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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Marzo 2014
 
   
  REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE/SüDTIROL: DIFENDERE E RILANCIARE L’AUTONOMIA

 
   
  Trento, 3 marzo 2014 - Il Presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, candidato alla guida della Regione, rilancia la collaborazione fra Trento e Bolzano, legate da una storia comune e da una comune visione strategica. “Ognuno sia ambasciatore della nostra Autonomia. Interverremo sul trattamento pensionistico dei consiglieri regionali”. “La Regione autonoma Trentino-alto Adige/südtirol dovrà caratterizzarsi, in maniera sempre più marcata, come l´indispensabile piattaforma unitaria per la collaborazione fra le Province autonome di Trento e Bolzano, legate non solamente da una storia comune, ma da comuni interessi e da una comune visione strategica del ruolo che questa terra di confine, collocata sull´asse del Brennero, può e deve svolgere in Italia e in Europa”. Con queste parole Ugo Rossi, candidato designato alla presidenza della Giunta regionale del Trentino-alto Adige, ha aperto la sua relazione programmatica oggi davanti al Consiglio regionale a Trento. “Il primo e più importante compito che dobbiamo assumerci, ha detto il Presidente designato, deve essere quello di difendere e rilanciare la nostra Autonomia. Un´autonomia sottoposta a continui attacchi mediatici, ma anche ad un processo di erosione e svuotamento, non sul piano delle competenze che le Province sono chiamate a gestire, quanto su quello delle risorse. Questo deve essere il nostro punto di partenza: ribadire in tutte le sedi che l´Autonomia non è “una voce da cassare” sull’altare del risanamento dei conti dello Stato italiano, cancellando un percorso prezioso e pluridecennale che ha traghettato questa terra dal passato travagliato verso un presente di pace, di benessere, di convivenza e di capacità progettuale comune fra popolazioni di lingua diversa”. “Non c’è alcuna ragione né economica, né giuridica, né di principio, ha aggiunto Rossi, per cui il risanamento del debito del nostro Paese debba comportare una riduzione della nostra Autonomia”. “Per questo abbiamo messo al primo posto nell´agenda delle due Province l´apertura dei Tavoli di lavoro con il Governo. Abbiamo lavorato congiuntamente, Trento e Bolzano, con il precedente governo e assieme, Bolzano e Trento, abbiamo cercato di impostare subito il lavoro con il nuovo Governo. Abbiamo proposto allo Stato un accordo che definisce un metodo stabile per determinare il concorso delle nostre Province al risanamento, ma che sia anche equo e rispettoso delle nostre prerogative statutarie”. “L’autonomia significa fare da sé, ha aggiunto Rossi, rivendicare con orgoglio il diritto a gestire in prima persona le risorse, a darsi le proprie leggi, a decidere in ordine a tutte le materie fondamentali per la vita delle comunità. L’autonomia è il volontariato, la protezione civile, i vigili del fuoco, sono le centinaia di associazioni che operano in tutti i settori della società, che con la loro presenza capillare in ogni paese, in ogni valle, custodiscono il territorio, si prendono cura di chi ha bisogno, fanno cultura, rappresentano, insomma, una preziosa palestra di solidarietà e di condivisione per le nuove generazioni”. “Non dobbiamo dimenticare, ha continuato il Presidente, che l´Autonomia, storicamente, è stata concepita, a livello internazionale, per assolvere in primo luogo ad un´altra funzione: quella di garantire i diritti delle minoranze linguistiche. Un obiettivo che, aveva ed ha tutt´oggi una portata di natura anche etica, e che è nostro compito custodire e rilanciare, nel contesto di un´Europa dove le ragioni della convivenza non possono purtroppo essere mai date per scontate. Ciò è tanto più vero se guardiamo all´intero ventaglio dei gruppi linguistici presenti sul nostro territorio – dai ladini, alle minoranze germanofone del Trentino, alla stessa componente italiana dell´Alto Adige - che riempiono di contenuti la visione che le nostre comunità hanno maturato attorno al tema della convivenza”. “Tutto questo, ha detto Rossi, non va solo difeso, ribadito, rilanciato nelle apposite sedi istituzionali. Va anche comunicato, nella maniera più ampia possibile: perché sappiamo fin troppo bene che oggi tutto ciò che conta è, anche, narrazione, una narrazione che passa da una bocca all´altra, da un´aula scolastica all´altra, da un computer all´altro, da una generazione all´altra. Dunque, anche l´Autonomia deve essere narrata, deve essere raccontata, deve essere trasmessa nelle maniere più adeguate. Perché solo così essa continuerà ad alimentare dei sogni. Ognuno di noi, dunque, deve farsi testimone del suo valore. Dobbiamo farlo noi politici, anche rivolgendoci agli amministratori delle Regioni vicine, che a volte guardano a noi con diffidenza, criticando i nostri presunti privilegi: dobbiamo spiegare loro la nostra storia, il nostro cammino, il nostro modo di contribuire alla crescita del paese e, specie di questi tempi, al risanamento del debito pubblico, ed insieme sostenere il loro desiderio di autogoverno, senza timori, con spirito aperto al dialogo e alla collaborazione. Ma a farsi ambasciatori dell´Autonomia devono essere anche e soprattutto i cittadini, tutti i cittadini, quelli che sono nati qui, che affondano radici lunghe in questa terra, e quelli che qui sono stati accolti. Con la loro testimonianza, con i loro comportamenti, i cittadini devono incarnare un modo di essere fatto di concretezza, ma anche di slanci, di attaccamento ai valori che ci contraddistinguono ma anche di disponibilità al confronto e di attitudine alla solidarietà”. “Credo però, ha aggiunto, che sia necessario ripristinare un clima di maggiore fiducia dei cittadini verso le nostre Istituzioni autonomistiche. A questo proposito penso che non sia possibile e nemmeno ci è consentito, non occuparsi del tema che anche in questi giorni è al centro delle attenzioni mediatiche e dell’opinione pubblica: i costi della politica. Mi riferisco al tema del trattamento pensionistico dei consiglieri regionali. Dovremo essere capaci di affrontarlo ancora in questa legislatura e in questa sede perché, se si è fatto molto circa il futuro, i cittadini non comprendono perché per il passato siano previsti trattamenti come quelli che abbiamo visto in questi giorni. Dovremo pertanto ricercare in questa legislatura le vie legali per affrontare il problema nell’ottica di realizzare ulteriori riduzioni, che avvicinino quei trattamenti originati da un vecchio sistema a quelli previsti per i consiglieri oggi in carica e li rendano accettabili”. Parlando della prospettiva di riforma dello Statuto, Rossi ha evidenziato come siano ormai maturi i tempi affinché si possa avviare una fase costituente per la nostra Autonomia. “La riforma statutaria, ha detto, dovrà maturare entro un disegno organico, sulla base di uno scatto in avanti dell´idea autonomistica. L’attuale Statuto non è più in grado di rappresentare correttamente la realtà istituzionale prodotta dalle norme di attuazione, dalla potenzialità progettuale delle due Province e dalla giurisprudenza costituzionale. Per assicurare il mantenimento della capacità di autogoverno raggiunta dalla nostra comunità occorre pertanto una nuova Carta”. “L´assetto a cui guardiamo deve confermare l’unicità dello Statuto e disegnare una Regione che si configurerà come lo spazio all´interno del quale le due Province concertano azioni comuni per istanze comuni”. Infine, parlando del futuro della Regione e ricordando, sul tema, l’intensa ed articolata discussione avvenuta negli anni, Rossi ha evidenziato la necessità di evitare una politica attendista che rinvia continuamente ogni decisione in materia, in attesa di tempi migliori. “Ritengo al contrario, ha detto, che il lavoro fatto in questi anni, in primo ruolo dal Consiglio regionale e dai due Consigli provinciali, possa consentirci di trovare delle soluzioni rispettose delle diverse sensibilità ma tutte accomunate dal desiderio di rendere la nostra Autonomia più forte. Alla base del nostro agire vi è una visione condivisa dei problemi e delle opportunità, basata sulla nostra appartenenza alla montagna, a questa parte dell´arco alpino che vogliamo tutelare, custodire, tramandare alle generazioni future. L’autonomia, ha concluso, è il nostro spirito collettivo, la nostra ricchezza indivisibile. Non appartiene ad una singola parte. Appartiene a tutti. A tutte le persone di buona volontà, a tutti i gruppi linguistici, a tutte le comunità che, con il loro impegno, le loro capacità, la loro fede, hanno contribuito a costruire questa realtà così speciale, così immediatamente riconoscibile che è il Trentino-alto Adige/südtirol”.  
   
 

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