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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Aprile 2014
 
   
  DANJEAN: "UN APPROCCIO COMUNE EFFICACE È POSSIBILE SOLO A LIVELLO EUROPEO"

 
   
  Strasburgo, 8 aprile 2014 - I recenti eventi in Ucraina hanno mostrato l´importanza di una politica esterna comune e coerente. Il Servizio europeo per l´azione europa (Seae) ha come obiettivo quello di aiutare l´Ue ad assumere una politica esteriore strutturata e coordinata. Arnaud Danjean, deputato francese di centro destra, è il relatore delle raccomandazioni adottate il 3 aprile. È possibile una politica esterna comune e coerente quando gli Stati membri difendono interessi così diversi tra loro? Non è strano o illegittimo che gli Stati membri dell´Ue non abbiano lo stesso approccio su tutta la politica internazionale. Ma non significa che le differenze siano insormontabili. Abbiamo constatato che gli Stati membri condividono sempre di più visioni e filosofie comuni. Una maggiore coordinazione è necessaria ed è questo il ruolo della politica esteriore e della sicurezza comune, con l´Alto Rappresentante e il servizio europeo di azione esteriore. Le scommesse di oggi sono sempre più globali e complesse, ed è raro che uno Stato membro disponga, da solo, delle risorse diplomatiche, finanziarie e militari necessarie. L´ue s´impone quindi come il levello corretto per un approccio comune efficace. Nonostante ció, l´Ue non ha sempre i mezzi per agire ovunque e sempre, ed è per questo motivo necessario riformare la politica esteriore e della sicurezza comune secondo priorità definite con chiarezza. È anche necessaria una leadership politica più forte per facilitare le convergenze. Questo vale sia a livello europeo, l´Alto Rappresentante e i vicepresidenti della Commissione, sia a livello nazionale. Secondo il testo della risoluzione, le debolezze istituzionali hanno impedito all´Ue un´azione esteriore coerente. In quali casi? In ogni missione della politica esteriore e della sicurezza comune, dobbiamo affrontare le stesse difficoltà nel sostegno logistico e nella coerenza delle direttive. La mancanza di coordinazione pesa sull´attuazione delle strategie dell´Ue in certe regioni. Nel Sahel, l´Ue aveva sviluppato un´ottima strategia globale di sviluppo e sicurezza. Ma gli attori responsabili della strategia non si sono coordinati abbastanza e la situazione è migliorata unicamente dopo il conflitto militare del 2013. Ogni istituzione ha tendenza a difendere la propria autonomia. Mentre è la coordinazione che deve imporsi attraverso una leadership più chiara e dei ruoli meglio definiti. Dal mio punto di vista, l´Alto Rappresentante, con i vicepresidenti della Commissione, deve assumersi questo ruolo. Dialogo e mediazione sono stati una strategia utile nella risoluzione della crisi in Ucraina? Per essere onesto, non sono totalmente convinto dell´azione diplomatica europea nei casi come l´Ucraina. Per prima cosa ci è stato una grave sottovalutazione delle difficoltà legate all´accordo d´associazione, poi un periodo di mediazione senza grande impatto politico. È stato grazie all´intervento dei ministri degli Affari esteri che l´azione dell´Ue è risultata più efficace. E questo dimostra che l´azione esterne dell´Ue è ancora in mano ai singoli Stati membri, anche se gli sforzi dell´Alto Rappresentante e dei vicepresidenti sono stati utili. Troppo sepsso l´Ue si focalizza sulla mediazione perché vuole evitare metodi più coercitivi. Nonostante ciò, se la possibilità di sanzionare non è credibile, nemmeno la mediazione verrà prese seriamente. È una delle lezioni imparate dalla crisi nucleare in Iran e dalla crisi ucraina.  
   
 

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