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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Aprile 2014
 
   
  INFANZIA, VENDOLA: BASTA RETORICA, IL GOVERNO METTA A DISPOSIZIONE RISORSE

 
   
  Bari, 31 marzo 2014 - “Noi abbiamo lottato in controtendenza affinché la crisi non precipitasse sui bambini. Abbiamo svolto un’opera ciclopica di infrastrutturazione sociale dato che mancava tutto in Puglia e lo abbiamo fatto in anni in cui i governi centrali tagliavano linearmente su tutto”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo il 27 marzo, alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, alla Conferenza nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza “Investire sull’infanzia” che si è svolta a Bari presso Villa Romanazzi Carducci. “Io auspico – ha detto Vendola – che il Governo Renzi possa imprimere una svolta reale, perché la povertà che c’è oggi in Italia, che è cresciuta in maniera gigantesca, è una povertà che riguarda moltissimo i bambini, oltre che gli anziani e le persone disabili”. Basta con la retorica. Secondo il Presidente della Regione Puglia “oggi abbiamo bisogno di sapere quali sono le risorse finanziare che si mettono in campo per l’esercizio dei diritti fondamentali dei bambini”. “Gli adulti – ha continuato Vendola – per amare i bambini devono occuparsi della condizione delle città, degli spazi per giocare, della condizione delle scuole, delle forme dell’apprendimento. E gli adulti devono anche dedicare l’attenzione e il tempo necessario affinché i bambini possano esprimere i propri sentimenti e la propria umanità”. “I bambini parcheggiati davanti ad una tv o davanti a un computer – ha concluso Vendola – i bambini che soffrono la solitudine, sia pure in una situazione di benessere, ci mandano un messaggio: dobbiamo imparare ad ascoltarli, sapendo che loro sono straordinari educatori di noi adulti. Educare i bambini non vuol dire plagiarli, ma addestrarli alla loro autonomia intellettuale e alla padronanza di sé. Tuttavia, troppo spesso la società degli adulti ha pensato di cavarsela adulterando i bambini, cioè rendendoli soltanto terminali di un circuito consumistico. La società educante è una società che si prende carico dei bambini, che sa guardarli in faccia, che sa ascoltarli. Questo è il tema vero che l’Europa oggi deve affrontare, altrimenti le parola infanzia non avrà più significato”.  
   
 

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