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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Marzo 2007
 
   
  UN IMPORTANTE AIUTO CONTRO IL COLESTEROLO VIENE DAI FITOSTEROLI, SOSTANZE MOLTO SIMILI AL COLESTEROLO STESSO, PRESENTI NEGLI ALIMENTI DI ORIGINE VEGETALE: DAL SIPREC, PROMOSSA LA PREVENZIONE AL NATURALE

 
   
  L’italia è affetta da ipercolesterolemia, ovvero da elevato livello di colesterolo Ldl nel sangue. Da Nord a Sud, dal Centro alle Isole non c’è regione italiana in cui non si registri una preoccupante percentuale di persone con valore di colesterolo fuori soglia. L’allarme viene dalla V Conferenza Nazionale della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (Siprec), svolta a Genova e appuntamento di riferimento per fare il punto sulle strategie per mettere a riparo la salute cardiaca dello Stivale. Nella speciale mappa della colesterolemia, costruita sui più recenti dati a disposizione, la Liguria spicca, infatti, come regione a più alto tasso di colesterolo per le donne (ben il 33% ha valori oltre il consentito). Per i maschi, invece, le regioni del Nord presentano una situazione preoccupante: in Val d’Aosta, Trentino e Friuli il 29% della popolazione maschile è ipercolesterolemica. Ma contro il colesterolo, è oggi possibile ricorrere alla prevenzione naturale. L’apertura del congresso Siprec è stata proprio incentrata su questo argomento. Un importante aiuto viene dai fitosteroli, sostanze molto simili al colesterolo stesso, presenti negli alimenti di origine vegetale. «I fitosteroli – spiega Alberto Notarbartolo, Ordinario di Medicina Interna Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Palermo – si trovano soprattutto, negli olii vegetali; quantità più piccole nelle verdure e nella frutta fresca, nelle castagne, nei cereali, nei legumi. Nell’alimentazione media essi non superano in genere, nel complesso, i 250-300 mg giornalieri nei Paesi centroeuropei e scandinavi. Nei Paesi mediterranei il loro apporto è probabilmente un po’ elevato (fino a 500-600 mg/die). La capacità dei fitosteroli di influenzare l’assorbimento del colesterolo alimentare si traduce, secondo un meccanismo parzialmente dose-dipendente, in una riduzione della colesterolemia, e specialmente della frazione legata alle lipoproteine Ldl (colesterolo Ldl, o Ldl-c)». Un quesito cruciale, a questo proposito, è quale sia la efficacia di differenti dosi di fitosteroli sulla riduzione dei livelli di Ldl-c. Numerosissimi articoli pubblicati tra il 1998 e il 2006 su riviste internazionali ad elevato fattore d’impatto, ed una metanalisi su 41 trials controllati, forniscono solide evidenze scientifiche per rispondere a questa domanda. Contro il colesterolo, un importante aiuto dalla dieta Familiarità o fattori di rischio aggiuntivi, la lotta contro il colesterolo si vince con costanza e, soprattutto, con l´aiuto di alcune norme dietetiche quotidiane, mentre solo nei casi più gravi è necessario ricorrere a rimedi farmacologici. Di certo, i primi a dover stare attenti sono i soggetti più ad alto rischio, come chi ha già avuto un infarto o un ictus, i pazienti diabetici, gli ipertesi o chi segue una terapia per combattere l’ipertensione. Tutti, però, possiamo e dobbiamo tenere sotto controllo il colesterolo, migliorando il nostro stile di vita e, soprattutto, la nostra alimentazione. «A supporto dell’azione protettiva dei fitosteroli sugli eventi coronarici – continua Alberto Notarbartolo – si può ricordare che gli alimenti che contengono fitosteroli in alta quantità sono parte di quella “dieta mediterranea” che si è dimostrata efficace nel ridurre l’incidenza di queste malattie. Inoltre, non va trascurato che la riduzione della colesterolemia conseguente all’adozione di diete ipolipemizzanti non supera in genere, stabilmente, il 5-6%. Se l’industria alimentare renderà disponibili alimenti funzionali contenenti fitosteroli/stanoli o altre sostanze in grado di ridurre la colesterolemia media della popolazione, a basso costo, avrà raggiunto un importante obiettivo, poiché è ampiamente dimostrato che la riduzione del 10% di Ldl-c si accompagna in qualsiasi popolazione, in soggetti sani o già affetti da coronaropatia, ad una riduzione equivalente di eventi cardiovascolari». «Un’alimentazione quindi ricca in vegetali – sottolinea Maurizio Averna, Ordinario di Medicina Interna, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Palermo – proprio per la presenza dei fitosteroli, è utile per la riduzione della colesterolemia. Tuttavia per ottenere una riduzione sensibile della colesterolemia che raggiunga il 10% è necessario aggiungere alla dieta una quantità di fitosteroli fino a 2 grammi giornalieri. I dati a nostra disposizione dimostrano che tale integrazione è priva di rischi perché la quantità di fitosteroli assorbita è trascurabile e pertanto un’alimentazione arricchita in fitosteroli rappresenta una strategia valida per la riduzione della colesterolemia e la prevenzione delle malattie cardiovascolari». «Gli studi più recenti sui meccanismi d’assorbimento intestinale del colesterolo – dichiara Alfredo Cantàfora, Istituto Superiore di Sanità - Sezione Lipidi ed Arteriosclerosi – indicano che l’effetto ipocolesterolemizzante dei fitosteroli è dovuto ad una forte riduzione dell’assorbimento del colesterolo, sia endogeno che esogeno (biliare e alimentare, rispettivamente), attraverso un processo che si esplica nel lume intestinale. Per questo motivo gli alimenti funzionali arricchiti in fitosteroli dimostrano la loro efficacia anche quando la dieta è povera di colesterolo e non inducono un maggiore assorbimento di fitosteroli. In considerazione della sicurezza e facilità d’uso, gli alimenti funzionali arricchiti in fitosterolo offrono una valida alternativa non farmacologia al trattamento dei lievi innalzamenti della colesterolemia (colesterolo totale tra i 200 e i 239 mg/dL) così frequenti nella popolazione adulta». Gli italiani e il colesterolo In Italia 57 uomini e 58 donne su 100 hanno un valore di colesterolo nel sangue superiore a 200 mg/dL. Percentuale, questa, che aumenta tra gli anziani fino a 67 uomini e 63 donne su 100. Un’indagine, condotta su un campione di circa 4. 000 persone e presentata in occasione della prima Consensus Conference della Società Italiana di Terapia Sperimentale e Clinica, conferma che oltre il 60% della popolazione non sa, o ha delle idee confuse, su cosa sia il colesterolo. Mentre, addirittura, il 6% degli Italiani non ne ha mai sentito parlare. Tra chi, invece, sa di avere problemi di colesterolo: il 58% segue una dieta mirata, il 26% lo tiene sotto controllo con i farmaci, un altro 26% svolge un’attività fisica costante e l’8% utilizza prodotti come soia, fibre e yogurt. Di contro, però, c’è ancora un 19% che non adotta alcun metodo per contrastarlo. .  
   
 

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