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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Marzo 2014
 
   
  FVG, AUTONOMIE LOCALI: MODIFICA ALLE NORME SU REFERENDUM E INIZIATIVA POPOLARE

 
   
  Trieste, 3 marzo 2014 - È stato approvato in via definitiva dalla Giunta regionale il disegno di legge per la modifica della legge regionale 5 del 7 marzo 2003 (d´attuazione dell´articolo 12 dello Statuto della Regione) che reca le norme relative alla richiesta, all´indizione, allo svolgimento del referendum abrogativo, propositivo e consultivo e all´iniziativa popolare delle leggi regionali. Il disegno di legge approvato dall´Esecutivo si propone di favorire i processi di aggregazione comunale, anche consentendo a un determinato numero di elettori di essere attori dell´iniziativa volta all´istituzione di nuovi Comuni o alla modifica delle circoscrizioni o delle denominazioni comunali. Proposto dall´assessore regionale a Funzione pubblica, Autonomie locali e Coordinamento delle Riforme Paolo Panontin, il provvedimento è stato modificato rispetto alla bozza originaria, venendo così a recepire le indicazioni fornite lunedì scorso dalla I Commissione del Consiglio delle Autonomie Locali (Cal) e approvate martedì dallo stesso Cal. Proseguirà ora il suo inter con l´esame da parte della V Commissione del Consiglio regionale, per approdare infine al voto dell´Assemblea regionale. Il testo approvato dalla Giunta regionale prevede che l´iniziativa per l´istituzione di nuovi Comuni e per la modifica delle circoscrizioni o delle denominazioni comunali possa essere esercitata dai titolari dell´iniziativa legislativa, dai Consigli comunali che rappresentano le popolazioni interessate, e da almeno il 20 per cento degli elettori dei Comuni interessati. Nel caso di fusione di Comuni, l´iniziativa dovrà essere esercitata da almeno il 15 per cento degli elettori di ciascuno dei Comuni interessati. Il nuovo articolato abroga la norma sulla base della quale, nel caso di fusione tra due o più Comuni, la risposta affermativa per l´approvazione del quesito sottoposto a referendum deve ottenere la maggioranza dei voti espressi validamente in ciascun Comune interessato. Tuttavia, per evitare azioni cosiddette "ostili" da parte dei Comuni più grandi verso quelli più piccoli, il testo prevede che, in presenza del parere negativo da parte di un Consiglio comunale, per l´approvazione del quesito referendario sia necessario che in quel Comune la risposta affermativa abbia ottenuto la maggioranza dei voti validi. Infine, il disegno di legge mira a introdurre norme elettorali che, sempre nel caso di fusione di Comuni, assicurino la rappresentanza delle comunità di origine, mentre riduce, da "almeno 30.000" ad "almeno 15.000" il numero di firme necessarie per la richiesta dell´indizione del referendum regionale abrogativo.  
   
 

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