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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Febbraio 2014
 
   
  ACQUISTI VERDI, TOSCANA: VIVIAMO TAGLI QUOTIDIANI, MA POSSIAMO RIORIENTARE LA SPESA UTILE

 
   
  Firenze, 26 febbraio 2014 - "Con le norme e gli incentivi regionali proviamo a far fare un cambio di passo e mentalità". E´ quello che per l´assessore alla presidenza Vittorio Bugli è necessario sul fronte degli acquisti verdi, ovvero di tutti quei prodotti di consumo che nascono dal riuso o sono comunque virtuosi per quanto riguarda il rispetto dell´ambiente e lo sviluppo sostenibile. Se ne è parlato stamani a Palazzo Bastogi a Firenze in Consiglio Regionale, nel corso di un convegno sulla produzione e sugli acquisti sostenibili promosso dalla Scuola Emas Ecolabel Toscana: presenti rappresentanti del Ministero, Comuni, Province ed enti locali, associazioni di categoria e sindacati. "Un cambio di mentalità e impostazione – si sofferma l´assessore Bugli - è quello che dovrebbe ad esempio farci guardare non al semplice costo di acquisto di un oggetto ma al costo complessivo, che tenga conto dunque dell´impatto e delle politiche per l´ambiente". "Certo – aggiunge – dobbiamo anche farei conti la realtà. La pubblica amministrazione e gli enti locali vivono una stagione di spending review che oramai è diventata politica di sopravvivenza quotidiana. In questo momento non è pensabile che la spesa possa aumentare: certo possiamo orientare la spesa utile". La Toscana non parte da zero. Ha una legge sugli appalti che spinge sugli acquisti verdi ed altre buone iniziative. "E´ un gioco di squadra - dice Bugli – e che interessa più fronti". Acquisti verdi e green economy vuol dire infatti arredi ma anche ristrutturazioni e risparmio energetico, vuole dire veicoli a impatto zero o lieve sull´ambiente, servizi e prodotti di pulizia, la carta per le fotocopie e l´abbattimento del consumo di carta, l´illuminazione e anche raccolta dei rifiuti, visto che sulla raccolta differenza poggia la filiera del riciclo e riuso. "Dobbiamo avere il coraggio di fare un monitoraggio serio – conclude Bugli – e aiutare lo sviluppo di un industria del riuso forte sul territorio, capace di investimenti importanti, con un fatturato in grado di assicurare ricerca, innovazione e formazione e questo non può prescindere da un rafforzamento, ad esempio, delle aziende di pubblico servizio che si occupano della raccolta e trattamento dei rifiuti".  
   
 

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