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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Maggio 2014
 
   
  LA CRISI HA CAMBIATO FACCIA AL NOSTRO PAESE. PEGGIO DELL´ITALIA IN UE SOLO LA GRECIA E SETTE PAESI EX-COMUNISTI

 
   
  Lecce, 6 maggio 2014 - Italia più povera, più violenta, più vecchia e inutilmente più istruita. Lo dice uno studio Centro Studi della Confederazione Nazionale dell´Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna). Peggio dell´Italia in Ue solo la Grecia e sette Paesi ex-comunisti. È l´Italia che esce da sei anni di crisi economica, politica e sociale in una fotografia scattata dal. Ormai sono oltre 18 milioni, quasi tre milioni in più del 2007, pari al 14,8% di tutti gli europei emarginati economicamente. Sono persone costrette a vivere in famiglie con entrate inferiori al 60% del reddito medio, che non possono permettersi un pasto adeguato almeno ogni due giorni e, se lavorano, lo fanno in maniera ridotta. Peggio dell´Italia in Ue solo la Grecia e sette Paesi ex-comunisti. Dal 2007 la quota di italiani che non possono sostenere una spesa imprevista, pagare le bollette, riscaldare la casa, nutrirsi come si deve è schizzata dal 6,8 al 14,5%. E in Italia crea un ulteriore elemento di allarme sociale: il boom degli sfratti per morosità. Nel 2012 se ne contano oltre 60mila, che aggiungono disagio a disagio. Tra il 2007 e il 2012 il Paese è diventato anche più insicuro. In questi anni, informa il Centro Studi della confederazione artigiana, i reati sono cresciuti dell´8,7%. In forte aumento risultano soprattutto i reati contro il patrimonio: i furti sono saliti del 32,5%, le truffe e le frodi informatiche del 21,8%. La crisi spinge le famiglie a guardare sempre di meno alla qualità e la criminalità, anche internazionale, ne approfitta. Si spiega così la crescita esponenziale dei reati di contraffazione di marchi e prodotti industriali, più che quadruplicata. Eppure, anche perché non si trova occupazione, tra il 2007 e il 2013 è cresciuto il grado di istruzione della popolazione. Sono aumentati del 23,9% i laureati e dell´11,9% i diplomati. Così da portare al 47,4% degli italiani i possessori di un diploma o di una laurea. Ma l´istruzione non ha garantito una occupazione, anzi. Se, infatti, prima della crisi il diploma assicurava un inserimento sul mercato del lavoro simile, in pratica, a quello della laurea, oggi la probabilità di disoccupazione di un diplomato è prossima a quanti posseggono solo la licenza media. Negli anni della crisi il Paese ha visto crescere in maniera esponenziale le persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Per Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, una ulteriore conferma della gravissima situazione in cui si trova l´Italia che evidenzia come tutte le misure sino ad oggi attuate sono state inefficaci ed inadeguate.  
   
 

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