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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Aprile 2014
 
   
  BERNAZZOLI: LA NUOVA LEGGE, LA SCELTA DEL FUTURO CONFERENZA STAMPA DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI PARMA. GIUNTA E CONSIGLIO ATTIVI FINO AL 25 GIUGNO. INTANTO CONSULTAZIONE CON I SINDACI PER DECIDERE SE RESTARE O APRIRE LA STRADA AL COMMISSARIAMENTO

 
   
  Parma, 7 aprile 2014 – Parla della riforma delle Province e di quello che accadrà Vincenzo Bernazzoli. Lo fa da Presidente di quella di Parma, nella sede dell’ente dove il 25 di giugno terminerà il secondo mandato. “Per quanto ci riguarda il nostro impegno è concluso” sottolinea chiarendo che “né lui, né i componenti della Giunta” seduti accanto nel lungo bancone della sala del Consiglio, hanno interessi di tipo personale: “il nuovo scenario non incide sulle nostri sorti”.Il punto di partenza del lungo ragionamento che propone ai giornalisti comincia da una considerazione. “Le Province non sono state abolite ma trasformate in ente di secondo livello. Vengono mantenute funzioni fondamentali quali l’ambiente, la programmazione e gestione delle scuole, le strade i trasporti”. Anzi: il decreto Del Rio contempla anche la possibilità di funzioni oggi non presenti, ad esempio ricorda il presidente, “su delega dei Comuni possono essere centri di appalto e di concorsi, gestori di enti economici”. Restano anche le entrate da tributi, invece il destino delle funzioni, con il personale che segue, oggi delegate dalla Regione sarà deciso dalle stesse entro tre mesi. Anche per questo la fase di transizione che si apre è “molto complicata” – dice il presidente - “C’è un disegno finale che ha elementi che devono essere chiariti”.Il punto di arrivo sarà costituito dalle nuove Province che avranno l’assemblea dei sindaci, un consiglio provinciale di 12 componenti che deve essere eletto entro settembre, il nuovo presidente entro l’anno e eventualmente anche un vice. Il voto con il quale si elegge il nuovo organo è ponderato, e secondo una simulazione il comune di Parma dovrebbe pesare circa per il 41,61%..Nel frattempo cosa succede? Il Consiglio provinciale attuale resta in carica fino a fine mandato cioè al 25 giugno. Dopo di che la nuova legge approvata ieri dalla Camera, con quella che Bernazzoli chiama una “bizzarria” , proroga presidente e giunte uscenti fino al 31 dicembre 2014, con impegno gratuito e il bilancio gestito in forma provvisoria. “E’ un problema che si aggiunge per questo come Upi nazionale abbiamo chiesto al governo di fornire una interpretazione diversa della norma perché anche per chi come noi ha approvato il bilancio preventivo non sarà possibile fare il minimo indispensabile”.E poi c’è una questione politica generale sul modello di governo del territorio introdotto con la nuova legge, un cambiamento di cui secondo Bernazzoli “non c’è stata consapevolezza” nel dibattito acceso attorno all’abolizione delle Province.rafforzando il livello regionale e Bologna città metropolitana non è impossibile immaginare un cambio di equilibri con il resto dei territori, problema che si riflette anche su base locale perché anche se la legge prevede unioni e fusioni di Comuni “il riequilibrio territoriale garantito dalla Provincia subisce una modifica che può indurre un accentramento del processo decisionale attorno al capoluogo”. Due elementi a cui sono legati la visione dello sviluppo, la destinazione delle risorse, la programmazione del futuro: aspetti essenziali che fan dire a Bernazzoli che c’è “un tema di come questo territorio sta dentro questo nuovo quadro”.“Parma deve affrontare subito questo tema in modo aperto e profondo e secondo me occorre assumere una visione di area vasta”. In altre parti della regione ricorda Bernazzoli lo hanno già fatto come in Romagna “mentre qui, nella parte occidentale non c’è mai stata una discussione vera”. Un esempio? I trasporti, da Modena fino a Piacenza significherebbe ragionare di un sistema intermodale ovvero di mobilità su ferro e strada, della stazione medio padana, della valorizzazione dell’aeroporto di Parma, degli interporti per le merci.“Non ho condiviso il metodo con cui si è arrivati a questa nuova legge il che non significa che noi non fossimo per la modifica dell’assetto istituzionale del Paese – continua. Quello che è mancato secondo il presidente è una visione di sistema che c’è in altre parti d’Europa dove si sta aggredendo il nodo delle riforme istituzionali e che in Italia non c’è. “Senza il disegno complessivo anche il cittadino è chiamato a esprimersi su una visione parziale”. E adesso? “A noi si impone una scelta: il governo ci chiede di rimanere pretendendo gratuità. E’ un punto delicato – afferma - perché se decidessimo tutti insieme dal presidente del Consiglio al sindaco, tutto il paese, di fare nove mesi di volontariato avrebbe senso. Dirlo solo alle Province no. O siamo ricchi ereditieri oppure viste anche le responsabilità che chi governa deve assumere, la scelta più facile sarebbe quella di dire: l’avete pensata così, la gestite voi. Siamo però consapevoli che significherebbe girare le spalle al territorio e ai dipendenti che sono in mezzo a questo pasticcio preoccupati del loro destino”.L’indecisione c’è, ammette lo stesso Bernazzoli che ha ragionato della cosa con la Giunta riunita prima della conferenza stampa proprio per condividere la posizione da assumere al riguardo.“Vorremmo sciogliere questo nodo prima del 25 giugno e abbiamo pensato di prenderci il tempo che serve per capire se un nostro eventuale impegno possa essere considerato utile da quei sindaci che avranno l’onore e l’onere di prendere in mano dal 1° gennaio questo ente”. Una consultazione che parte subito della quale si conosce renna gli esiti fra una quindicina di giorni.  
   
 

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