile della crescita del tumore quando questo viene diagnosticato già in fase avanzata ed è in operabile . E non si annuncia solo più efficace, spiega il professor Alessandro Tizzani, direttore di Clinica urologica I all’università di Torino- azienda ospedaliera Le Molinette , responsabile del Progetto Prostata Torino. La novità importante è che costa circa il 20% in meno rispetto agli analoghi già in commercio - precisano - permettendo così, oltre a un controllo ottimale della malattia, anche un notevole risparmio per il Ssn. Diagnosi precoce e le nuove terapie Lesioni a rischio di tumore alla prostata si riscontrano nel 30% dei concittadini ultra50enni - riferisce Alessandro Tizzani - e in un 10% di questi si sviluppa la malattia vera e propria. Negli anni la sopravvivenza dei malati a cinque anni è aumentata dal 55,5% del periodo 1985-1989 al 79,8% del 1995-1998, complici il diffondersi della diagnosi precoce e le nuove terapie. Il baluardo del trattamento resta la chirurgia, laparoscopica o sempre più spesso robotica, sottolinea Tizzani . Ma avanzano anche la radioterapia e la terapia a ultrasuoni; continua a evolvere la farmacologia, e ferve la ricerca sugli anticorpi monoclonali umanizzati - Tizzani - che possono essere utilizzati come traccianti o come farmaci. Dal punto di vista diagnostico, invece, si deve ancora realizzare il sogno di trovare un vero indicatore spia del cancro alla prostata - conclude Tizzani - perché il Psa è aspecifico: ci dice che la prostata non sta bene, ma non se ha il tumore o un’altra malattia. Il team torinese ha messo a punto l’analisi dei polimorfismi genetici: un test che si esegue attraverso un prelievo del sangue, ma che rappresenta una tecnica di indagine sulle famiglie a rischio e non un esame di routine . Infine, ci sono nuovi test ematici in grado di valutare la prognosi dei pazienti. ´Nuove diagnosi precoci. Fra le novità diagnostiche , l´analisi dei polimorfismi genetici per diagnosticare precocemente la malattia. ´´Si tratta di un esame genetico che, attraverso un prelievo di sangue, consentirà - spiega Tizzani - di individuare le persone ad alto rischio di ammalarsi´ ´. ´´In particolare - precisa l´urologo - stiamo studiando la presenza di due geni (Rnasel e Elac2), ´spia´ di alto rischio, nella popolazione piemontese. Abbiamo una sieroteca con 1. 300 campioni, di cui 400 gia´ sottoposti ad analisi genetica,. I primi risultati mostrano che la presenza dei due particolari polimorfismi in esame aumenta di una volta e mezzo il rischio di ammalarsi´´. Fra le novita´ anche un nuovo test ematico che permette di prevedere l´evoluzione della malattia che consiste nel dosaggio delle metalloproteasi, una famiglia di enzimi la cui presenza aumenta nei pazienti con neoplasia maligna. Novita´ anche dal punto di vista chirurgico ´´Alla tecnica tradizionale si affiancano strumenti che consentono di operare la prostata senza tagli, attraverso piccoli fori nell´addome e microtelecamere che guidano il bisturi – dice Tizzani – Un approccio che ha risolto gli svantaggi iniziali grazie alla chirurgia robotica e l´impiego di visori tridimensionali, ma anche di microstrumenti ´ad hoc´´´. Le ricerche hanno affinato anche la radioterapia: da quella standard si e´ passati alla radioterapia con modulazione di intensita´, ´´che permette di modulare meglio la dose per colpire solo il tessuto malato´´, prosegue l´esperto. La Image Guided Radiation Therapy, invece, prevede l´impianto di semi di oro posizionati, sotto guida ecografica, nella ghiandola prostatica, per ottimizzare la radioterapia. ´´Tra le metodiche ancora sperimentali - conclude Tizzani - anche la terapia a ultrasuoni che consente un´ablazione selettiva della ghiandola, grazie appunto ad ultrasuoni ad alta intensita´ focalizzati sulla parte malata´´. Vaccino Terapeutico Prostata ´Made In Italy´ Blocca-recidive Prostata Il vaccino torinese è stato messo a punto da Lina Matera nel Laboratorio di Immunologia dei tumori dell´ateneo cittadino, ricorda Tizzani a capo dello studio . ´´E´ destinato ai pazienti con tumori della prostata in progressione e resistenti alle terapie convenzionali´´, aggiunge l´esperto, in particolare a quelli ´´che sono stati curati, ma che in tre rilevazioni consecutive mostrano livelli di Psa (antigene ´spia´ di un problema prostatico aspecifico) in lento e costante aumento´´. Il siero ´´viene inoculato per via sottocutanea a più riprese (non meno di sei dosi), ed è totalmente sicuro, assolutamente tollerato´´ perché viene costruito partendo da materiale prelevato dallo stesso paziente. Questo tipo di vaccino, consiste nel prelevare dal paziente un particolare tipo di cellule immunitarie, nell´addestrarle a riconoscere e uccidere il tumore e nel reiniettarle nel paziente, per distruggere le cellule malate. .  
   
 

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