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Notiziario Marketpress di
Martedì 29 Aprile 2014 |
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COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, IL SUPEREURO INCEPPA LA MACCHINA DELL’EXPORT SUI MERCATI EXTRA-UE A FEBBRAIO CALANO LE VENDITE AL DI FUORI DELL’UE (-2,3% NEI DATI DESTAGIONALIZZATI RISPETTO A GENNAIO), MA NEI PRIMI DUE MESI DELL’ANNO L’ITALIA SEGNA UN INCREMENTO DELL’1,8% NELL’EXPORT COMPLESSIVO
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Roma, 29 aprile 2014 – Il forte apprezzamento dell’euro penalizza le performance dell’export italiano nei Paesi Extra-ue, in calo a febbraio del 2,3% e nei primi due mesi dell’anno dell’1,1% nei dati destagionalizzati. Recuperano terreno, invece, le vendite nei Paesi dell’Unione, che segnano nel periodo gennaio-febbraio un incremento del 4,3% rispetto al 2013. “Le imprese stanno dimostrando grande flessibilità perché riescono in parte a compensare sul mercato europeo la flessione in ambito Extra-ue. – sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi – Questa flessibilità si riverbera nei conti con l’estero, tant’è che l’Italia si colloca tra i 5 Paesi del G20 che vantano il maggior surplus manifatturiero”. Nel periodo gennaio-febbraio 2014, continua comunque l’incremento delle esportazioni complessive (dell’1,8%, sempre nei dati destagionalizzati), secondo solo a quello della Germania (+3,7%) e superiore a quello dei “cugini francesi” (+0,3%). La crescita del saldo della bilancia commerciale è addirittura superiore a quella della stessa Germania (+3,2 miliardi contro i +700 milioni di euro). “Il fatto che cresciamo su mercati maturi come Germania (+3,7%) e Stati Uniti (+7,6%) lascia ben sperare per il futuro perché, se i segnali di ripresa saranno confermati, vuol dire che le produzioni italiane riescono ad essere competitive anche in quei Paesi in cui la nostra presenza è ormai consolidata. Ciò non toglie che dobbiamo rafforzarci nelle Aree più dinamiche; in questo senso diventa urgente il preannunciato intervento “espansivo” della Bce, sia per rimettere in moto il credito che per riportare ad un più equilibrato rapporto euro-dollaro”, conclude Esposito. |
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