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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Aprile 2014
 
   
  UE, BENI CULTURALI: "OGNI STATO MEMBRO VALUTI IL SUO PATRIMONIO"

 
   
  Bruxelles, 10 aprile 2014 - Ogni anni, circa 40.000 beni culturali lasciano illegalmente il territorio degli Stati membri e solamente alcuni di essi vengono restituiti. Il 10 aprile, la commissione alla Cultura ha votato l´accordo informale ottenuto con il Consiglio per rivedere la legislazione europea per facilitare la restituzione dei beni. Abbiamo incontrato Marie-christine Vergiat, deputata francese della Sinistra Unita. Dal 1993, su quindici proposte relative alla restituzione dei beni culturali, solo sette hanno avuto un esito positivo. Perché cosi poche? È evidente che questa legislazione non ha funzionato. Bisogna inserirla nel contesto: questa diretta è stata pensata durante l´apertura delle frontiere all´interno dell´Ue nel 1993. É stata creata per proteggere i beni culturali più prestigiosi degli Stati membri, quelli che ricevono maggiore attenzione. L´allegato della direttiva del 1993, che lista i beni soggetti a restituzione, è uno dei problemi principali perché implica che gli Stati membri non sono liberi di scegliere i beni da considerare tesori nazionali, cioè quelli considerati i più importanti del patrimonio nazionale di ogni stato. Abbiamo dunque deciso di eliminare questo allegato. Un altro problema rimane quello di stabilite dei limiti di antichità e valore. In particolare per i quadri: solamente quelli più costosi rientrano nel quadro della normativa di restituzione. Ma non è logico: ogni Stato membro deve decidere ciò che è importante per il suo patrimonio nazionale. È questo che è stabilito dai trattati. La legislazione in materia dei beni culturali che hanno lasciato il territorio si applica per i beni dopo il 1993. Perché questa data e cosa ne sarà degli oggetti rubati prima? Il 1993 corresponde all´apertura delle frontiere all´interno dell´Ue. Per elargire la legislazione ai beni prima del 1993 è necessario che gli Stati membri siano d´accordo. La procedura funziona unicamente con il loro accordo. Un esempio di beni culturali importanti che non sono stati restituiti a causa delle lacune giuridiche... Ce ne sono pochi. La maggior parte degli Stati membri hanno rinunicato a avviare le procedure a causa dei limiti. La Commissione cita il caso di una domanda venuta dall´Ungheria. Un quadro del Xvii secolo è stato venuto fuori dal paese nel 2009 per 46.000 euro, mentre il limite minimo per la richiesto di una restituzione era di 150.000. La procedura non ha funzionato, ma oggi i limiti non ci sono più.  
   
 

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