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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Maggio 2014
 
   
  CONCORSO EUROPEO “ I GIOVANI E LE SCIENZE 2014” SELEZIONE ITALIANA I NEO ARCHIMEDE (DAI 15 AI 20 ANNI) E LE LORO INVENZIONI E SCOPERTE AMBIENTE, SALUTE, INFORMATICA, ALIMENTAZIONE, RISPARMIO ENERGETICO: NUOVE SOLUZIONI GENIALI

 
   
  Milano, 6 maggio 2014 - 92 finalisti italiani con 40 progetti; 18 studenti invitati dall’estero con 8 progetti; 34 esperti della giuria; 36 scuole da 10 regioni; ben 24 riconoscimenti (di cui 15 viaggi studio all’estero, 2 stage presso prestigiosi centri di ricerca italiani, 7 certificati di merito di prestigiose istituzioni internazionali): sono i numeri che qualificano la 26a edizione del concorso europeo I giovani e le scienze 2014. Chimica, biologia, scienze ambientali, fisica sono le discipline più gettonate dai finalisti di I giovani e le scienze 2014, l’evento che seleziona i migliori talenti per la finale europea Eucys 2014-European Union Contest for Young Scientists di Varsavia e per i più prestigiosi appuntamenti mondiali degli studenti eccellenti. Ma rileggendo i 48 progetti sulla base delle applicazioni emerge subito che gli argomenti preferiti riguardano salute, con attenzione anche all’alimentazione, inquinamento, energia, conoscenza del territorio e del cielo, impieghi tecnologici in senso lato. “Con il programma comunitario Horizon2020 sono previsti molti fondi per la ricerca,” dice l’on. Patrizia Toia, eurodeputata, "Sono lieta che anche quest’anno abbiano aderito al bando del concorso I Giovani E Le Scienze molti giovani italiani, dimostrando che la preparazione nelle nostre scuole ed università è attenta all’importanza di fare interagire da subito, dai 15 anni, i ragazzi e le ragazze con gli altri coetanei europei per fare vivere loro in modo concreto la dimensione e la qualità della cittadinanza comunitaria. Questo concorso certo si distingue per la giovane età dei partecipanti, ma è un chiaro esempio, essendo giunto alla sua 26esima edizione, del fatto che in Europa si punta molto sui giovani offrendo loro opportunità come queste per motivarli a fare ricerca". La Regione Lombardia è quella presente con più progetti (11) a seguire ci sono il Friuli Venezia Giulia con 7 progetti finalisti selezionati, il Trentino Alto Adige, il Piemonte e la Sicilia con 4 progetti, la Puglia e la Sardegna con 3, le Marche e il Lazio con rispettivamente un progetto selezionato come finalista per qualità. “Sono ben 11 i progetti degli studenti della Regione Lombardia,” dice Mario Melazzini, assessore Attività produttive, Ricerca e innovazione, Regione Lombardia,”. Siamo quindi la Regione che ha più contribuito a questa iniziativa della Commissione europea a testimonianza del fatto che siamo tra i più attivi, che ci sentiamo cittadini europei e che i nostri giovani hanno una elevata dinamicità e preparazione”. Gli studenti di San Severo (Fg) e di Udine sono risultati i migliori e rappresenteranno l’Italia alla finale europea della 26° edizione di Eucys, concorso dell’Unione europea per i giovani scienziati, a Varsavia (Polonia) il 19-24 settembre 2014. Hanno sviluppato una nuova metodica per la diagnosi di infestazione da Enterobius vermicularis (ricerca del Liceo scientifico “G. Checchia Rispoli”, San Severo) e un nuovo protocollo per la identificazione ed eliminazione dal suolo di diserbanti e metaboliti secondari (progetto dell’Isis “A. Malignani”, Udine). “I 34 membri della giuria, tutti qualificati esperti provenienti da università e politecnici, istituzioni di ricerca anche internazionali” dice il dott. Alberto Pieri, segretario generale della Fast,federazione delle associazioni scientifiche e tecniche, che ogni anno organizza la selezione italiana di questo concorso europeo per conto della Direzione Ricerca della Commissione europea,”hanno fatto fatica in questi tre giorni di valutazione a scegliere i migliori perché anche quest’anno la qualità dei lavori pervenutici da tutta Italia era elevata e gli argomenti tutti interessanti”. La mostra, con le ricerche e i prototipi realizzati dai neoArchimede 2014, è stata apprezzata e visitata da scuole e famiglie; era aperta al pubblico con ben 40 stand in cui erano visibili le invenzioni e i risultati delle ricerche di 92 studenti italiani e 8 stand realizzati dai 18 esteri invitati all’iniziativa e provenienti da Belgio, Germania, Olanda, Russia, Spagna, Brasile, Messico e Tunisia. Il più giovane neoArchimede era Kiril Nezhinski (2001), tredicenne, della Saint Basic School di Mosca con un progetto di controllo biologico per difendere le foreste contro la diffusione degli scolitidi. “Come ogni anno,” sottolinea Stefano Rossini, Presidente della Fast, Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche,”oltre alla finale europea, i premi sono diversi e numerosi tanto che sono ben 63 i giovani che ne beneficeranno e che potranno fare viaggi studio e partecipare ad altri concorsi internazionali grazie alla Fast e a questo concorso europeo e così vincere altri premi quali borse di studio e riconoscimenti di rilievo”. Vincono infatti il viaggio e la partecipazione alla 66a Isef, fiera internazionale della scienza e dell’ingegneria, che si terrà Pittsburg (Stati Uniti) dal 10 al 15 maggio 2015 due studenti del Liceo scientifico statale “Giovanni Gandini”, Lodi che hanno studiato e costruito una apparecchiatura medica volta alla riabilitazione di pazienti affetti da atassia e dismetria. Mentre al 56° Liysf, forum internazionale giovanile della scienza di Londra (Gran Bretagna) dal 23 luglio al 6 agosto 2014 andrà , sempre spesato di tutto, uno studente dell’ Iis “Benedetto Castelli” di Brescia che ha fatto una ricerca sui prodotti di sintesi puri effettuando uno studio sperimentale e un’ applicazione nel processo industriale. Hanno vinto invece il viaggio e la partecipazione in Olanda alla 6a Inespo, olimpiade internazionale dell’ambiente, prevista a L’aia (Olanda) dal primo al 6 giugno 2014 tre studenti del Liceo scientifico “Galileo Galilei”, Trento che hanno ideato una “Appiedi per Trento”, ovvero un’App in grado di consigliare all’utente un percorso ciclo-pedonale ottimale attraverso la città, indicando su una mappa visibile su dispositivi Android il miglior tragitto atto ad evitare le aree più inquinate. Nell’elenco in allegato tutti i dettagli sugli altri premi. Aree Tematiche Dei Neoarchimede 2014 - Buona salute e sana alimentazione in primo piano- Nel mondo ci sono almeno 400 milioni di individui con l’intestino colpito da “Enterobius vermicularis”. Antonio, Domenico e Francesco del Rispoli di San Severo in provincia di Foggia sviluppano una nuova metodica di biologia molecolare per identificare tale parassita. Dalla Spagna arrivano Carlos e José; propongono l’uso delle cellule dentritiche per la prevenzione e il trattamento delle malattie infettive. Marco e Alessio, Istituto Einaudi di Siracusa, scoprono che lo sciroppo di mirto ha proprietà antinfiammatorie e antisettiche; può curare alcuni problemi dell’apparato digerente e del sistema respiratorio; addirittura ha una funzione preventiva per alcune neoplasie. E’ difficile reperire organi per la chirurgia dei trapianti? Marcello del Giua di Cagliari offre una simulazione funzionale di un nuovo cuore artificiale. Per i non vedenti arriva una proposta dallo scientifico Odierna di Palma di Montechiaro in provincia di Agrigento: l’eco rilevatore tattile immaginato da Filippo, Giuseppe e Traspadano. Sull’esigenza di una vita sana riflette il giovane dal Brasile Túlio, che suggerisce di combattere la sedentarietà, promuovendo al meglio l’educazione fisica a scuola, grazie a nuove indicazioni pedagogiche per stimolare l’interesse degli studenti. Per quanti sono affetti da atassia e dismetria Luca e Luigi del Gandini di Lodi studiano e realizzano un macchinario per la riabilitazione. Eleonora del Vendramini di Pordenone individua, invece, possibili soluzioni mediche per l’atrofia muscolare. La salute si basa molto sull’assunzione di cibi sani; questione che attira l’attenzione di Emanuele del Magrini di Gemona del Friuli, sensibile agli additivi chimici contenuti negli alimenti industriali. Sara e Martina del Beccaria di Milano invece usano il Dna per smascherare le frodi alimentari. Emanuele, Giulia e Mattia del Malignani di Udine propongono una soluzione colorata a base d’acqua che, sciogliendosi alla temperatura prestabilita, copre il codice a barre dei surgelati non conservati correttamente impedendone così la vendita. Agnese, Federica e Alessandro, linguistico Aristofane di Roma, evidenziano la funzione nel nostro organismo di radicali liberi e antiossidanti maggiormente presente nell’olio o nel vino di produzione propria. Dall’angioy di Sassari arriva la curiosa proposta di Eleonora e Luca: usare il fico d’india come coagulante vegetale nella tecnologia lattiero-casearia. Andrea, che frequenta il Cocito di Alba, dimostra grande attenzione agli sprechi alimentari dimostrando che è possibile consumare i prodotti anche oltre la data di scadenza indicata sulla confezione, senza alcun rischio. Suolo e aria: beni da salvaguardare - Sono utili i diserbanti per salvaguardare e migliorare la produzione agricola? Certamente si se impiegati con cognizione di causa. Peccato che molti erbicidi risultino attivi anche dopo l’intervallo di tempo indicato dalle case produttrici. E’ questa la conclusione del lavoro di Maddalena, Maria Veronica e Federico del Malignani di Udine. L’attenzione di Sara, Matteo e Federico, studenti del Gallini di Voghera è attratta dagli inquinanti gassosi, sia di origine naturale che antropica, della città di Voghera. Arriva dall’Istituto Peano di Cuneo l’invito a liberarsi del Radon; lo fanno Andrea ed Enrico, portando le conclusioni di ben tre anni di rilevazioni nella loro provincia. Francesca, Goran e Leonardo, studenti del Galilei di Jesi sviluppano un nuovo metodo per il monitoraggio di alcuni inquinanti gassosi. Va oltre la proposta concreta di Giulia, liceo Ennio di Gallipoli, che cerca di escogitare un modo per poter contribuire all’abbattimento degli ossidi di azoto. Ottiene buoni risultati con il biossido di titanio grazie al suo zainetto mangia smog. Dallo scientifico Martin, siamo a Latisana in provincia di Udine, arriva un’ingegnosa indicazione per trasformare un problema in una risorsa. Davide e Marco vogliono superare i costi e i rischi della Ccs (Carbon Capture and Storage) con la Ccr, cioè la riconversione dell’anidride carbonica con i reattivi di Grignard. Andrea, Francesco e Riccardo, siamo allo scientifico Ennio di Gallipoli, studiano la famiglia degli inquinanti Pop (persistent organic pollutants) e ne verificano gli effetti mutageni arrivando a proporre come si possa e si debba cambiare musica preferendo il Rock (Rapid Organo-chlorine Knockout). E’ positivo, infine, il suggerimento che viene dal Galilei di Trento. Andrea, Daniele e Pietro hanno la soluzione per far scegliere il percorso meno inquinato per quanti vanno a piedi o in bicicletta. Conoscere la terra, scoprire il cielo - Se vivi in Trentino e sei un escursionista, è facile voler conoscere meglio il proprio territorio. L’attenzione di Marco e Stefano, allievi del Galilei di Trento, si rivolge ai ghiacciai, in particolare al calcolo delle variazioni di quota. Attenta alla sua terra è pure Elisabetta, giovane del Vendramini di Pordenone. Studia l’origine delle terre rosse del Carso, avanzando l’ipotesi che siano il risultato della disgregazione di rocce contenenti silicio e alluminio con possibili apporti eolici e con residui insolubili di calcare. Conoscere la terra, mappare alcune aree, sorvegliare le superfici boschive a rischio frane: ecco alcuni degli obiettivi del lavoro di Fabio, Luca e Robin, scientifico Rainerum di Bolzano. Perciò progettano uno stormo di quadricotteri per l’acquisizione di immagini al alta quota. Ha solo 13 anni; è il più giovane finalista; viene da Mosca, Federazione russa. Kiril ama la sua terra e vuole difendere le sue foreste dagli scolitidi utilizzando metodi biologici. La conoscenza delle piante, invece, è l’obiettivo di Giulia e Sara, allieve dello scientifico Aprosio di Ventimiglia: attraverso le nuove tecnologie e la scansione con l’apposita app fanno conoscere le meraviglie dei Giardini botanici Harbury. Ci sollevano dalla terra verso il cielo alcuni lavori dedicati all’astronomia. Daniele, Manuel e Marco dell’Istituto Piloti di Cles (Trento) si occupano dello sciame meteorico delle Geminidi. Vanno invece alla scoperta dei muoni, particelle tra le più diffuse di origine cosmica, tre giovani del Gandini di Lodi: Marika, Fabio e Marco. I loro dati sono pubblicati dalle Information Circulars ed entrano di diritto nel database della Us Naval Observatory e sostituiscono la precedente orbita Couteau. Il riferimento è a Jacopo e a due Matteo dell’Agnesi di Merate e alla loro osservazione della stella doppia Ads9378. Energia: il problema esiste, le soluzioni pure - Non bisogna lasciare gli apparecchi elettrici in posizione di attesa: è un grave spreco energetico, sostengono Sonja, Susan e Emil, tre giovani olandesi. Hanno stimato, tanto per fare un esempio concreto, che i 20 milioni di alogene installate nel loro paese sprecano 180 watt al giorno anche se spente, un costo di 302 milioni di €. L’italia non è da meno in fatto di sprechi. Il consumo energetico annuo stimato per il 63,5 milioni tra congelatori e frigoriferi è pari a 5,6 miliardi di €. Matteo del liceo Calasanzio di Carcare, siamo in provincia di Savona, propone di creare macchine frigorifere alimentate per la maggior parte dallo stesso calore emesso dai condensatori. Dal Belgio arriva lo stop allo spreco di energia per riscaldare l’acqua nei campeggi. Tre studenti, partendo da materiali molto comuni come tubi e una vasca di plastica realizzano un rudimentale ma efficiente scaldabagno solare a consumo zero. Le fonti energetiche tradizionali sono in esaurimento e inquinano? Non è un problema per Alessio, Michele e Simona, scientifico Cavallieri di Parabiago, si concentrano sull’uso di frutta e verdura per produrre energia. Il limone risulta essere il più efficiente elettrolita nella reazione elettrochimica che avviene tra rame e zinco. La scoperta di Alessandro, Federico e Nicola del Fermi di Mantova riguarda le microalghe, ritenuta la biomassa di seconda generazione più vantaggiosa in termini di tempi, crescita, spazio occupato e produzione di olio da esterificare per produrre biodiesel. Lo stesso combustibile richiama l’interesse di tre ragazzi dello Stefan di Trieste. Henrik, Martin e Mirko producono il biodiesel da microalghe in un bioreattore a sistema chiuso utilizzando Euglena gracilis arricchita con liquami zootecnici. Martina e Giuseppe, siamo al Cannizzaro di Catania, valutano la possibilità, in ambiente mediterraneo, di produrre biomasse energetiche e realizzare un campo di colture erbacee “no-food” utilizzabili per la produzione di bioetanolo di 2a generazione, ottimizzando l’impiego di risorse idriche mediante l’uso in acque reflue depurate tramite sistemi di trattamento ecosostenibili, quali la fitodepurazione. Acqua - E’ un peccato che un tema tanto importante non trovi l’attesa risposta quantitativa e qualitativa nei progetti inviati a I giovani e le scienze. Tra l’altro la posta in gioco è molto importante: il miglior lavoro selezionato dalla giuria partecipa al Premio internazionale acqua di Stoccolma. E qui il primo premio è veramente attrattivo: ben 15 mila dollari. I lavori specifici selezionati per la finale di Milano sono due. Arsenico in gabbia è il titolo del contributo di tre ragazzi del Cobianchi di Verbania. Domenico, Federico e Luca propongono un nuovo metodo per la rimozione dell’arsenico con una tecnologia semplice e di facile applicazione grazie all’impiego di una gabbia reticolare metallica composta da rame, ferro e ferro zincato. La cella immersa nell’acqua inquinata favorisce la precipitazione di tutto il contaminante, che può essere rimosso per decantazione e filtrazione. Ronnalene, Bozhena e Fabio del Molinari di Milano realizzano una cella elettrochimica in grado di dissalare una piccola quantità d’acqua sfruttando la corrente elettrica prodotta da batteri “elettricamente attivi”. L’acqua, meglio ancora le gocce galleggianti sono l’argomento studiato dal punto di vista della fisica da Lorenzo, Simone e Stefano del Versari di Cesano Maderno. Una goccia d’acqua che cade sulla superficie dello stesso liquido rimane quasi sospesa per alcuni decimi di secondo. Ed è possibile prolungare il fenomeno tramite la vibrazione a particolari frequenze del liquido sottostante. L’acqua, in questo caso le infiltrazioni della pioggia dal tetto della scuola offre ad Adriana e Brenda lo spunto per trovare una soluzione adeguata: usare tegole fatte con fibra di cocco, materiale che si trova anche sui bagnasciuga, contribuendo così a tenerli puliti. Dopo alcuni esperimenti le due messicane notano che la fibra di cocco aderisce molto bene al cemento, è impermeabile e permette di costruire lastre utilizzabili per i tetti delle abitazioni, molto meno costose di quelle convenzionali. Obiettivo sicurezza stradale - Pochi sanno che la Tunisia è tra i paesi con il più alto indice di incidenti stradali. Con una ricerca sul campo, intervistando più di 100 guidatori, specie tassisti, tre studenti di Tunisi individuano le cause, tra cui la segnaletica poco chiara e le curve pericolose. La proposta: ampliare la visione del guidatore tramite video collocati a lato della carreggiata. Jannik, Philip e Robin, tre studenti tedeschi di Stoccarda, pensano all’incidente vero e proprio che coinvolge grossi automezzi. Per facilitare i soccorsi, non appena succede l’evento, viene attivato automaticamente un palloncino riempito di elio che sale in alto e con una telecamera fotografa la situazione e invia l’immagine ai soccorritori che così intervengono con cognizione di causa. Tecnologie per applicazioni innovative - Si può parlare di “legge della bellezza” in grado di superare la valutazione soggettiva? Ci provano a definirla Beatrice, Simona e Alessandro; si propongono di costruire un algoritmo e un programma in linguaggio C++ che consenta di dare una valutazione quanto più oggettiva possibile della bellezza fisica ai candidati al titolo di Miss o Mister Istituto eletti in molte scuole a fine anno. Chissà se c’è corrispondenza tra le conclusioni del lavoro e i vincitori all’Istituto Arangio-ruiz di Augusta, provincia di Siracusa, da dove provengono gli autori. Molto utile per gli amanti della Tv sembra il lavoro di Gianluigi e Simone, preoccupati di quanti per molteplici ragioni si addormentano davanti allo schermo. Si propongono di ottimizzare la visione delle trasmissioni televisive avviando una procedura di registrazione delle stesse per poi riattivare il collegamento da dove si era interrotto in modo del tutto autonomo; e tutto ciò senza ricorrere all’uso del telecomando. La produzione industriale di reagenti chimici è da sempre afflitta da un problema: la necessità di estrarre il prodotto dalla “miscela di reazione” composta anche da sostanze indesiderate, rendendo quindi necessario un processo di purificazione. Il progetto di Claudio, studente del Castelli di Brescia, ha come scopo l’eliminazione di questa esigenza, dimostrandone concretamente la fattibilità con una serie di esperimenti sulla sintesi di un farmaco comune come può essere l’acido acetilsalicilico. Il progetto realizzato da Chiara, Filippo e Stefano del Sobrero di Casale, in provincia di Alessandria, è interdisciplinare come la disciplina che si propone di investigare e cioè le nanotecnologie e si compone di due fasi: una iniziale in cui vengono sintetizzate nanoparticelle d’argento (nanosilver) e una seconda fase in cui viene studiata la reazione tra nanosilver e luminol (sostanza organica chemiluminescente utilizzata nella ricerca forense e scientifica) in presenza di perossido di idrogeno. I giovani e le scienze 2014 - Premi Assegnati 2014 e sintesi dei progetti vincitori : A. Partecipazione ad eventi internazionali - • 26° Eucys, concorso dell’Unione europea per i giovani scienziati, Varsavia (Polonia), 19-24 settembre 2014: Domenico Parigino (1996), Francesco Tucci (1994), Antonio Di Virgilio (1994) - Una nuova metodica per la diagnosi di infestazione da Enterobius vermicularis - Liceo scientifico “G. Checchia Rispoli”, San Severo (Fg) - Enterobius vermicularis (E. Vermicularis) è un nematode che colonizza l’intestino umano di circa 400 milioni di persone nel mondo. Diversi riscontri ipotizzano un suo possibile ruolo patogenetico nella sindrome del colon irritabile e nel dolore addominale ricorrente dei bambini. Purtroppo, la mancanza di metodiche sufficientemente sensibili per l’individuazione del parassita non consente di verificare l’effettivo ruolo di E. Vermicularis in queste condizioni, né la sua reale prevalenza. Scopo del lavoro è sviluppare una nuova metodica di biologia molecolare (Pcr) che consenta l’identificazione del parassita, in maniera specifica e senza overlaps con altri nematodi. I risultati dello studio dimostrano che la sequenza target scelta, i primers disegnati, la metodica Pcr adottata e la innovativa procedura di estrazione del Dna da materiale fecale sono efficienti ed appropriati per il rilevamento del verme. Inoltre, la nuova metodica dimostra essere altamente specifica per E. Vermicularis, evitando overlap con altri nematodi. Antonio, Domenico e Francesco sono convinti che, nel complesso, i risultati ottenuti aggiungano una importante pietra miliare nello sviluppo di uno strumento diagnostico sensibile ed altamente specifico per l’identificazione di E. Vermicularis. Un tale strumento farà certamente luce sul suolo patogenetico del parassita e sulla sua reale prevalenza. Maddalena Bucchi (1995), Federico Buttò (1994), Maria Veronica Di Lenardo (1995)- Diserbanti e metaboliti secondari: un nuovo protocollo per la loro identificazione ed eliminazione dal suolo- Isis “A. Malignani”, Udine- Attualmente le colture di mais e soia vengono trattate con interventi di diserbo in solo post-emergenza (dopo la germinazione) e con mix di prodotti erbicidi. Ciò provoca l’indebolimento delle piante di coltura causando clorosi, diminuzione dell’attività fotosintetica, rischio di attacchi patogeni e diminuzione della produttività. Dai test effettuati mediante bioindicatori si constata inoltre la presenza e la permanenza di alcuni diserbanti nel suolo; questi erbicidi sono risultati attivi dopo l’intervallo di tempo dichiarato dalle aziende produttrici. Per eliminare la conseguente tossicità dal suolo ed evitare un bioaccumulo dei diserbanti Maddalena, Maria e Federico propongono l’applicazione del modello simbiotico delle micorriza (associazione tra miceli di fungo e la pianta), affiancato dall’applicazione di concimi biostimolanti. Impiegando questa metodologia sulle colture i tre studenti constatano che: . Le micorrize fungono da bioprotettrici contro gli attacchi dei patogeni e assorbono totalmente metalli pesanti e i metaboliti secondari dei diserbanti utilizzati, migliorando la qualità delle piante in coltura; . Le ife fungine raddoppiano l’assorbimento di azoto e fosforo organici dal suolo; . In caso di deficit di umidità le micorrize sono in grado di aumentare il grado di assorbimento idrico migliorando così la capacità nutritiva delle piante di coltura; . Le micorrize svolgono attività di riciclo degli elementi presenti nel suolo;. Le ife aumentano la compattezza del terreno evitando fenomeni di dilavamento. • 66a Isef, fiera internazionale della scienza e dell’ingegneria, Pittsburg (Stati Uniti), 10-15 maggio 2015: Luca Molteni (1996), Luigi Uggé (1996)- Costruzione e studio di apparecchiatura medica volta alla riabilitazione di pazienti affetti da atassia e dismetria- Liceo scientifico statale “Giovanni Gandini”, Lodi- L´obiettivo del progetto è lo sviluppo e la costruzione di un macchinario dedicato al processo di riabilitazione di persone affette da atassia e dismetria. Dopo una fase di accurata documentazione i due studenti riescono a costruire uno strumento innovativo e dalle grandi funzionalità. Esso è costituito da tre moduli uguali, composti da pannelli di Plexiglas e pulsanti luminosi sostenuti da una struttura di legno di abete. Si realizza così una plancia sulla quale il paziente deve effettuare movimenti con le braccia per spegnere i bottoni. I pulsanti si accendono in varie modalità (casuale, manuale, personalizzata) e la continua ripetizione del movimento necessario a raggiungerli permette agli individui affetti da dismetria di iniziare la rimappatura delle funzioni degli arti con conseguente recupero di buone capacità motorie. Questi movimenti si rifanno ai cosiddetti esercizi di Frenkel. La comodità di utilizzo è garantita dalla struttura modulare e facilmente modificabile secondo le necessità e soprattutto dall´app per smartphone che consente di gestire facilmente l´apparecchio sia in modo automatico che personalizzato. L´app è in grado per la prima volta di raccogliere e analizzare grandi quantità di dati circa questo tipo di riabilitazione e facilita lo studio statistico affidabile dei miglioramenti. • 56° Liysf, forum internazionale giovanile della scienza, Londra (Gran Bretagna), 23 luglio-6 agosto 2014: Claudio Papotto (1995)- Prodotti di sintesi puri: studio sperimentale e applicazione nel processo industriale- Iis “Benedetto Castelli”, Brescia- La produzione industriale di reagenti chimici è da sempre afflitta da un problema: la necessità di estrarre il prodotto dalla "miscela di reazione" composta anche da sostanze indesiderate, rendendo quindi necessario un processo di purificazione. Il progetto si pone come obiettivo l’eliminazione di questa esigenza dimostrandone concretamente la fattibilità con una serie di esperimenti sulla sintesi di un farmaco comune come può essere l’acido acetilsalicilico. Si tratta di un lavoro curato dal punto di vista metodologico, e presenta una soluzione innovativa ed originale di un problema molto comune. La forza della proposta, secondo il pensiero di Claudio, consiste però principalmente nel fatto che essa è un punto di partenza per affrontare problematiche differenti ma con questo comune denominatore. • 6a Inespo, olimpiade internazionale dell’ambiente, L’aia (Olanda), 1-6 giugno 2014: Daniele Gadler (1995), Andrea Pedot (1997), Pietro Rosatti (1995)- Appiedi per Trento- Liceo scientifico “Galileo Galilei”, Trento- Il monossido di carbonio è un gas incolore, inodore e insapore ad elevata tossicità in quanto riduce l’apporto di ossigeno ai tessuti. Resiste nell’ambiente fino a quattro mesi a causa della sua bassa reattività chimica. Viene prodotto dalla combustione incompleta del carburante degli autoveicoli. In zone molto trafficate il livello di Co nell’aria risulta abbastanza elevato. Il lavoro di Andrea, Daniele e Pietro utilizza i dati relativi alla Co inviati ad un database online da 50 sensori affidati ad altrettante famiglie coinvolte nel progetto “Mobile Territorial Lab”. Ogni sensore collegato tramite bluetooth ad uno smartphone connesso ad internet invia i dati relativi a: concentrazione dell’inquinamento e posizione tramite Gps dell’utente ad intervalli di 4 minuti. Integrando le informazioni ricevute con un grafo stradale viene sviluppato un Gis che fornisce dei report immediati relativi alla qualità dell’aria. I tre studenti sviluppano un’App in grado di consigliare all’utente un percorso ciclo-pedonale ottimale attraverso la città, indicando su una mappa visibile su dispositivi Android il miglior tragitto atto ad evitare le aree più inquinate. Per migliorare la fruibilità dell’applicazione viene sviluppata un’interfaccia user-friendly che richiede solamente l’inserimento del punto di arrivo, mentre quello di partenza viene trasmesso in automatico dal Gps del telefono. I tre giovani sanno bene che la Co non può essere considerata un tracciante universale della qualità dell’aria, ma è facile riscontrare significativi aumenti del livello di concentrazione nelle zone più trafficate. Perciò il lavoro rimane una demo in attesa dello sviluppo di nuovi sensori a basso costo per altri inquinanti come gli ossidi di azoto. • 7a Irs, scuola internazionale di ricerca di Mosca, 22 giugno - 2 luglio 2014: Andrea Biodo (1996), Enrico Tonon (1996)- Liberiamoci dal radon- Liceo scientifico “G. Peano”, Cuneo- Probabilmente molti alla parola “Radon” reagiscono chiedendo di cosa di tratta. Lo spiegano Andrea, Enrico e Fabio: il Radon è un elemento chimico radioattivo poco conosciuto, ma con cui veniamo a contatto in ogni attimo della nostra vita. Trattandosi di un corpo piuttosto pericoloso per l’uomo e la sua salute, dovremmo conoscerlo meglio. Lo scopo dello studio però è dire qualcosa in più su questo elemento parlando a grandi linee della storia e della natura del Radon per poi passare alla parte sperimentale, più approfondita, con misurazioni su larga scala (la provincia di Cuneo) della concentrazione di esso e finire con la proposta di alcune soluzioni ideate per prevenire danni alla salute. Tramite un’accurata raccolta di dati durata più di 3 anni viene tracciata una cartina di diffusione del Radon evidenziando ad esempio come la concentrazione di questo elemento chimico dipenda anche dal territorio e non solo dalle abitudini individuali. I metodi ideati potranno contribuire a prevenire alcuni rischi collegati al Radon quale, tra gli altri, quello di tumore ai polmoni. • Expo Science Asia, Amman (Giordania) 7-11 agosto 2014: Matteo Pisano (1996) - Un minimo consumo energetico nel ciclo frigorifero per aiutare il mondo e diminuire il costo della bolletta- Liceo classico, scientifico e linguistico “S. G. Calasanzio” - indirizzo scientifico, Carcare (Sv)- I numeri parlano da soli: l’Italia, che alla fine del 2011, secondo i dati Istat, aveva circa 63,5 milioni di apparecchi tra freezer, frigoriferi e congelatori a pozzetto, sostiene un consumo annuo energetico stimato in circa 1.4 • 1010 Kwh (pari a 5,6 miliardi di Euro). Il progetto, volto appunto a diminuire il consumo energetico nell’impiego di apparecchi dotati di circuito frigorifero e a diminuire il costo annuo per la loro alimentazione, consiste nel creare una macchina frigorifera alimentata per la maggior parte dallo stesso calore che emette il suo condensatore. Quest’ultimo, infatti, è inglobato in una seconda macchina termica che assorbe tale calore e lo trasforma in energia, garantendo un risparmio del 54,6%. Adottando il progetto di Matteo si risparmierebbero annualmente circa 7,6 • 109 Kwh, ovvero oltre 3 miliardi di Euro. Se con la tecnologia la nostra vita è diventata più semplice, chiosa il giovane di Savona, ora con la fisica diventerà meno costosa ed all’insegna del verde. • 7a Esi Amlat, esposizione scientifica internazionale dell’America Latina, Medellin (Colombia): Elisabetta De Rosa (1995)- L’origine delle terre rosse del Carso triestino- Istituto “E. Vendramini” – liceo scientifico - biologico progetto Aretusa, Pordenone- Le terre rosse sono un tipo di suolo caratteristico delle zone del Carso. Ciò che le rende note nel mondo è il particolare colore dovuto alla presenza di minerali di ferro. Come si siano originate rimane un tema di grande discussione per geologi, la cui ipotesi tuttora più accreditata è che derivino dai materiali insolubili che si depositano a seguito della dissoluzione delle rocce calcaree. Lo scopo di Elisabetta è di avvalorare, con uno studio compiuto su campioni del suolo del Carso di Trieste, l’ipotesi che le terre rosse si siano originate dalla disgregazione di tipologie di roccia contenenti minerali di silicio e alluminio (allumosilicati). Il manto roccioso avente queste caratteristiche nella zona di Trieste è quello denominato Flysch di Trieste. Ad una matrice quasi esclusiva di Flysch sono da prendere in considerazione probabili apporti eolici e non è comunque da escludere una componente derivata dal residuo insolubile dei calcari. • 18° Siwi, premio internazionale dell’acqua, Stoccolma (Svezia), 31 agosto-5 settembre 2014: Federico Ferrari (1994), Luca Isoletta (1995), Domenico Pisana (1995)- Arsenico in gabbia- Iis “Lorenzo Cobianchi”, Verbania- La presenza dell’arsenico nelle acque per l’uso umano rappresenta un problema di notevole importanza, sia nelle aree sviluppate che in quelle disagiate del pianeta, dove non vi sono risorse sufficienti per finanziare i metodi di rimozione per la potabilizzazione. La persistenza di tale inquinante produce effetti sulla salute non completamente noti al pubblico. Il progetto si pone come obiettivo la ricerca di un nuovo metodo per la rimozione dell’arsenico, basato su una tecnologia semplice e di facile applicazione, grazie all’utilizzo di una gabbia reticolare trimetallica, composta da rame, ferro e ferro zincato. Questa cella, una volta immersa nell’acqua contaminata, consente la precipitazione di tutto il contaminante in una forma combinata con lo zinco. Il precipitato, terminato il processo di deposizione, può essere facilmente rimosso per decantazione o filtrazione, processi già ampiamente utilizzati negli impianti di depurazione delle acque. Le analisi dei tre studenti del Cobianchi per acque con valori di arsenico che superano di 5 volte il limite massimo di legge (10 μg/L), dimostrano come la gabbia riesca a rimuovere quasi tutto l’arsenico originariamente presente in soluzione dopo meno di 48 ore, senza generare contaminazione microbica e chimica. Infine, i grandi vantaggi consistono nel fatto che è di facile costruzione ed impiego, è costituita da materiali poco costosi e facilmente reperibili, può essere rigenerata e riutilizzata. • Ese, esposizione scientifica europea di Milset, Zilina (Slovacchia), 7-12 settembre 2014: “Premio speciale Aica” al migliore progetto sulle tecnologie della comunicazione e dell’informazione: Simone Demuro (1997), Gianluigi Mamusa (1996)- Tv a “volontà”- Istituto tecnico statale “Michele Giua”, Cagliari- Il lavoro si rivolge a quanti decidono di guardare la Tv e per motivi di varia natura, come la stanchezza, potrebbero addormentarsi davanti allo schermo con il risultato di risvegliarsi rendendosi conto di aver perso la parte più interessante del programma che avrebbero voluto guardare. Inoltre, è scientificamente provato che addormentarsi davanti all’apparecchio televisivo genera nel soggetto un sonno disturbato, fonte di stress da non trascurare. L’obiettivo è, dunque, quello di ottimizzare la visione delle trasmissioni televisive avviando una procedura di registrazione delle stesse, per poi riattivare il collegamento da dove si era interrotto in modo del tutto autonomo, senza dover ricorrere all’uso manuale del telecomando. Ciò che avviene è la comunicazione tra il mini computer chiamato “Raspberripi” con un decoder digitale terrestre. Il piccolo pc opportunamente programmato è in grado di riconoscere la presenza di occhi e alcuni gesti della mano, in modo tale da riceverli come input: si elimina così il telecomando e si permette al pc di alzare il volume o abbassarlo, spegnere e accendere l’apparecchio e anche mettere in pausa o far partire il programma preferito, sia con un gesto della mano che con un movimento di palpebre. Luca Langgartner (1996), Fabio Endrizzi (1996), Robin Senoner (1996) Julé- Liceo scientifico delle scienze applicate “Rainerum”, Bolzano- Utilizzando la teoria degli sciami, viene realizzato uno stormo di quadricotteri coordinati tra loro automaticamente per la navigazione autonoma e l’acquisizione di immagini ad alta risoluzione trasmesse ad un computer. Gli autori, inoltre, producono un software per elaborare le immagini ed effettuare una ricostruzione in 3D dell’ambiente circostante esplorato. Infine realizzano una applicazione per la navigazione nella ricostruzione in 3D da Pc. Lo sciame di droni volanti, indipendenti e coordinati tra loro è in grado di svolgere in minor tempo compiti lunghi e complessi per un solo elemento. Il sistema è fruibile anche da utenti inesperti nel pilotaggio. Infatti i droni sono completamente autonomi in ogni operazione dal decollo all’atterraggio. I possibili impieghi sono la mappatura di aree, in particolare quelle boschive, a rischio di franamento, coltivate. Il sistema è testato in collaborazione con le sezioni di Robotica e di Botanica della Fondazione del Museo Civico di Rovereto. Andrea Chezzi (1995), Francesco Gianfreda (1995), Riccardo Reho (1995)- Pop… Non solo musica- Iis Liceo scientifico “Quinto Ennio”, Gallipoli (Le)- Il lavoro vuole approfondire una tematica di grande attualità con l’obiettivo di rinforzare la consapevolezza del valore della Chimica quale componente culturale per la lettura e l’interpretazione della realtà. Andrea, Francesco e Riccardo approfondiscono lo studio della famiglia degli inquinanti nota come Pop (persistent organic pollutants) e verificano gli effetti mutageni su organismi modello durante una serie di esperienze in laboratorio. Successivamente allestiscono uno studio di registrazione per illustrare efficacemente le dinamiche del trasporto e la persistenza dei Pop, la global distillation, la bioaccumulazione e i dati ricavati sperimentalmente. In questo modo propongono una comunicazione dei concetti scientifici originale ed efficace mirata ad operare una sensibilizzazione, in accordo con le linee guida dettate dalla conferenza di Ginevra, verso tale famiglia di inquinanti. Il loro augurio è che la musica cambi per il nostro Pianeta e che da Pop diventi Rock (Rapid Organo-chlorine Knockout). • Expo sciences Messico, Tampico, 19-22 novembre 2014: Matteo Grieco (1996), Sara Paochi (1996), Federico Rattini (1995)- In atmosfera con Arduino- Istituto tecnico agrario statale “Carlo Gallini”, Voghera (Pv)- Sara, Federico e Matteo si dedicano alla progettazione e alla realizzazione di tre dispositivi elettronici che rilevano e misurano, grazie ad appositi sensori, la presenza di alcuni inquinanti gassosi, sia di origine naturale che antropica in zone diverse della città di Voghera. I prototipi vengono messi a punto utilizzando schede Arduino che, in grado di interagire con l’ambiente, permettono di rilevare e memorizzare i valori di alcoli e solventi presenti nell’atmosfera. Questi composti contribuiscono alla formazione dell’ozono troposferico, gas che oltre a risultare dannoso per le vie respiratorie, partecipa al fenomeno del riscaldamento globale. Da un primo esame dei dati, si riscontra che le concentrazioni delle diverse tipologie di gas sono maggiori, in inverno, in aree ad intenso traffico automobilistico. La prima fase della sperimentazione mostra come sia possibile mettere a punto dei dispositivi economici che forniscono misure delle concentrazioni di alcune sostanze inquinanti. Ma i tre giovani guardano avanti: nei prossimi mesi, con ulteriori dati, vogliono studiare le variazioni indotte dall’incremento della temperatura e dallo sviluppo della vegetazione. Nell’immediato futuro intendono inoltre mettere a punto un dispositivo mobile, dotato di un modulo gps, in modo da poter monitorare più siti oltre a quelli dove sono situati i dispositivi fissi. • Tisf, fiera scientifica internazionale di Taiwan, febbraio 2015: “Premio speciale Sci” al migliore progetto di chimica: Chiara Figazzolo (1996), Stefano Sesia (1995), Filippo Cotta Ramusino (1996) - Luminol e nanoparticelle d’argento: una coppia brillante - Liceo scientifico Scienze applicate “Ascanio Sobrero”, Casale (Al) - Negli ultimi anni la manipolazione della materia su scala nanometrica (nano = 10-9 m) ha acquisito una rilevanza sempre maggiore grazie alla possibilità di realizzare materiali con proprietà peculiari rispetto a quelle mostrate su scala macrometrica. Le nanotecnologie costituiscono una disciplina ibrida – essa partecipa infatti dei contributi della chimica, della fisica e dell’ingegneria – i cui prodotti trovano applicazione nei campi più disparati (catalizzatori, semiconduttori, superconduttori, biosensori, veicolanti per farmaci, materiali ultraleggeri). Il rovescio della medaglia è rappresentato dalle problematiche originate dalle diffusione nell’ambiente di particelle di dimensioni estremamente ridotte (il caso delle “polveri sottili” è emblematico). Attualmente però sembra che i vantaggi superino ampiamente gli svantaggi e le nanotecnologie costituiscono uno dei campi in più rapido sviluppo della scienza moderna. Il progetto realizzato da Chiara, Filippo e Stefano è interdisciplinare come la disciplina che si propone di investigare è cioè le nanotecnologie e si compone di due fasi: una iniziale in cui vengono sintetizzate nanoparticelle d’argento (nanosilver) e una seconda fase in cui viene studiata la reazione tra nanosilver e luminol (sostanza organica chemiluminescente utilizzata nella ricerca forense e scientifica) in presenza di perossido di idrogeno. Nella prima parte Chiara, Filippo e Stefano sintetizzano nanoparticelle d’argento mediante riduzione di nitrato d’argento in soluzione acquosa e ne caratterizzano le proprietà ottiche (effetto Tyndall, assorbimento Uv-vis) e di stabilità colloidale evidenziando come le caratteristiche dell’argento su scala nanometrica siano notevolmente differenti da quelle del metallo su scala macroscopica. I ragazzi studiano quindi l’effetto delle nanoparticelle sintetizzate sulla reazione chemiluminescente del luminol arrivando a proporre un meccanismo capace di spiegare l’aumento dell’intensità di emissione del luminol in presenza di nanosilver. • 29a Mostratec, fiera internazionale della tecnologia, Novo Hamburgo (Brasile), 26 ottobre-1 novembre 2014: Sara Calipa (1995), Giulia Rizzi (1995) Conoscere le piante: un laborioso studio ora a portata di click- Liceo scientifico statale “Angelico Aprosio”, Ventimiglia (Im)- Il progetto mira ad inserire il progresso tecnologico nella conoscenza del regno vegetale; attraverso lo studio di alcune specie presenti ai Giardini botanici Hanbury, Giulia e Sara creano delle schede digitali per ognuna di esse, contenenti le informazioni principali e successivamente una chiave analitica semplificata, per il riconoscimento visivo della specie, utilizzabile senza aver conseguito studi di botanica. Inoltre propongono un utilizzo originale degli scarti di alcune di queste piante. Questo lavoro culmina con la creazione di codici Qr posti all’interno dei giardini, sul cartellino alla base della pianta che, attraverso lo smartphone e la scansione con l’apposita app, sono in grado di ricondurre istantaneamente alla scheda digitale pubblicata sul sito ufficiale dei Giardini. • I-sweeep, Olimpiade per la sostenibilità, Houston (Usa), maggio 2015: Emanuele Fornasier (1995), Giulia Pelos (1995), Mattia Gamboso (1995)- Freezer Keeper- Isis “Arturo Malignani, Udine- Milioni di tonnellate di prodotti alimentari surgelati vengono consumati annualmente nel mondo. La surgelazione è un eccellente metodo di conservazione del cibo, ma per il consumatore finale è pressoché impossibile sapere se il prodotto è stato conservato correttamente, ovvero se la sua temperatura è stata mantenuta al di sotto di una soglia limite durante il trasporto e lo stoccaggio. Freezer Keepar di Giulia, Emanuele e Mattia ha lo scopo di sviluppare un indicatore atossico dal costo contenuto da applicare sulla confezione del surgelato, in grado di fornire la certezza che il cibo sia stato conservato correttamente. Si tratta di una soluzione colorata a base d’acqua, che sciogliendosi alla temperatura stabilita, copre il codice a barre, impedendone la lettura e rendendo quindi l’alimento invendibile. L’indicatore realizzato dai tre studenti ha tutti i requisiti necessari per poter essere impiegato su larga scala in quanto il suo costo è irrisorio e l’applicazione sulle confezioni risulta semplice ed efficace. Inoltre, per come è concepito, esso garantisce la tutela di tutti i consumatori in quanto rende non acquistabile qualsiasi prodotto potenzialmente tossico. • Expo sciences Spagna, Barcellona, aprile 2015: Filippo Bracco (1995), Giuseppe Castronovo (1995), Traspadano Taibi (1994)- Eco rilevatore tattile- Liceo Scientifico “G. B. Odierna”, Palma di Montechiaro (Agrigento)- Filippo, Giuseppe e Traspadano propongono un dispositivo pensato per migliorare la percezione del mondo dei soggetti affetti da cecità. Esso sfrutta l’ecolocalizzazione per raccogliere informazioni sulla forma dello spazio, in maniera analoga ai pipistrelli; comunica con il soggetto stimolando gli altri sensi naturalmente più acuiti. Lo strumento è formato da tre componenti fondamentali: . Il Rilevatore, composto da sensori di prossimità, che ha il compito di scannerizzare l’area limitrofa; . L’attuatore tridimensionale: un elemento automodellante che varia la propria forma emulando la realtà rilevata; il soggetto toccandolo con mano percepirà lo spazio circostante aiutato, anche, da segnali acustici che rilevano ostacoli in particolari casi prestabiliti; . L’elaboratore: una scheda elettronica che gestisce sia la rilevazione dei dati che l’Atuatore, dopo aver analizzato e elaborato le informazioni. I sensori sono posizionali nella cintura del soggetto, mentre l’Elaboratore e l’Attuatore formano parte dello stesso componente da tenere ed analizzare con entrambe le mani. Oltre a definire teoricamente il dispositivo gli studenti realizzano un prototipo semplificato ma di analogo funzionamento, per dimostrare la fattibilità dell’idea formulata e, tramite la sperimentazione, perfezionare la stessa. • Visita al Parlamento europeo, Strasburgo, luglio 2014: Alessandro Algeri (1996), Nicola Barbieri (1996), Federico Maccari (1996)- Sese Biodiesel – Energia dalle alghe- Istituto superiore “Enrico Fermi”, Mantova- L’obiettivo del progetto è mettere a punto un metodo di produzione di biocombustibili in alternativa ai combustibili fossili, che sono in via di esaurimento, cercando, nello stesso tempo, di diminuire le emissioni di gas serra. Tra le molteplici soluzioni i tre giovani scoprono che le microalghe sono la biomassa di seconda generazione più vantaggiosa in termini di tempo, crescita, spazio occupato e produzione di olio da esterificare per produrre biodiesel. La ricerca si sviluppa in più fasi: inizialmente viene cercato il tipo di alga più adatto, poi si valuta il metodo di coltura idoneo ed, infine, è il momento per la progettazione dell’impianto pilota e la scelta delle migliori condizioni sperimentali per la reazione di trans-esterificazione. La parte sperimentale riguarda l’effettiva attuazione del progetto, sperimentando in un fotobioreattore la coltivazione dell’alga selezionata (Spirulina). Alessandro, Nicola e Federico credono che un avvenire basato sui biocarburanti possa rendere il mondo più pulito, salvaguardare l’ecosistema da inutili sprechi e costituire un’opportunità economica per tutti i paesi, compresi quelli in via di sviluppo. Il loro metodo di produzione fornisce biodiesel e sottoprodotti idonei sia all´alimentazione umana e animale, sia all´utilizzo come fertilizzanti. Lisa Circo (1995)- Similarità strutturale e funzionale di proteine lipasi da organismi differenti- Iiss “C.e Gadda”, Paderno Dugnano (Mi)- L’obiettivo iniziale di Lisa è verificare l’esistenza di quelle proteine dette “ancestrali”, che già in forme di vita semplici e primitive, quali muffe, funghi o batteri, svolgono la stessa attività biologica di quelle contenute in organismi ben più evoluti, quali gli animali superiori. Per dimostrarlo considera la lipasi, perché in grado di effettuare l’idrolisi dei grassi. Dopo aver eseguito un allineamento delle catene peptidiche ne confronta alfabeticamente le sequenze amminoacidiche, per individuare quelle parti in cui sia possibile riscontrare una similitudine strutturale e funzionale. Non avendo ottenuto risultati determinati, l’indagine viene estesa alla struttura tridimensionale delle proteine in questione e, tramite un software specifico, viene eseguito un allineamento tridimensionale delle coppie più significative di proteine, individuandone i tratti di massima coincidenza mediante il calcolo dell’Rmsd, ovvero della distanza media tra gli atomi delle due proteine sovrapposte. Tanto più è basso il valore di Rmsd tra due recettori delle lipasi, tanto più i siti saranno simili tra loro e risulterà quindi maggiormente probabile che essi svolgano la medesima attività biologica. I risultati fanno concludere che il diverso grado di sofisticazione di struttura cellulare presente in organismi poco o molto evoluti è ciò che genera la pressione evolutiva che modifica la struttura di alcune proteine, pur conservandone quasi intatta la struttura più caratterizzante, cioè quella destinata al processo enzimatico di lipolisi. B. Altri riconoscimenti- • “Divento un astronomo”, soggiorno studio presso l’Osservatorio astronomico di Asiago, luglio 2014: Marco Anselmi (1994), Manuel Calliari (1995), Daniele Franch (1995)- Le Geminidi nel 2013- Istituto tecnico "Carlo Antonio Pilati" - Iti Informatica, Cles (Tn)- Lo sciame meteorico delle Geminidi fa parte di un complesso meteorico più vasto, dove sembra esserci la presenza di due sciami con caratteristiche simili. Ecco le conclusioni del lavoro di Daniele, Manuel e Marco che l’hanno osservato attraverso la posizione del massimo di attività verso la metà del mese di dicembre; esso presenta un’origine asteroidale; il suo corpo progenitore è l’asteroide 3200 Phaethon. I dati vengono forniti ai tre studenti dall’Associazione astrofili bolognesi che dispone di un apparato radio in grado di registrare gli echi meteorici. La tecnica da loro sfruttata si basa sul principio del forward-scatter. Per poter analizzare tali dati costruiscono un programma in linguaggio C. L’analisi è basata su una tecnica di indagine che prevede la correzione di due importanti fattori: la sottrazione del background sporadico e l’altezza del radiante sopra l’orizzonte. I risultati ottenuti vengono confrontati con quelli Radio Meteor Orservating Bulletin che approfondisce l’attività meteorica attraverso tecniche radio. Successivamente viene studiato il comportamento dello sciame analizzando i dati visuali prelevati dall’archivio dell’International Meteor Organization. I risultati vengono confrontati con un esame preliminare svolto dalla stessa organizzazione. Infine vengono comparati i risultati ottenuti con le due tecniche e verificati coi dati offerti dalla letteratura scientifica • “You Scientist”: una settimana da scienziato nei laboratori di genetica dell’Ifom, settembre 2014: Marco Tribulato (1995), Alessio Lo Giudice (1995)- Myrtinus – Nuovo sciroppo a base di estratto di Myrtus communis ad alta concentrazione di proantocianidine- Liceo scientifico statale “Luigi Einaudi”, Siracusa- Marco ed Alessio approfondiscono uno studio sulle proprietà benefiche del mirtillo rosso americano, il “cranberry”, riuscendo a trovare, per mezzo di analisi scientifiche, delle analogie con le bacche di mirto. Il risultato del loro progetto è uno sciroppo che valorizza proprio il mirto, un prodotto tipico della loro regione. Studiano quindi la composizione chimica dei vari elementi della pianta, in particolare le bacche. Tali elementi, come il mirto, che contiene mirtenolo e geraniolo, conferiscono allo sciroppo proprietà antinfiammatorie e antisettiche. Fungono da cura per i problemi dell’apparato digerente e per il sistema respiratorio e hanno una funzione preventiva per alcune neoplasie. Le proantocianidine, inoltre, diminuiscono la capacità di adesività di determinati ceppi di Escherichia coli alle pareti del tratto urinario, soprattutto nelle donne. Il risultato: un nuovo sciroppo, che rappresenta un connubio tra gusto e salute, con proprietà benefiche e gustoso. Un prodotto competitivo sul mercato, in quanto, oltre ad essere innovativo, è utile a livello di prevenzione e giova alla salute di chi lo consuma. Almeno questo è quanto pensano i due ragazzi • Attestati di merito di associazioni internazionali: − Intel Excellence in Computer Science Award- Simone Demuro (1997), Gianluigi Mamusa (1996)- Tv a “volontà”- Istituto tecnico statale “Michele Giua”, Cagliari- Il lavoro si rivolge a quanti decidono di guardare la Tv e per motivi di varia natura, come la stanchezza, potrebbero addormentarsi davanti allo schermo con il risultato di risvegliarsi rendendosi conto di aver perso la parte più interessante del programma che avrebbero voluto guardare. Inoltre, è scientificamente provato che addormentarsi davanti all’apparecchio televisivo genera nel soggetto un sonno disturbato, fonte di stress da non trascurare. L’obiettivo è, dunque, quello di ottimizzare la visione delle trasmissioni televisive avviando una procedura di registrazione delle stesse, per poi riattivare il collegamento da dove si era interrotto in modo del tutto autonomo, senza dover ricorrere all’uso manuale del telecomando. Ciò che avviene è la comunicazione tra il mini computer chiamato “Raspberripi” con un decoder digitale terrestre. Il piccolo pc opportunamente programmato è in grado di riconoscere la presenza di occhi e alcuni gesti della mano, in modo tale da riceverli come input: si elimina così il telecomando e si permette al pc di alzare il volume o abbassarlo, spegnere e accendere l’apparecchio e anche mettere in pausa o far partire il programma preferito, sia con un gesto della mano che con un movimento di palpebre. − Yale Science and Engineering Association- Eleonora Manca (1996), Luca Mellino (1996)- Uno spinoso coagulante vegetale da introdurre nella tecnologia lattiero-casearia- Itis “G. M. Angioy” – Iti Chimica, Sassari- La ricerca parte da una domanda: può una pianta, di per sé non molto apprezzata, ma nota per il suo frutto, avere proprietà coagulanti? L’idea di Eleonora e Luca di applicarsi al campo lattiero-caseario nasce dalla provenienza delle famiglie da tale ambiente e inoltre la pianta scelta (fico d’india) è presente in grandi quantità nella loro terra. Riescono a dimostrare che seguendo una procedura già utilizzata con altri tipi di matrici si può ottenere il coagulante voluto, usando diverse strategie e metodiche. Successivamente si cimentano nel processo di coagulazione del latte, ottenendo risultati abbastanza incoraggianti. Il prodotto ricavato può essere considerato un punto di partenza per un maggior approfondimento delle proprietà coagulanti dell’estratto e, di conseguenza, anche nello sviluppo di una produzione lattiero-casearia soprattutto artigianale. Il progetto amplia lo studio dei coagulanti vegetali nell’ambito della caseificazione, ancora soggetti a poche attenzioni. Del resto anche l’Expo Milano 2015, pensano i due studenti, dedicherà attenzione alla valorizzazione della tradizione alimentare come cardine culturale ed etnico. − Asm Material Education Foundation- Giulia Chianella (1995)- La “pastiglia” mangia-smog- Iis Liceo “Q. Ennio”, Gallipoli (Lecce)- Il lavoro porta l’attenzione su uno dei problemi gravi del Pianeta: l’inquinamento transfrontaliero. Giulia propone una possibile strategia di intervento. Partendo da una rigorosa applicazione del metodo scientifico sperimentale illustra una soluzione originale, fattibile ed economica al problema della riduzione degli inquinanti atmosferici. Approfondisce le conoscenze sugli ossidi di azoto, immessi nell’ambiente dalle auto, dall’uso di combustibili fossili, considerando anche le modalità di diffusione con i relativi dati riguardanti le diverse zone del mondo; ma soprattutto cerca di escogitare un modo per poter contribuire all’abbattimento di tale inquinamento. Ecco l’idea di sfruttare le nanotecnologie e realizzare sperimentalmente un prototipo di “zaino mangia-smog”, che con l’applicazione di una superficie ai nanocristalli di Tio2 (biossido di titanio) possa diminuire i danni da parte degli ossidi di azoto, trasformandoli in sostanze meno nocive grazie all’azione della fotocatalisi. Giulia ha eseguito una serie di prove sperimentali per verificare il reale abbattimento di inquinanti prodotoo dalla “pastiglia” , ottenendo una percentuale di oltre il 40%. “Lo zainetto mangia-smog è un piccolo gesto di amore, un modo per far sentire la nostra voce e ribadire che tutti possiamo giocare un ruolo da protagonisti nella salvaguarda del nostro Pianeta” dice la giovane di Gallipoli. E citando Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. − Mu Alpha Theta- Simona Letizia Basso (1998), Alessandro Gioia (1997), Beatrice Prato (1999)- Specchio delle mie brame… 2o Istituto Superiore “Arangio-ruiz” – Indirizzo: Liceo scientifico delle scienze applicate, Augusta (Sr)- Le ricerche sui fondamenti matematici dell’armoniosità in varie manifestazioni artistiche sembrano condurre alla individuazione di una “Legge della bellezza” che fa assurgere a universale il concetto del bello, da sempre ritenuto soggettivo e fa si che la bellezza stessa possa essere considerata quasi una grandezza fisica, poiché diventa, ma ovviamente solo sotto certi aspetti, misurabile. Sia nelle statue e nei monumenti dell’antica Grecia sia in dipinti, sculture e opere architettoniche di famosi artisti è presente il cosiddetto “Rapporto aureo”. Queste realizzazioni appaiono innegabilmente belle. L’obiettivo del progetto è la costruzione di un algoritmo e di un programma in linguaggio C++ che, sulla base di tale rapporto, consenta di dare una valutazione quanto più oggettiva possibile della bellezza fisica dei candidati al titolo di Miss e Mister Istituto, eletti in molte scuole a fine anno. Lo studio condotto è di tipo statistico; la raccolta dei dati, l’elaborazione di istogrammi e grafici e l’organizzazione in archivi multimediali viene effettuata tramite l’utilizzo dei software Excel e Access del pacchetto Office. Il programma di calcolo consente una valutazione della bellezza espressa in decimi, secondo una scala di unità battezzata “Diva”. Nell’immaginario di Beatrice, Simona e Alessandro il lavoro offre spunti di discussione multidisciplinare, proponendo una sfida al comune senso del bello; tuttavia esso può solo affiancare e supportare la componente umana di una giuria, poiché bellezza è anche eleganza, fascino e simpatia, che un programma di statistica non può, ovviamente, valutare. − American Psychological Association Túlio Andrade (1996)- Educazione fisica a scuola: alcune soluzioni- Scuola tecnica statale Agamennon Magalhães, Recife (Brasile)- La scuola ricopre un ruolo importante nel promuovere uno stile di vita sano che possa invertire la tendenza verso una vita sedentaria. Anche se l’educazione fisica è una delle materia più appropriate per affrontare il problema, le condizioni in cui si insegna in Brasile sono allarmanti. L’obiettivo di Túlio è quello di identificare le maggiori difficoltà riscontrate dagli insegnanti, analizzarne le implicazioni e sviluppare una strategia di insegnamento valida. Sottopone un questionario a 20 insegnanti di educazione fisica per capire quali sono le problematiche che incontrano: mancanza di materiale, spazio fisico, e interesse da parte degli studenti. I primi sforzi vengono rivolti alla definizione di strategie pedagogiche volte ad incrementare l’interesse dei giovani. Per testare l’efficacia di questi metodi lo studente applica le strategie di insegnamento a 45 allievi di una scuola privata. Per descrivere la metodologia di insegnamento predispone un manuale apposito per gli insegnanti di educazione fisica; per diffonderlo organizza un training per 19 docenti. Dopo il training, il 94,73% di professori dichiara che avrebbe utilizzato il metodo proposto. − Association for Women Geoscientists Elisabetta De Rosa (1995)- L’origine delle terre rosse del Carso triestino- Istituto “E. Vendramini” – liceo scientifico - biologico progetto Aretusa, Pordenone- Le terre rosse sono un tipo di suolo caratteristico delle zone del Carso. Ciò che le rende note nel mondo è il particolare colore dovuto alla presenza di minerali di ferro. Come si siano originate rimane un tema di grande discussione per geologi, la cui ipotesi tuttora più accreditata è che derivino dai materiali insolubili che si depositano a seguito della dissoluzione delle rocce calcaree. Lo scopo di Elisabetta è di avvalorare, con uno studio compiuto su campioni del suolo del Carso di Trieste, l’ipotesi che le terre rosse si siano originate dalla disgregazione di tipologie di roccia contenenti minerali di silicio e alluminio (allumosilicati). Il manto roccioso avente queste caratteristiche nella zona di Trieste è quello denominato Flysch di Trieste. Ad una matrice quasi esclusiva di Flysch sono da prendere in considerazione probabili apporti eolici e non è comunque da escludere una componente derivata dal residuo insolubile dei calcari. − Ricoh Sustainable Development Award 2014 Adriana Ruiz Mote (1996), Brenda Elizabeth Hernández Arévalo (1996)- Lastre di cocco: leggere, resistenti e impermeabili- Cbt Chiconcuac, Chiconcuac, Estado de México (Messico)- Per garantire alle persone povere una casa che abbia tetti costruiti con materiali resistenti, il cemento o laterizio, che in Messico sono poco reperibili, si potrebbero parzialmente sostituire con fibre di cocco, un prodotto resistente all’acqua. L’idea nasce dall’osservazione di infiltrazioni d’acqua in alcune classi delle scuola e la soluzione è quella di usare tegole fatte con fibra di cocco, materiale che si trova anche sui bagnasciuga, contribuendo così a tenerli puliti. Dopo alcuni esperimenti, Adriana e Brenda notano che la fibra di cocco aderisce molto bene al cemento, è impermeabile, e permette di costruire lastre utilizzabili per i tetti delle abitazioni, molto meno costose di quelle convenzionali. Producono una lastra di un metro quadrato: metà di questa fatta con materiale convenzionale e l’altra metà con fibre di cocco. Dopo alcuni giorni di pioggia e di sole, si accorgono che la lastra costruita con materiali tradizionali ha subito piccoli danni; quella in fibra di cocco rimane intatta e senza fratture. − Certificato Presidente Fast Rhonnalene Carpio (1994), Fabio Manzoni (1996) , Bozhena Sotnyk (1995)- Dissalazione di acqua di mare con celle elettrochimiche microbiche- Istituto tecnico “Ettore Molinari”, Milano- Come già gli antichi sapevano, l’acqua è fonte di vita ed essenziale alla sopravvivenza. Il 70% della superficie della terra è coperta d’acqua, ma il 96% dell’acqua è troppo salata per essere potabile: è possibile morire di sete in mezzo al mare come in un deserto. Tre studenti del Molinari, partendo da queste considerazioni, e dai recenti studi sulle celle a combustibile microbiche, hanno realizzato una cella elettrochimica in grado di dissalare un piccolo quantitativo d’acqua sfruttando la corrente elettrica prodotta da batteri “elettricamente attivi”. I microorganismi, presenti in due comparti, uno in presenza di aria e l’altro in assenza, creano una corrente di elettroni che rende possibile la dissalazione dell’acqua di mare. La corrente elettrica, generata da una differenza di potenziale ai capi della pila microbica, causa la migrazione degli ioni sodio e cloro presenti nell’acqua, contenuta in un terzo comparto, racchiusa tra due membrane semimpermeabili, che in questo modo si dissala fino a diventare potabile. Il lavoro sperimentale, che ha permesso di ottenere una notevole riduzione nella salinità dell’acqua, vuole essere un contributo alla problematiche connesse alla disponibilità di acqua potabile per situazioni di emergenza (kit di sopravvivenza) e nella prospettiva della potabilizzazione a basso consumo energetico delle acque salmastre.  
   
 

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