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Notiziario Marketpress di Lunedì 24 Marzo 2014
 
   
  UNIONCAMERE: NEL 2013 QUASI 500MILA IMPRESE STRANIERE

 
   
  Roma, 24 marzo 2014 - E’ passato prima di tutto per Napoli, Roma, Monza e Milano il “treno” ultraveloce dell’impresa straniera in Italia. Nel 2013, infatti, sono queste le province che registrano i tassi di crescita più consistenti di un esercito che sfiora ormai le 500mila unità, pari all’8,20% del totale delle imprese registrate nel nostro Paese. Un esercito quasi invincibile, visto che le 497.080 imprese, di cui 384.318 guidate da cittadini stranieri extra Ue, si sono espanse a un ritmo di gran lunga superiore a quello del totale delle imprese (+4,88% nel 2013 a fronte del +0,21% del totale), e, aumentando di 23.285 unità, hanno consentito di mantenere in campo positivo il bilancio anagrafico di tutto il sistema imprenditoriale italiano (cresciuto, nello stesso periodo, di sole 12.681 posizioni). Questi i dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese guidate da stranieri risultante dal Registro delle imprese delle Camere di commercio italiane, diffusi oggi da Unioncamere. “Siamo in presenza di una completa affermazione all’interno della nostra società del fenomeno ‘stranieri’, che può contare sia sulle tante imprese guidate da immigrati, sia su un vasto bacino della forza lavoro impiegata all’interno del nostro sistema produttivo, a tutto vantaggio anche dell’integrazione sociale”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Una forza occupazionale complessiva che fornisce un apporto determinante alla produzione economica del nostro Paese, come emerge dalle stime di Unioncamere sul valore aggiunto derivante dall’attività degli occupati stranieri, che, nel 2011, ha raggiunto una incidenza del 12,8%, pari a 178,5 miliardi di euro in termini nominali. Un contributo che occorre ulteriormente valorizzare anche facendo emergere quelle “sacche di illegalità” che rischiano di mettere in ombra i tanti stranieri che onestamente e con passione concorrono allo sviluppo del Sistema Italia. Per questo – aggiunge Dardanello- all’Audizione presso il Comitato Parlamentare Schengen abbiamo proposto da un lato di incrementare le attività di vigilanza sul mercato e sanzionatorie che svolgono gli enti camerali per scoraggiare la clandestinità che alimenta il mercato della contraffazione, mettendo a disposizione delle Camere di commercio e degli organi accertatori una parte dei proventi derivanti dall’attività sanzionatoria. Dall’altro lato, - conclude il presidente- abbiamo esposto la necessità di avere accesso alle altre banche dati delle Pubbliche amministrazioni per incrociare nel tempo le informazioni con quelle contenute nel Registro delle imprese ed operare così una più netta demarcazione tra imprese “vere”, che effettivamente operano legalmente sul mercato, e quelle “irregolari” che di fatto fanno capo a un soggetto “vuoto”.  
   
 

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