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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Marzo 2014
 
   
  STAMINALI E FATTORI DI CRESCITA ENTRANO NELLA PRATICA CLINICA PER LA CURA DI ULCERE E FERITE DIFFICILI

 
   
  Roma, 10 marzo 2014- Le ulcere da decubito rappresentano la principale causa di morbilità e ridotta qualità di vita per i pazienti e i loro caregiver. Non solo: la durata del ricovero ospedaliero e i tassi di riospedalizzazione sono maggiori nei pazienti con lesioni da pressione. Qualche dato: le stime attuali indicano che alle ferite è da imputarsi quasi il 4% dei costi totali del sistema sanitario, e che questa percentuale è in aumento: tant’è che i 2 milioni di italiani affetti da ulcere da pressione incidono sui costi della sanità pubblica per quasi 1 miliardo di euro l´anno. E proprio per questo fa impressione scoprire che, nonostante la gestione delle ferite croniche sia un tema importante sia dal punto di vista medico che da quello economico, mancano linee guida italiane specifiche ed aggiornate che ne consentano una gestione standardizzata e che permettano di inquadrarne le giuste dimensioni e tutto ciò che ne consegue in termini di impegno assistenziale e di costi sociali e finanziari. Sono questi i tempi al centro del V Congresso Nazionale Co.r.te. – Conferenza Italiana per lo Studio e la Ricerca sulle Ulcere, Piaghe, Ferite e la Riparazione Tessutale – presieduto dal professor Nicolò Scuderi, direttore della clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva de ‘La Sapienza’ di Roma che ha visto riuniti a Roma fino a sabato 8 marzo migliaia tra medici, infermieri aziende e amministratori pubblici per confrontarsi sulle novità della ricerca e sui problemi sempre più pressanti legati all’invecchiamento della popolazione, all’aumento della spesa e alla riduzione dei finanziamenti del Ssn. All’impiego delle medicazioni tradizionali ed avanzate, negli ultimi anni si sono affiancate tutta una serie di nuove possibilità di trattamento per le ulcere torpide e le ferite difficili, che vanno dalle terapie biologiche, a quelle fisiche a nuove tecniche chirurgiche. In grande espansione è in particolare il settore delle terapie biologiche, ormai una realtà clinica consolidata nei centri italiani specializzati. Per terapie biologiche si intendono l’uso di farmaci biologici, il plasma ricco di piastrine (Prp), le staminali mesenchimali da tessuto adiposo, l’inoculazione di componente stromale e di fattori di crescita purificati. Il plasma arricchito di piastrine viene utilizzato in clinica in diversi ambiti; le piastrine, fondamentali per bloccare le emorragie, sono frammenti di cellule contenenti granuli ricchi di fattori di crescita. E sono proprio questi fattori di crescita ad avere un ruolo importante nella rigenerazione vascolare e tessutale; questa loro azione si sfrutta in terapia attraverso l’applicazione di pappe piastriniche e di plasma ricco di piastrine. Di grande interesse è la terapia cellulare con staminali mesenchimali derivate dal tessuto adiposo,che rappresenta un’evoluzione del lipofilling, tuttora ampiamente utilizzato ad esempio nel trattamento delle radiodermiti e delle cicatrici. L’inoculazione della frazione stromale, ricca di fattori di crescita, viene riservata ai casi in cui sia fondamentale un’azione rigenerativa, come nel lichen sclero-atrofico, una precancerosi invalidante soprattutto nella localizzazione genitale, nella sclerodermia per il miglioramento della loro cute atrofica o nel trattamento delle cicatrici. Fattori di crescita purificati come il cheratinocyte growth factor vengono utilizzati per curare le mucositi da radiodermite, come anche l’epidermal growth factor o miscele di fattori di crescita, come quelle contenute nel colostro bovino purificato. Sempre con la tecnica del Dna ricombinante vengono prodotte medicazioni avanzate contenenti metallo proteinasi. Tra i farmaci biologici, quelli più utilizzati in questo settore sono gli anticorpi monoclonali anti-Tnf alfa, usati come anti-infiammatori ad esempio nella psoriasi o nel trattamento del pioderma gangrenoso, una manifestazione dermatologica associata al morbo di Crohn. Gli anti-Vegf possono essere utilizzati per il trattamento di ulcere tumorali; il rituximab (anticorpo monoclonale diretto contro i linfociti Cd-20) viene utilizzato per il trattamento delle lesioni pemfigoidi. Tra le terapie fisiche, quelle più utilizzate in ambito ulcere torpide e ferite difficili sono le onde d’urto, che ‘risvegliano’ le cellule, modificandone la loro capacità metabolica e la terapia a pressione negativa, che ‘asciuga’ le ulcere e stimola la riattivazione del processo di guarigione.  
   
 

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