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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Aprile 2014
 
   
  IMPRESE: TRA GENNAIO E MARZO INVERSIONE DI TENDENZA NELLE CESSAZIONI D’IMPRESA

 
   
  Roma, 28 aprile 2014 – Chiude in rosso ma riprende un po’ di fiato, all’inizio del 2014, il sistema delle imprese italiane. In un trimestre che tradizionalmente consegna un bilancio negativo all’anagrafe delle Camere di commercio, il saldo del primo trimestre 2014 (-24.490 imprese) si segnala per una decisa inversione di tendenza rispetto al 2013, quando all’appello mancarono oltre 31mila imprese. Sul risultato ha influito, in particolare, il rallentamento delle cancellazioni (10mila in meno rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, pari ad una contrazione del -6,7%), un dato che ha compensato fortemente il lieve calo delle iscrizioni (circa 3mila unità in meno rispetto al primo trimestre 2013, il 2,7%). In conseguenza di queste due dinamiche, lo stock delle imprese esistenti a fine marzo si attesta a 6.012.366 unità, di cui 1.390.064 (il 23,1%) artigiane. Dal punto di vista delle forme giuridiche, il contributo positivo più consistente al saldo è venuto dalle imprese costituite in forma di società di capitali (+9.387 unità nel trimestre, in lieve aumento rispetto al 2013). Saldo positivo (+557 unità) anche per le “altre forme” (sostanzialmente corrispondenti alle imprese cooperative). Guardando lo Stivale, tutte le regioni – con l’unica eccezione del Lazio, stabile - evidenziano saldi negativi, con in testa Friuli Venezia-giulia (-1,17%), Marche (-0,81%) e Piemonte (-0,78%). Tra i settori, saldi positivi si registrano unicamente nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+1.817 unità, per una crescita superiore all’1%), nell’assistenza sociale (+332) e nella fornitura di energia (+213). Rispetto al trimestre 2013, pur continuando a far registrare un segno “meno” davanti al proprio saldo, i tre settori più numericamente più consistenti dell’economia evidenziano tutti un’inversione di tendenza, con perdite dello stock più contenute rispetto a dodici mesi fa: le costruzioni (-0,98% contro -1,40%), il commercio (- 0,45% contro -0,59%) e le attività manifatturiere (-0,65% contro -0,88%). E’ questo il quadro di sintesi che emerge dai dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre dell’anno fotografati attraverso Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta per Unioncamere da Infocamere – la società di sistema delle Camere di Commercio italiane - e disponibile all’indirizzo www.Infocamere.it. “La riduzione delle chiusure è un segnale positivo, le imprese cominciano ad avvertire che il vento dell’economia sta cambiando e cercano di restare aggrappate al mercato per cogliere le opportunità di rilancio dei consumi” ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “E evidente, però, che l’incertezza del quadro complessivo resta elevata e induce ancora tanti italiani a rimandare i loro progetti imprenditoriali. I provvedimenti economici in via di definizione devono sgombrare il campo da questa incertezza e restituire fiducia a chi vuole scommettere sull’impresa. Le riforme allo studio non solo devono essere fatte con urgenza, ma devono essere fatte bene e per durare. Agli imprenditori di oggi e di domani, più che gli incentivi, servono norme più stabili e più semplici. Solo così si torna ad avere fiducia e dunque a investire, a creare occupazione e a crescere”. Il Quadro Generale Come evidenzia la tabella 1, il primo trimestre dell’anno consegna tradizionalmente un bilancio negativo poiché riflette l’accumularsi di cessazioni contabilizzate a gennaio ma riferibili in realtà agli ultimi giorni dell’anno precedente, cosicché i registri camerali rilevano queste chiusure con il bilancio del primo trimestre dell’anno. Alle indicazioni in senso positivo suggerite dal sensibile calo delle cessazioni (come detto, circa 10mila unità in meno rispetto al primo trimestre del 2013), si associa una rinnovata attenzione ai freni che rallentano la vitalità imprenditoriale: il dato sulle iscrizioni del primo trimestre del 2014 è infatti il peggiore dell’ultimo decennio, segno che – nonostante i miglioramenti del quadro internazionale e le più solide prospettive di ripresa dell’economia italiana - le condizioni del mercato continuano a sugerire una certa cautela a chi nutre progetti imprenditoriali. Tab. 1 - Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi nel I trimestre di ogni anno Totale imprese e imprese artigiane - Valori assoluti e percentuali
Totale imprese
Anno Iscrizioni Cessazioni [1] Saldi Tasso di iscrizione Tasso di Cessazione Tasso di Crescita [2]
2004 125.864 127.627 -1.763 2,13% 2,16% -0,03%
2005 126.849 119.373 7.476 2,11% 1,99% 0,12%
2006 137.156 137.333 -177 2,26% 2,26% -0,00%
2007 142.416 156.624 -14.208 2,32% 2,56% -0,23%
2008 130.629 152.443 -21.814 2,15% 2,51% -0,36%
2009 118.407 149.113 -30.706 1,94% 2,44% -0,50%
2010 123.094 139.275 -16.181 2,02% 2,29% -0,27%
2011 125.271 134.909 -9.638 2,05% 2,21% -0,16%
2012 120.278 146.368 -26.090 1,97% 2,40% -0,43%
2013 118.618 149.969 -31.351 1,95% 2,46% -0,51%
2014 115.374 139.864 -24.490 1,90% 2,31% -0,40%
di cui imprese artigiane
Anno Iscrizioni Cessazioni Saldi Tasso di iscrizione Tasso di cessazione Tasso di crescita
2004 28.844 38.873 -10.029 2,00% 2,69% -0,69%
2005 29.728 37.725 -7.997 2,03% 2,58% -0,55%
2006 32.232 44.232 -12.000 2,18% 3,00% -0,81%
2007 34.680 46.453 -11.773 2,34% 3,13% -0,79%
2008 33.042 45.911 -12.869 2,21% 3,07% -0,86%
2009 31.744 47.308 -15.564 2,12% 3,16% -1,04%
2010 30.967 44.791 -13.824 2,09% 3,03% -0,94%
2011 32.550 44.042 -11.492 2,21% 2,99% -0,78%
2012 32.965 48.191 -15.226 2,26% 3,30% -1,04%
2013 29.214 50.399 -21.185 2,03% 3,50% -1,47%
2014 28.308 44.958 -16.650 2,01% 3,19% -1,18%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese (*) Al netto delle cancellazioni d’ufficio effettuate nel periodo Le Forme Giuridiche Escluse le società di persone, l’inversione di tendenza riportata nel trimestre ha riguardato, in diversa misura, tutte le altre forme giuridiche d’impresa. In termini assoluti, solo le società di capitali e le altre forme (cooperative e consorzi) hanno fatto segnare un bilancio positivo (per la precisione, 9mila in più per le prime e poco più di 500 unità per le seconde). Il miglioramento del quadro generale ha tuttavia toccato anche le imprese individuali (-28.798) il cui saldo, pur negativo, rileva un valore migliore rispetto a un anno fa (di ben 9.463 unità). La tabella 2 ribadisce come la crisi continui a farsi sentire soprattutto fra le ditte individuali e, da qualche periodo con durezza, fra le società di persone. In particolare, per le prime, il forte peso delle cessazioni sul totale delle chiusure del trimestre (il 73,6%) - unito al contributo più limitato delle iscrizioni (le ditte individuali hanno determinato solo il 63,5% di tutte le nuove aperture) - basta e avanza a spiegare da solo il saldo negativo dell’intero periodo. Come detto, il forte deficit determinato dalle piccole e piccolissime imprese è stato solo parzialmente bilanciato dalle società di capitali (la forma giuridica più dinamica da diversi anni a questa parte), cresciute dello 0,65% a fronte di un tasso nazionale pari a -0,40%. Questa buona performance si riflette solo in piccola parte anche nel mondo artigiano, in cui le società di capitali - malgrado rappresentino l’unica forma giuridica in aumento nell’intervallo di tempo in esame - sono decisamente una minoranza: costituiscono meno del 5% del totale dello stock, ma come forma societaria fanno registrare una crescita trimestrale dell’1% (a fronte di un arretramento complessivo del comparto dell’ordine dell’1,1%). Tab. 2 – Riepilogo della nati-mortalità per forme giuridiche – I trimestre 2014 Totale imprese e imprese artigiane
Forme giuridiche Iscrizioni Cessazioni Saldo I trim. 2014 Stock al 31.03.2014 Tasso di crescita I trim. 2014 Tasso di crescita I trim. 2013
Totale imprese
Società di capitali 27.126 17.739 9.387 1.451.806 0,65% 0,64%
Società di persone 10.655 16.291 -5.636 1.101.889 -0,51% -0,29%
Imprese individuali 74.187 102.985 -28.798 3.253.494 -0,88% -1,15%
Altre forme 3.406 2.849 557 205.177 0,25% 0,59%
Totale 115.374 139.864 -24.490 6.012.366 -0,40% -0,51%
di cui imprese artigiane
Società di capitali 2.100 1.486 614 63.821 0,98% 1,13%
Società di persone 2.741 5.119 -2.378 242.864 -0,97% -0,80%
Imprese individuali 23.339 38.188 -14.849 1.078.849 -1,36% -1,77%
Altre forme 128 165 -37 4.530 -0,80% 0,35%
Totale 28.308 44.958 -16.650 1.390.064 -1,18% -1,47%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Le Dinamiche Territoriali I dati disaggregati in base alle quattro grandi circoscrizioni territoriali, mettono in luce saldi negativi fra iscrizioni e cessazioni per tutte le macroaree, sia per le imprese nel loro complesso, che per le sole imprese artigiane. Esaminando le singole circoscrizioni, il Centro fa registrare il migliore risultato del periodo: solo -2.960 imprese, pari a una variazione negativa dello stock dello 0,23%. Dall’analisi della composizione percentuale dei flussi delle aperture e chiusure, il Centro mostra una percentuale di iscrizioni (22,1%) superiore al proprio peso percentuale sul totale delle imprese italiane (21,6%) calcolato alla fine del trimestre precedente. E poiché, al contrario, il peso delle proprie cessazioni (20,3%), risulta inferiore a quello del proprio peso sul totale, la quota di saldo negativo di cui è responsabile è poco più del 12% del totale, segno di una significativa resistenza ai colpi della crisi. Il contributo maggiore al risultato negativo del trimestre arriva invece dal Mezzogiorno, dove le 8.570 imprese che a fine marzo sono mancate all’appello rappresentano il 35% di tutto il saldo, due punti percentuali in più del peso che il Sud ha in termini di imprese registrate (il 32,9%). A seguire troviamo il Nord-est, responsabile del 28,3% del bilancio del trimestre, una quota addirittura superiore di 9 punti rispetto al proprio peso in termini di imprese sul totale (pari al 19,4%). Chiude il Nord-ovest, che nonostante il suo peso in termini di imprese sul totale sia di poco superiore al 26%, ha contribuito al saldo negativo del periodo con una quota pari al 24,6%. Tab. 3 – Nati-mortalità delle imprese per grandi circoscrizioni territoriali – I trimestre 2014
Aree geografiche Valori Assoluti
Iscrizioni di cui artigiane Cessazioni di cui artigiane Saldo di cui artigiane Registrate al 31.03.2014 di cui artigiane
Nord-ovest 30.720 9.706 36.747 13.986 -6.027 -4.280 1.569.185 434.021
Nord-est 22.058 7.335 28.991 10.351 -6.933 -3.016 1.167.089 325.710
Centro 25.469 5.889 28.429 9.203 -2.960 -3.314 1.299.211 280.988
Sud E Isole 37.127 5.378 45.697 11.418 -8.570 -6.040 1.976.881 349.345
Italia 115.374 28.308 139.864 44.958 -24.490 -16.650 6.012.366 1.390.064
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese A livello regionale, l’unica regione che ha chiuso il trimestre con il segno positivo, seppur per sole 47 unità, è stata il Lazio. Sul fronte opposto, Piemonte (-3.564), Veneto (-3.044) e Puglia (-2.498) sono state le regioni che hanno accusato le riduzioni più consistenti della propria base imprenditoriale. Considerando le sole imprese artigiane, il segno meno accomuna tutte le regioni tra cui, comunque, spicca il Molise per il valore meno negativo di tutti (-54). In termini assoluti, i saldi più consistenti si registrano in Lombardia (-1.988), in Piemonte (-1.778) e in Emilia Romagna (-1.393). Insieme alle società di capitale, a chiudere il trimestre con il segno positivo sono state anche le imprese costituite in forma di cooperativa. Con riferimento a questo universo, tra la fine di dicembre e la fine di marzo le cooperative hanno fatto registrare complessivamente un saldo di 452 unità in più, pari allo 0,31% su base trimestrale. In termini assoluti meglio di tutte ha fatto la Sicilia, con 107 coop in più in tre mesi, il 23,7% di tutto il saldo nazionale. All’estremo opposto, in campo negativo, si colloca il Veneto, che chiude il trimestre con 58 unità in meno. Tab. 4 – Nati-mortalità delle imprese per regioni – I trimestre 2014 Totale imprese
Regioni Iscrizioni Cessazioni Saldo Stock al Tasso di crescita Tasso di crescita
I trim 2014 31 marzo 2014 I trim 2014 I trim 2013
Piemonte 8.786 12.350 -3.564 448.198 -0,78 -0,85%
Valle D´aosta 205 342 -137 13.365 -1,01 -1,27%
Lombardia 18.717 20.117 -1.400 944.272 -0,15 -0,28%
Trentino A. A. 1.978 2.135 -157 108.737 -0,14 -0,42%
Veneto 8.910 11.954 -3.044 488.646 -0,62 -0,66%
Friuli V. G. 1.895 3.152 -1.257 105.781 -1,17 -0,81%
Liguria 3.012 3.938 -926 163.350 -0,56 -0,69%
Emilia Romagna 9.275 11.750 -2.475 463.925 -0,53 -0,78%
Toscana 8.623 9.827 -1.204 410.918 -0,29 -0,57%
Umbria 1.782 2.159 -377 94.900 -0,39 -0,78%
Marche 3.259 4.685 -1.426 173.614 -0,81 -0,74%
Lazio 11.805 11.758 47 619.779 0,01 -0,07%
Abruzzo 2.972 4.028 -1.056 147.498 -0,71 -0,73%
Molise 658 811 -153 34.684 -0,44 -0,71%
Campania 10.811 12.713 -1.902 558.790 -0,34 -0,08%
Puglia 7.216 9.714 -2.498 375.821 -0,66 -0,68%
Basilicata 965 1.356 -391 59.542 -0,65 -0,91%
Calabria 3.018 3.661 -643 177.939 -0,36 -0,67%
Sicilia 8.700 9.733 -1.033 456.753 -0,22 -0,58%
Sardegna 2.787 3.681 -894 165.854 -0,53 -0,81%
Italia 115.374 139.864 -24.490 6.012.366 -0,40 -0,51%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Tab. 5 – Nati-mortalità delle imprese per regioni – I trimestre 2014 Imprese artigiane
Regioni Iscrizioni Cessazioni Saldo Stock al Tasso di crescita Tasso di crescita
I trim 2014 31 marzo 2014 I trim 2014 I trim 2013
Piemonte 2.852 4.630 -1.778 127.926 -1,37% -1,62%
Valle D´aosta 59 137 -78 3.966 -1,92% -1,02%
Lombardia 5.795 7.783 -1.988 256.581 -0,77% -1,43%
Trentino A. A. 583 688 -105 26.423 -0,40% -0,98%
Veneto 2.801 4.057 -1.256 134.512 -0,92% -1,28%
Friuli V. G. 685 947 -262 29.183 -0,89% -1,05%
Liguria 1.000 1.436 -436 45.548 -0,95% -1,36%
Emilia Romagna 3.266 4.659 -1.393 135.592 -1,02% -1,65%
Toscana 2.738 3.886 -1.148 109.874 -1,03% -1,84%
Umbria 465 752 -287 22.460 -1,26% -1,80%
Marche 1.105 1.693 -588 48.479 -1,20% -1,69%
Lazio 1.581 2.872 -1.291 100.175 -1,27% -1,29%
Abruzzo 660 1.275 -615 33.368 -1,80% -2,17%
Molise 119 173 -54 7.092 -0,75% -1,42%
Campania 1.093 2.291 -1.198 72.955 -1,62% -0,34%
Puglia 1.231 2.522 -1.291 73.404 -1,73% -1,62%
Basilicata 73 304 -231 11.139 -2,03% -1,78%
Calabria 549 1.131 -582 34.578 -1,66% -1,97%
Sicilia 1.196 2.547 -1.351 78.738 -1,69% -1,49%
Sardegna 457 1.175 -718 38.071 -1,85% -1,74%
Italia 28.308 44.958 -16.650 1.390.064 -1,18% -1,47%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Tab. 6 - Riepilogo regionale delle cooperative registrate al 31.03.2014 e al 31.12.2013 Valori assoluti, saldi e variazioni % dello stock
Regioni Coop registrate al 31 marzo 2014 Saldo I trim. 2014 Composizione % dello stock Composizione % del saldo Var % I trim. 2014
Piemonte 5.680 10 3,99% 2,21% 0,17%
Valle D´aosta 282 -4 0,20% -0,88% -1,40%
Lombardia 19.132 31 13,44% 6,86% 0,16%
Trentino-alto Adige 1.644 7 1,16% 1,55% 0,43%
Veneto 5.548 -58 3,90% -12,83% -0,98%
Friuli-venezia Giulia 1.256 -2 0,88% -0,44% -0,16%
Liguria 2.832 -10 1,99% -2,21% -0,35%
Emilia-romagna 7.403 40 5,20% 8,85% 0,52%
Toscana 6.805 30 4,78% 6,64% 0,43%
Umbria 1.510 11 1,06% 2,43% 0,71%
Marche 2.536 -13 1,78% -2,88% -0,51%
Lazio 18.496 58 13,00% 12,83% 0,29%
Abruzzo 2.582 -2 1,81% -0,44% -0,08%
Molise 770 0 0,54% 0,00% 0,00%
Campania 15.475 44 10,87% 9,73% 0,28%
Puglia 12.832 93 9,02% 20,58% 0,70%
Basilicata 2.330 20 1,64% 4,42% 0,86%
Calabria 4.912 53 3,45% 11,73% 1,09%
Sicilia 25.879 107 18,18% 23,67% 0,41%
Sardegna 4.408 37 3,10% 8,19% 0,77%
Italia 142.312 452 100,00% 100,00% 0,31%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Le Dinamiche Settoriali Dall’analisi dei dati offerti dalla tavola 7, si può notare innanzitutto come la variazione negativa dello stock complessivo delle imprese si sia distribuita fra 11 delle 21 sezioni nelle quali è articolato il totale delle imprese italiane. In termini relativi, il saldo negativo del trimestre è spiegato per oltre il 50% dalla sola Agricoltura, settore stroricamente in contrazione che, tra gennaio e marzo di quest’anno, ha visto ridursi il proprio tessuto di imprese di 11.536 unità. Di segno negativo, ma con entità ridotte, anche i saldi degli altri tre grandi comparti delle Costruzioni, del Commercio e dell’industria manifatturiera (che chiudono il periodo, rispettivamente, con 8.624, 6.909 e 3.887 unità in meno). Tra le restanti 10 sezioni che hanno conosciuto una variazione positiva spiccano le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+1.817), la Sanità e assistenza sociale (+332) e la Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (+213 unità). Quanto alle imprese artigiane, come si è già avuto modo di accennare in precedenza, la fortissima prevalenza delle Ditte individuali che caratterizza il mondo artigiano, spiega in grande misura questi risultati. Le sezioni che hanno conosciuto una variazione negativa dello stock nel trimestre da poco concluso sono state ben 12. Più nel dettaglio, mentre le imprese artigiane determinano meno di un quarto delle imprese totali (23,1%) e hanno registrato una riduzione dello stock dell’ 1,18%, quattro soli comparti con 1.147.762 unità determinano l’82,6% delle imprese artigiane italiane. E queste quattro sezioni determinano il 96% della variazione negativa registrata complessivamente dalle imprese artigiane. Inoltre, per meglio capire la specificità del mondo artigiano, nelle Costruzioni (-9.359 unità), nella Manifattura (-3.866 unità), nelle attività di Trasporto (-1.035 unità) e nelle Altre attività di servizio (-1.717 unità), il saldo negativo delle imprese artigiane spiega per intero, e anzi lo supera, il saldo delle imprese registrate nelle quattro sezioni. Come dire che il bilancio negativo complessivo di queste tipologie di attività è spiegato completamente dal mondo artigiano. Tab. 7 - Stock, saldi e tassi di variazione degli stock rispetto al 31.12.2014 Totale imprese e imprese artigiane nei principali settori
Settori Di Attivita´ Stock al 31 marzo 2014 Saldo dello stock nel I trimestre Tasso di var. % trimestrale dello stock
Totale imprese di cui artigiane Totale imprese di cui artigiane Totale imprese di cui artigiane
Agricoltura, silvicoltura pesca 772.224 10.003 -11.536 -90 -1,47% -0,89%
Estrazione di minerali da cave e miniere 4.551 771 -2 -6 -0,04% -0,77%
Attività manifatturiere 590.980 327.230 -3.887 -3.866 -0,65% -1,17%
Fornitura di energia elettrica, gas, vapore 9.999 84 213 1 2,17% 1,20%
Fornitura di acqua; reti fognarie 10.978 2.454 42 7 0,38% 0,29%
Costruzioni 864.771 542.546 -8.624 -9.359 -0,98% -1,69%
Commercio 1.537.920 86.771 -6.909 -490 -0,45% -0,56%
Trasporto e magazzinaggio 173.270 94.478 -795 -1.035 -0,45% -1,08%
Attività dei servizi alloggio e ristorazione 409.322 49.338 110 -357 0,03% -0,72%
Servizi di informazione e comunicazione 127.129 11.769 37 40 0,03% 0,34%
Attività finanziarie e assicurative 118.311 117 -550 0 -0,46% 0,00%
Attività immobiliari 282.074 252 -69 16 -0,02% 6,78%
Attività professionali, scientifiche e tecniche 194.422 24.417 -1.000 -288 -0,51% -1,17%
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese 168.772 45.555 1.817 454 1,08% 1,01%
Amministrazione pubblica e difesa; ass. Sociale 134 1 -5 -1 -3,47% -50,00%
Istruzione 27.133 2.215 14 -5 0,05% -0,23%
Sanità e assistenza sociale 36.167 829 332 3 0,92% 0,36%
Attività artistiche, sportive, di intrattenimento 68.775 5.989 -26 -90 -0,04% -1,48%
Altre attività di servizi 230.379 183.508 -1.328 -1.717 -0,57% -0,93%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese L’andamento Delle Procedure Concorsuali I fallimenti Posto che l’apertura di una procedura concorsuale (fallimento o concordato) è il risultato di un lungo periodo di sofferenza dell’impresa e che, pertanto, ‘fotografa’ condizioni antecedenti al momento della rilevazione, nel primo trimestre del 2014 le aperture di procedure fallimenti hanno fatto registrare una sensibile crescita rispetto allo stesso periodo del 2013: tra gennaio e marzo, infatti, le nuove procedure sono state circa 3.600, il 22% in più rispetto al 2013. L’aumento riguarda sia le imprese costituite in forma di società di capitali (+22,6%), che le società di persone (+23,5%) e, soprattutto, le imprese individuali (+25%). In lieve controtendenza appaiono, invece, le aperture di procedimenti fallimentari per le imprese costituite come consorzi o cooperative, che hanno mostrato un calo di circa il 2%. Una procedura fallimentare su 4, aperta tra l´inizio di gennaio e la fine di marzo, ha riguardato aziende che operano nel commercio (+ 24% rispetto allo stesso periodo del 2013). In crescita anche i fallimenti nell’industria manifatturiera, un comparto in cui il fenomeno era in calo nel 2013: nel primo trimestre del 2014 si contano 763 fallimenti di imprese industriali, il 22,5% in più dell´anno precedente. Allo stesso modo, anche l´edilizia ha fatto registrare un incremento rispetto al dato 2013: +20,1% corrispondenti a 771 nuove procedure avviate. Dal punto di vista geografico, l´aumento dei default riguarda tutte le aree del Paese: in misura maggiore, rispetto alla media nazionale, nel Nord Ovest (+22,8%), nel Centro (+23,0%) e nel Mezzogiorno (+27,8%); sotto la media nel solo Nord-est (+12,5). Il dettaglio dei dati regionali ci consegna la Lombardia, in termini assoluti, come la regione con il maggior numero di procedure fallimentari aperte (808), seguita a distanza da Lazio (364) e Toscana (293). Le uniche regioni in cui i fallimenti appaiono in diminuzione sono la Basilicata (-17,6%), il Molise (-9,1%) e la Calabria (-2,4%). I concordati Nel primo trimestre del 2014 le domande di concordato risultano in aumento del 34,2% rispetto allo stesso periodo del 2013. Il rialzo, che ha portato il totale delle domande presentate nei primi tre mesi dell’anno a quota 577, è attribuibile ai forti incrementi osservati nell’industria manifatturiera (+53,8% rispetto al primo trimestre 2013), nel commercio (+44,8%) e nelle costruzioni (+28,9%). Insieme i tre settori costituiscono il 79,3% di tutti i concordati aperti nel periodo. Il Nord Ovest è l’area in cui nel primo trimestre 2014 si conta il maggior numero di domande di concordato preventivo (182), in aumento del 43,3% rispetto allo stesso periodo del 2013. Il ricorso al concordato preventivo è meno diffuso nel Mezzogiorno: nel primo trimestre si contano 111 domande, in aumento del 40,5% rispetto al primo trimestre 2013. I dati per natura giuridica indicano che tra il primo gennaio e il 31 marzo 2014, le domande sono aumentate senza distinzione per tutte le forme, con variazioni comprese tra il +2,1% delle società di persone e il 183,3% delle Altre forme. Tab. 8 - Imprese entrate in procedura fallimentare e in concordato per forma giuridica Primo trimestre 2014 e variazioni %
Fallimenti Concordati
I trim. 2014 Var. % 14/13 Var. % 13/12 I trim. 2014 Var. % 14/13 Var. % 13/12
Societa´ di capitale 2.756 22,6% -1,3% 494 36,5% 49,0%
Societa´ di persone 446 23,5% -5,0% 48 2,1% 20,5%
Imprese individuali 300 25,0% -17,5% 18 20,0% 25,0%
Altre forme 105 -1,9% 59,7% 17 183,3% 0,0%
Totale 3.607 22,0% -2,0% 577 34,2% 43,3%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Tab. 9 - Imprese entrate in procedura fallimentare e in concordato per attività economica Primo trimestre 2014 e variazioni %
Fallimenti Concordati
I trim. 2014 Var. % 14/13 Var. % 13/12 I trim. 2014 Var. % 14/13 Var. % 13/12
Agricoltura, silvicoltura pesca 15 -31,8% 69,2% 2 -33,3% -25,0%
Estrazione di minerali da cave e miniere 8 0,0% 100,0% 2 100,0% 0,0%
Attività manifatturiere 763 22,5% -5,3% 203 53,8% 22,2%
Fornitura energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 5 25,0% 300,0% 1 -66,7% 200,0%
Fornitura acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti 10 0,0% 0,0% 6 50,0% 0,0%
Costruzioni 771 20,1% -0,6% 116 28,9% 32,4%
Commercio all´ingrosso e al dettaglio 844 23,9% 1,5% 139 44,8% 45,5%
Trasporto e magazzinaggio 186 35,8% -6,8% 13 44,4% 125,0%
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 171 23,0% 1,5% 9 28,6% 40,0%
Servizi di informazione e comunicazione 75 21,0% -21,5% 4 100,0% 100,0%
Attività finanziarie e assicurative 16 -5,9% 6,3% 3 0,0% -100,0%
Attività immobiliari 175 21,5% 8,3% 39 -4,9% 156,3%
Attività professionali, scientifiche e tecniche 117 37,6% 0,0% 10 -16,7% 200,0%
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 111 26,1% -4,3% 6 -25,0% 166,7%
Istruzione 7 -30,0% 42,9% 0 0,0% 0,0%
Sanità e assistenza sociale 16 60,0% -33,3% 1 0,0% 0,0%
Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 32 18,5% -25,0% 0 100,0% 100,0%
Altre attività di servizi 26 36,8% -20,8% 2 0,0% 0,0%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Tab. 10 - Imprese entrate in procedura fallimentare e in concordato per regione Primo trimestre 2014 e variazioni %
Fallimenti Concordati
I trim. 2014 Var. % 14/13 Var. % 13/12 I trim. 2014 Var. % 14/13 Var. % 13/12
Abruzzo 80 77,8% -39,2% 18 125,0% 0,0%
Basilicata 14 -17,6% -22,7% 1 0,0% 0,0%
Calabria 81 -2,4% 10,7% 7 16,7% 100,0%
Campania 288 25,8% -9,5% 21  
   
 

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