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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Aprile 2014
 
   
  LA VOCE AI MIGRANTI UN INCONTRO IN PROVINCIA DI PARMA PER APPROFONDIRE IL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE “FORZATA”. APPUNTAMENTO ANTEPRIMA DELLA SETTIMANA DEL MIGRANTE

 
   
  Parma, 7 aprile 2014 – “La mia è stata un’esperienza migratoria obbligata a causa della guerra in Ruanda. Sono andata a studiare a Genova e il primo anno è stato difficoltoso: è stato faticoso inserirmi e integrarmi nella città, sia perché non conoscevo la lingua, sia per la mentalità delle persone. Mi sono sentita molto sola. Poi grazie a una comunità di suore ho potuto incontrare i bambini nelle scuole e insieme a loro, che mi correggevano di continuo, ho imparato la lingua”. Oggi Alphonsine Mute ha 41 anni, ha una laurea magistrale in scienze religiose ed è insegnante a Parma. Sorride mentre racconta a un pubblico attento e curioso la sua storia: una delle tante storie di migrazione che questo pomeriggio in Provincia hanno potuto essere ascoltate nel corso dell’incontro “Aspettando la Settimana del Migrante: a proposito di immigrazione e asilo, esperienze e riflessioni”, promosso dalla Provincia e dalla Regione Emilia Romagna, in collaborazione con Forum Solidarietà. Un’occasione in cui si è voluto rendere protagonisti i migranti e parlare soprattutto di immigrazione “forzata”, intesa come rifugio dalle persecuzioni. Un’immigrazione ancora troppo spesso fatta di emergenze, di prima accoglienza, di gestione delle necessità. “Con questo incontro vogliamo permettere alle persone di raccontarsi, in modo da capire il percorso che le ha portate lontano dal loro Paese – ha spiegato l’assessore provinciale alle Politiche Sociali Marcella Saccani, aprendo questo pomeriggio l’incontro nell’Ente di piazza della Pace -. Si tratta di un’anteprima della Settimana del migrante, il festival unico e straordinario che riunisce ben 30 associazioni: un modo per rappresentare il tema dell’affermazione e del riconoscimento dei diritti veri, una grande metafora della vita così come esigiamo che sia”. “Oggi vogliamo sfuggire dalle statistiche che spesso fanno perdere l’aspetto soggettivo delle esperienze: le testimonianze ci permettono infatti di raccogliere esperienze, motivazioni, sentimenti e sensazioni. L’immigrazione “forzata” spesso non viene capita, si tende a svilire questa necessità, a dimenticare questa piaga: è invece la coesione sociale che porta allo sviluppo - ha sottolineato il sociologo Francesco Cirillo, mentre leggeva alcuni dei racconti di migranti raccolti nel Report provinciale sull’immigrazione 2013, come quello di un albanese di 40 anni, approdato clandestinamente in Puglia, che nei primi tre anni di permanenza in Italia ha dovuto lavorare per 13 ore al giorno in una fabbrica e oggi è avvocato. E così si passa di storia in storia. A prendere la parola è Don Isaac Paul, un parroco pakistano di 49 anni. “Io sono rimasto a Parma perché avevano bisogno di un sacerdote che parlasse inglese. I primi anni sono stati difficili perché non conoscevo la lingua ma poi ho imparato grazie ai catechisti, agli anziani e ai bambini. Non mi scorderò mai la prima volta che a Calestano sono andato nelle case per la benedizione di Pasqua: quando le persone mi aprivano dicevano che non avevano bisogno di sciarpe, perché avevo la stola e mi scambiavano per un venditore. Poi hanno imparato a conoscermi e sono stato accolto bene”. “La comunicazione con gli immigrati insegna molto in termini di conoscenza, ci aiuta ad essere profondi, ci obbliga a essere onesti, a metterci nei loro panni, a mescolare la nostra vita con la loro”, ha affermato il presidente del Ciac Emilio Rossi, che ha voluto raccontare anche un po’ della sua vita, di quando ha deciso di ospitare a casa sua un ragazzo della Costa d’Avorio che “colpiva per il suo candore e la sua comunicatività. Un ragazzo che adesso mi ha reso nonno di un bambino, Emilio. Loro dicono che sono stati fortunati a incontrarmi, io dico il contrario”. A chiudere il pomeriggio Serena Martini del Servizio centrale dello Sprar, il Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati. “Il nostro obiettivo è di costruire progetti di accoglienza che siano tarati sulla storia e sui bisogni di ogni singola persona: un’accoglienza emancipante che mira a restituire a ognuno tutta la sua autonomia. Da 3mila posti finanziati siamo passati in questo triennio ad averne più di 13mila con 456 progetti finanziati e 415 enti locali coinvolti. Di questi, 4 sono nel Parmense per un totale di 94 posti”. La Settimana del migrante proseguirà a Parma e nei Comuni della provincia fino al 13 aprile. Nove giorni di festival su immigrazione e intercultura, in cui si spazierà dagli spettacoli alle mostre, dagli incontri ai laboratori, dalle speciali cacce al tesoro ai tornei di calcetto, dai dibattiti all’animazione per bambini e ragazzi.  
   
 

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