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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Maggio 2014
 
   
  LUGANO FESTIVAL E IL CONSERVATORIO DELLA SVIZZERA ITALIANA RENDONO OMAGGIO A STRAUSS

 
   
  Lugano, 13 maggio 2013 - Oggi Lugano Festival si trasferisce nell’Aula Magna del Conservatorio della Svizzera Italiana, per un concerto che vede insieme docenti ed allievi della Scuola Universitaria di Musica, per un omaggio a Richard Strauss nel 150° anniversario della nascita. In programma le Metamorphosen nella versione originaria per sette archi e la Sonata op. 18 per violino e pianoforte. Tra gli interpreti, nomi di spicco come il violista Bruno Giuranna e la violoncellista Monika Leskovar. L’edizione 2014 di Lugano Festival, la prima sotto la direzione artistica di Etienne Reymond, dà ampio spazio alle collaborazioni con altre importanti istituzioni culturali ticinesi. Il concerto del 13 maggio, interamente dedicato a Richard Strauss, è realizzato a quattro mani con il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, che mette in campo quattro docenti e quattro studenti. Stellari i nomi degli insegnanti-interpreti: il violinista albanese Klaidi Sahatçi, solista della Tonhalle Orchester di Zurigo, il violista italiano Bruno Giuranna, mitico fondatore del Trio Italiano d’Archi e collaboratore del Beaux Arts Trio. E poi la violoncellista croata Monika Leskovar, elettrizzante partner di Giovanni Sollima nel cd “We were trees” e la pianista Anna Kravtchenko, rivelatasi nel 1992 con la vittoria, a soli sedici anni, del concorso “Busoni”. Due le opere da camera in programma: la giovanile Sonata op. 18 per violino e pianoforte, dalla scrittura tesa e densissima, e la ricostruzione della versione originale delle Metamorphosen, per sette archi. Un’occasione di ascolto più unica che rara, dal momento che la partitura definitiva di questo tardo lavoro di Strauss è per 23 archi. Nel 1990 furono però scoperti in Svizzera degli abbozzi che hanno fatto pensare ad una prima versione più intima. Confrontando questi appunti musicali con la partitura finale, edita a Londra nel 1946, è stato possibile ricostruire il primo volto delle Metamorphosen, più raccolto, particolarmente consono allo spirito dolente con cui l’autore, sconvolto dai bombardamenti di Dresda e di Monaco, aveva iniziato a scrivere quello che sarebbe divenuto uno dei suoi lavori più emblematici.  
   
 

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