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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Marzo 2007
 
   
  CERAMICA: FIRMATO IN REGIONE DOCUMENTO PER RILANCIO DEL SETTORE

 
   
  Perugia, 22 marzo 2007 - Dalla formazione degli addetti fino alla promozione del prodotto: contiene una vasta gamma di proposte il documento per il rilancio della ceramica in Umbria, sottoscritto stamani a Perugia da Regione Umbria, Province e Camere di Commercio di Perugia e Terni, Associazioni di categoria, Sindacati, Comuni di Deruta, Gubbio, Gualdo Tadino ed Orvieto, Svilupumbria e Gepafin. Nel documento, che tiene conto delle indicazioni emerse nell’ambito dell’apposito Tavolo del Patto per lo sviluppo dell’Umbria, vengono indicate le prime azioni per valorizzare un comparto regionale in cui operano 334 imprese ed oltre mille 700 addetti, che ha raggiunto i massimi livelli di espressione tecnica ed artistica ma che soffre della concorrenza di un mercato globalizzato. “Il documento - ha detto l’assessore regionale allo sviluppo economico Mario Giovannetti nel corso della firma - contiene alcune linee di intervento per il rilancio della ceramica umbra che sono frutto di un ampio confronto e del lavoro comune di istituzioni e forze economiche e sociali. Abbiamo individuato azioni concrete e condivise da realizzare immediatamente con le risorse ora a disposizione, senza avere la pretesa di risolvere tutti i problemi di un comparto strategico che presenta criticità, ma anche importanti potenzialità. Si tratta di alcune indicazioni su esigenze riconosciute come fondamentali che dovranno essere ulteriormente supportate dai contributi di tutti i soggetti interessati. Una sperimentazione, che verrà monitorata nei prossimi mesi, finalizzata a sviluppare e riaffermare il valore strategico e di polo d’eccellenza della ceramica per lo sviluppo e l’immagine dell’Umbria”. Formazione, certificazione e qualità, innovazione, investimenti e promozione sono, secondo i firmatari del documento, gli ambiti di intervento per accrescere la competitività e superare le debolezze di un comparto costituito da aziende di piccole dimensioni, in prevalenza a carattere individuale. Alcuni delle azioni indicate nel documento e considerate prioritarie, saranno immediatamente finanziabili. In particolare quelle della promozione, ricerca ed innovazione per un importo complessivo di 400mila euro derivanti dagli Accordi di programma quadro Regione-ice, dal progetto “Interreg” e dalla nuova programmazione dei Fondi comunitari. Per l’attuazione delle misure previste nell’accordo si ipotizza la necessità di ulteriori due 2milioni e mezzo di euro di risorse pubbliche (su diverse fonti di finanziamento), a cui dovrà aggiungersi il cofinanziamento dei privati. In particolare per la formazione/riqualificazione rivolta almeno il 10/15 per cento degli addetti del settore (circa 175 unità) si ipotizza la necessità di un fondo di 280mila euro. E’ inoltre previsto il coinvolgimento degli Istituti professionali e dei Licei artistici e di appositi corsi dell’Accademia di Belle Arti per la formazione delle figure professionali di cui necessita il mercato. Relativamente alle certificazioni (“Cat” e qualità) gli interventi interessano due categorie di imprese: le aziende che hanno le caratteristiche richieste dalla Legge “188/90” e che sono potenzialmente eleggibili all’adozione del marchio “Cat” e le altre imprese che possono, ad oggi, conseguire potenzialmente soltanto la certificazione di qualità di prodotto o di processo in conformità delle normative Iso (circa il 30per cento). Per questa tipologia l’investimento ipotizzato ammonterebbe per la parte pubblica a 225mila euro, mentre per la certificazione “Cat” i costi previsti sono di 48mila euro. In materia di innovazione si sottolinea la necessità di attivare collaborazioni con centri di ricerca o strutture dotate di esperienza e know how, come l’”Istec” di Faenza o la Facoltà di Ingegneria dei Materiali dell’Università di Perugia. Questo per rispondere alle aspettative del mercato e riposizionare l’immagine del prodotto, anche come oggetto di uso quotidiano. Relativamente agli investimenti, quelli più consistenti riguardano il riposizionamento del prodotto ceramica nella sfera della “stoviglieria di uso comune” e quindi la necessità di disporre di forni con caratteristiche diverse dalle attuali. Nell’ambito della programmazione comunitaria 2007-2013 si è ipotizzato un contributo pari al 30 per cento dell’investimento pe macchinari calcolato sulla metà delle aziende, e pari a un milione 386mila euro. Particolare rilevanza è stata data nel documento alle azioni di comunicazione e promozione del settore, considerato parte integrante del sistema promozionale dell’Umbria. Si va dalle azioni commerciali rivolte alle grandi catene di distribuzione, alle reti di alberghi/hotels ed alle catene di negozi e ristoranti, alla partecipazione a fiere internazionale (Macef, Londra, ecc. ) ed alle iniziative previste nell’ambito della Promozione Integrata (quali ad esempio l’esperienza “Umbria Jazz New York” e simili), dai “corner promozionali” negli agriturismi ad una linea di merchandising museale, oltre ad incentivare la promozione tramite Internet. Si prevede di confermare i finanziamenti relativi ai contributi a fondo perduto per le aziende del settore e finalizzati all’abbattimento di quota parte dei costi (30%) di partecipazione a mostre e fiere. Secondo i dati forniti dal documento sono complessivamente 1. 757 (di cui 1. 291 nella fabbricazione di prodotti ceramici e 466 nella fabbricazione di piastrelle) gli occupati delle 334 imprese di ceramica presenti in Umbria. Le aziende concentrate soprattutto nel comune di Deruta (186), a cui segue quello di Gualdo Tadino (50), sono per la maggior parte ditte individuali (oltre il 62% del totale) a conferma di una ridotta dimensione aziendale (solo 16 sono le aziende costituite nella forma di società di capitali). Gran parte delle strutture produce prodotti finiti, mentre poche sono quelle che forniscono servizi (principalmente pittura, oltre ad alcuni servizi di analisi). Il fatturato del comparto pari ad oltre 150 milioni di euro risulta essere per il 14,2% regionale, per il 46,3% nazionale e il restante 38,6% internazionale. L’orientamento ad aderire a strutture di secondo grado (quali ad esempio i consorzi) e del 13,9% del comparto e riguarda soprattutto attività di promozione e marketing, piuttosto che la produzione e commercializzazione. Per quanto attiene i prodotti, il settore si connota per una discreta propensione alla introduzione di nuovi prodotti, con oltre il 20% delle imprese che dichiarano di aver adottato innovazioni in tal senso. Gli approvvigionamenti di semilavorato (biscotto) trovano la loro origine all’interno della regione (in particolare dai comuni di Deruta, Torgiano e Marsciano), mentre oltre il 94% delle materie prime (argille e smalti) provengono dal centro Italia. In merito alla commercializzazione, oltre il 67% avviene in forma diretta (tramite la propria sede, i grossisti, le imprese, il dettaglio), mentre il 32% circa in forma indiretta (Grande distribuzione, dettaglio, grossisti, imprese per quanto attiene il semilavorato). Oltre il 70% delle aziende ha un numero di addetti inferiore o uguale a tre unità; circa il 18% sono collocate nella classe dimensionale 4-10 addetti e soltanto l’8% circa presenta un numero di addetti superiore a 10. La copertura degli investimenti effettuati rileva un forte ricorso all’autofinanziamento (oltre il 36% delle imprese), seguito dal ricorso al credito (Artigiancassa 24% circa) e ad operazione bancarie ordinarie (oltre il 19%). Scarsissimo il ricorso a leggi agevolative, sia nazionali (tipo la legge 488/92) che regionali. .  
   
 

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