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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Marzo 2014
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: DEFINIRE LE FUTURE POLITICHE NEL SETTORE DEGLI AFFARI INTERNI: LA PROSSIMA FASE

 
   
  Strasburgo, 12 marzo 2014 - In che modo l’attività dell’Ue nei settori della migrazione, dell’asilo e delle questioni di sicurezza può contribuire maggiormente a rendere l’Europa un luogo aperto, prospero e sicuro in cui tutti i suoi cittadini possano vivere e lavorare? Il programma di Stoccolma, che ha definito le politiche nel settore degli Affari interni dal 2010 al 2014, sta per giungere al termine: la Commissione presenta ora la sua visione strategica delle future priorità. Grazie a una cooperazione solida ed efficace tra le istituzione dell’Ue, gli Stati membri, le organizzazioni internazionali, la società civile e il settore privato, negli ultimi anni sono stati conseguiti notevoli progressi per la creazione di un’Europa più aperta e sicura, ma il lavoro non è finito. Oggi la Commissione presenta la sua visione sul futuro programma nel settore degli Affari interni, sostenendo la necessità di applicare pienamente la legislazione concordata e gli strumenti esistenti e di fare in modo che l’Unione sia in grado di reagire alle opportunità e alle sfide che ha di fronte. “Possiamo guardare con legittimo orgoglio alle conquiste fatte negli ultimi anni: abbiamo creato un sistema europeo comune di asilo, rafforzato lo spazio Schengen, potenziato la risposta a forme di criminalità organizzata quali la tratta degli esseri umani, le minacce online o la corruzione. Ma bisogna fare di più e dobbiamo essere pronti ad affrontare le future sfide e opportunità. Voglio che l’Europa guardi al futuro e che le questioni relative agli Affari interni contribuiscano alla crescita economica, creando un ambiente sicuro per tutti i cittadini europei. Abbiamo importanti scelte da compiere. Dobbiamo unire le nostre forze ed elaborare politiche che riflettano le priorità comuni e le necessità future”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria Ue per gli Affari interni. L’europa è parte di un mondo globalizzato e interconnesso, nel quale la mobilità internazionale è destinata ad aumentare. Dovrebbe quindi essere pronta a utilizzare meglio le opportunità offerte dalla migrazione, soprattutto dato l’invecchiamento della popolazione e il declino della forza lavoro. Occorre quindi garantire migliori sinergie con altri settori strategici, ad esempio quello commerciale, e promuovere gli spostamenti a breve termine di fornitori di servizi altamente qualificati; avviare dialoghi strutturati con Stati membri, imprese e sindacati sulla richiesta di immigrazione di forza lavoro; favorire il riconoscimento di qualifiche e competenze professionali acquisite all’estero; impegnarsi di più per integrare efficacemente gli immigrati nel mercato del lavoro e, in generale, nelle società di accoglienza. L’ue dev’essere pronta ad affrontare i suoi obblighi in materia di asilo in modo da riflettere un’autentica solidarietà e condivisione di responsabilità tra tutti gli Stati membri. Le nuove norme in materia di asilo devono essere applicate con coerenza ed efficacia. Le future iniziative dovrebbero inoltre assicurare un sostegno nei momenti di forti pressioni temporanee. Una di queste forme di solidarietà è la ricollocazione dei beneficiari di protezione internazionale tra gli Stati membri. Tra le altre idee da esplorare vi è lo sviluppo di sistemi di trattamento comune delle domande di asilo e la condivisione di luoghi di accoglienza nei momenti di emergenza. L’ue dovrebbe inoltre impegnarsi di più nel reinsediamento e valutare la possibilità di aprire canali di immigrazione legale per coloro che cercano protezione, a cominciare da un approccio coordinato in materia di visti umanitari. La politica e gli strumenti esistenti in materia di migrazione esterna e asilo dovrebbero essere sfruttati meglio per far fronte alle future evoluzioni alle frontiere meridionali dell’Unione, impegnarsi più efficacemente con i paesi vicini e potenziare l’attrattiva dell’Ue. In un mondo sempre più interdipendente, le questioni di Affari interni devono essere integrate nel complesso della politica esterna dell’Ue, rafforzando il dialogo e la cooperazione con i paesi terzi e le sinergie con altre politiche dell’Unione. Prevenire e ridurre la migrazione irregolare è parte essenziale di una politica migratoria ben gestita e richiede una combinazione di misure tra cui l’azione contro i datori di lavoro che assumono lavoratori in posizione irregolare, il rafforzamento dell’approccio dell’Ue nei confronti del traffico di migranti e della tratta di esseri umani, e il potenziamento della cooperazione con i paesi di origine e di transito. La nuova governance Schengen può far sì che la circolazione all’interno dello spazio Schengen privo di controlli alle frontiere continui a produrre pienamente i suoi benefici per i cittadini e per l’economia dell’Europa. Promuovere le opportunità di spostamento legittimo tramite la modernizzazione della politica dei visti e la messa in atto dell’iniziativa “Frontiere intelligenti” contribuirà a rendere lo spazio Schengen una destinazione più attraente per i cittadini di paesi terzi che viaggiano in buona fede, mantenendo al contempo un alto livello di sicurezza. Per continuare a costruire un’Europa in grado di proteggere, occorre affrontare nuove e gravi sfide in materia di sicurezza: la criminalità informatica, la criminalità organizzata transnazionale, la tratta di esseri umani, l’estremismo violento e il terrorismo. L’attuazione della strategia di sicurezza interna adottata nel 2010 ha permesso di progredire e i suoi cinque obiettivi rimangono validi1, ma occorre riesaminare le misure e le azioni concrete. È necessario, ad esempio, rafforzare la cooperazione pratica tra le autorità di contrasto alla criminalità degli Stati membri (ad esempio tramite squadre investigative comuni, formazioni, esercizi congiunti, un uso migliore di sistemi di scambio delle informazioni). Si può tuttavia fare molto di più anche per: combattere la corruzione (con un follow-up della relazione sulla lotta anticorruzione); lottare contro la tratta di esseri umani (delineando una strategia post-2016); affrontare il traffico illecito di armi da fuoco (rivedendo la normativa esistente dell’Ue in materia di vendita e trasferimenti all’interno dell’Unione e intensificando la cooperazione operativa); reagire alle minacce alla sicurezza informatica (traducendo in azione la strategia dell’Ue per la sicurezza informatica, incoraggiando tutti gli Stati membri a istituire un centro per la criminalità informatica, proseguendo l’azione dell’Alleanza globale contro l’abuso sessuale di minori online); prevenire il terrorismo e contrastare la radicalizzazione e il reclutamento (fra l’altro rafforzando la rete per la sensibilizzazione in materia di radicalizzazione); aumentare la resilienza dell’Europa alle gravi crisi e calamità (migliorando l’interoperabilità di attrezzature e sistemi di comunicazione); affrontare la sicurezza interna come parte integrante delle politiche esterne dell’Ue e collegarla ai programmi di assistenza e cooperazione dell’Unione. Contesto Nel 2014 terminerà il programma di Stoccolma, che ha definito le politiche in materia di Affari interni fin dal 2010. In questa prospettiva, la Commissione ha avviato nel 2013 un dibattito sulle future sfide e priorità che tali politiche dovranno affrontare nei prossimi anni. La comunicazione odierna fa seguito a una serie di incontri e dibattiti sul futuro delle politiche di Affari interni, nell’ambito dei quali i portatori d’interessi e la società civile hanno potuto confrontare opinioni e idee su questioni connesse a questo portafoglio. Si sono svolti anche seminari e audizioni con gruppi di riflessione e organizzazioni della società civile. Gli interessati e il pubblico sono stati inoltre invitati a pubblicare le loro opinioni e idee sul sito internet della Dg Affari interni tramite una consultazione pubblica. Il 29 e 30 gennaio 2014 la Commissione ha organizzato a Bruxelles una conferenza ad alto livello per discutere i futuri sviluppi delle politiche di Affari interni.  
   
 

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