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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Marzo 2014
 
   
  SOCIETÀ SCIENTIFICHE, MEDICI, INFERMIERI E AMMINISTRATORI A CONFRONTO SU ULCERE E FERITE DIFFICILI

 
   
   Roma, 10 marzo 2014 - Intervista con il professor Nicolò Scuderi, Direttore della Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma e presidente di Co.r.te. Professor Scuderi, un congresso scientifico ‘diverso’ da quelli che siamo abituati a seguire E’ vero: in primis perché i partecipanti non sono solo medici ma anche aziende farmaceutiche e di device, imprese che producono dalle medicazioni ai presidi e tutto ciò che può essere utile alla terapia e alla rapida guarigione delle piaghe, delle ferite, delle ulcere. Oltre ai rappresentanti di circa 40 società scientifiche c’è una nutrita presenza delle associazioni dei pazienti e degli amministratori che hanno in mano i cordoni della borsa della sanità. Perché occorre discutere con loro come si può risolvere il problema dell’aumento delle spese, dell’aumento dei pazienti e della progressiva diminuzione delle risorse disponibili. E per quanto riguarda i contenuti? Questo enorme capitolo delle ferite, delle ulcere e delle piaghe in pratica riguarda e ‘tocca’ tutti i chirurghi per la parte interventistica ma anche gli altri medici e il personale infermieristico e tutti coloro che hanno a che fare con la loro guarigione. In sostanza abbiamo necessità di confrontare e ‘bilanciare’ il problema medico con quelle che sono delle vere ‘epidemie’ di oggi: l’aumento dell’età media della popolazione – e quindi l’invecchiamento dei pazienti su cui dobbiamo intervenire – perché curiamo le ferite ma in una popolazione che è prevalentemente anziana e che quindi ha dei processi di guarigione più lenti e più difficili. E poi l’aumento progressivo delle persone con diabete, che hanno problemi specifici di guarigione. Basti pensare al piede diabetico... Comorbilità che peggiorano il quadro generale… Un altro problema è quello dell’aumento delle persone in sovrappeso, soggetti che per questo guariscono ‘male’ o guariscono in maniera ritardata e che alcune volte magari hanno problemi di infezioni e ‘sovrainfezioni’ delle ferite. Sono tematiche che al congresso vengono affrontate e analizzate da diverse angolazioni e punti di vista: non solo nell’ottica del geriatra o dell’infettivologo ma anche quella del medico di medicina generale, del chirurgo e del chirurgo plastico, del dermatologo e dell’infermiere. Al congresso si parla ovviamente di anche quelle che sono le nuove armi a disposizione: un settore estremamente importante e nel quale l’Italia è molto competitiva nello scenario mondiale, uno dei settori dove la ricerca italiana riesce a dare risposte concorrenziali sul mercato e nel quale i prodotti italiani vengono esportati all’estero. Per esempio in questo momento abbiamo un prodotto derivante dall’associazione tra acido ialuronico e collagenasi che è stato messo a punto proprio in Italia e che può trattare in maniera molto vantaggiosa le ulcere croniche. Ma insieme a questo ci sono altri prodotti che grazie al fatto che la ricerca in questo settore ha dei costi sì importanti ma non proibitivi, sono messi a punto anche in Italia. Una leadership nel campo dei device, quindi Non solo: un altro settore dove la ricerca italiana è concorrenziale con la ricerca internazionale è quello delle nuove terapie rigenerative, delle terapie biologiche e delle terapie cellulari. Se andiamo a controllare i dati delle pubblicazioni a livello internazionale in questo settore vediamo che ci sono un elevato numero di pubblicazioni italiane e questo significa che nonostante giapponesi, americani e cinesi facciano grossissimi investimenti sulla ricerca, noi italiani con investimenti relativamente limitati riusciamo a competere e ad essere presenti con lavori che testimoniano risultati estremamente interessanti. Qual è il rapporto tra risultati della ricerca sperimentale e applicazioni pratiche utili per il paziente? Occorre ovviamente fare la massima attenzione e offrire la massima garanzia ai nostri pazienti, proprio per evitare fenomeni di speculazione su queste tecnologie, in particolar modo quando sono tecnologie usate in malattie inguaribili o in malattie croniche irreversibili: però sicuramente quando queste ricerche vengono fatte in maniera appropriata e corretta possiamo intravedere soluzioni che fino a pochi anni fa non erano sperabili o ipotizzabili. Di questo si parla anche nel congresso: dalle nuove terapie cellulari utilizzate in ortopedia e in chirurgia plastica, alle riparazioni delle piaghe nella medicina rigenerativa, tutti temi dibattuti ma estremamente interessanti e attuali su cui praticamente ogni giorno sono segnalate innovazioni e conquiste. Certo è ben diverso quello che può mostrare la ricerca da quello che poi si realizza a livello di applicazione clinica: non tutto quello che viene riscontrato in laboratorio trova poi un’applicazione nella clinica nella medicina di tutti in giorni, però sicuramente in questi anni la medicina sta cambiando anche grazie ad una serie di farmaci biologici. C’è una tavola rotonda proprio dedicata al tema ‘farmaci biologici’ che trovano oggi grandissime applicazioni in medicina e che sono entrati rapidamente e prepotentemente nella pratica medica di tutti i giorni. Ma non senza problemi. Torniamo sempre al problema dell’aumento della spesa e della diminuzione delle disponibilità economiche in sanità I problemi economici incidono in questo campo delle piaghe e delle ferite difficili come in tutti altri campi, ma addirittura più che in altri campi si avverte la differenza tra i regimi adottati tra regione e regione. In alcune regioni tutte le terapie sono alla portata di ogni paziente, in altre no. Si tratta di un tema molto importante, perché i famosi Livelli Essenziali di Assistenza (L.e.a.) che dovrebbero essere garantiti nel nostro paese a tutti i cittadini, in questo caso non sempre lo so sono, o comunque lo sono in maniera differente a seconda di dove ti curi. Un problema che tocca tutta la sanità E’ vero, ma Il fatto di non usare un certo tipo di terapia può incidere sui costi, e paradossalmente nel caso delle ferite e delle piaghe può aumentarli: risparmiare sul dispositivo applicato ad una ferita si traduce in un allungamento dei tempi di degenza e di recupero e un aumento delle recidive. Su questi temi occorre fare i conti bene e ‘completi’: non sempre spendere meno vuol dire spendere meglio, e talvolta risparmiare qualche euro su un cerotto si traduce in un aumento esponenziale della spesa finale. Stiamo parlando di cifre così contenute? Una medicazione che costa 10 euro rispetto ad una che costa 1 euro è un aumento di spesa, ma se noi l’applichiamo meno frequentemente – quindi una volta alla settimana anziché tutti i giorni – o se ci porta alla guarigione del paziente nel giro di 3 settimane anziché in 3 mesi e se soprattutto ci aiuta a ottenere una guarigione migliore e quindi senza recidive magari costringendo ad un secondo ricovero da mille di euro... Valuti lei!  
   
 

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