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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Maggio 2014
 
   
  CULTURA: REGIONI CHIEDONO REVISIONE A BOZZA DECRETO SPETTACOLI DAL VIVO

 
   
  Roma, 15 maggio 2014 - Rivedere alcuni aspetti del testo del decreto sullo spettacolo dal vivo, che il ministro della Cultura Dario Franceschini si appresta a portare all´attenzione del Consiglio dei ministri per l´approvazione, in modo da dare più slancio al settore, tenendo conto delle competenze delle Regioni, nell´ambito della riforma del Titolo V della Costituzione. Lo chiedono gli assessori alla Cultura delle Regioni, che oggi a Roma hanno esaminato la bozza del decreto, sollecitando in proposito un incontro con il ministro. All´incontro ha partecipato, in rappresentanza del Friuli Venezia Giulia, l´assessore Gianni Torrenti, che spiega come il provvedimento predisposto dal ministero presenti molte e positive novità normative, che però ridisegneranno il panorama nazionale dello spettacolo dal vivo partendo da un approccio regolamentare piuttosto che da una nuova legge, che prospetti un futuro al settore. Infatti il decreto del Governo, secondo le Regioni, pare accontentarsi di una riorganizzazione del sistema di contribuzione: una riorganizzazione che però sconta il rischio di un´ulteriore riduzione delle risorse a disposizione, già drasticamente diminuite nel corso degli ultimi 20 anni, mentre il nostro Paese deve e può fare della cultura uno degli assi portanti della sua crescita e del suo sviluppo. Al ministro le Regioni, come precisa l´assessore del Friuli Venezia Giulia, intendono quindi chiedere, rispetto al testo esaminato, maggiori competenze, specie in tema di gestione, all´interno naturalmente di una normativa quadro a livello nazionale, per dare omogeneità al settore. Parallelamente raccomandano di rivedere alcuni passaggi del provvedimento, laddove ad esempio esso sembra privilegiare solamente i teatri delle grandi città e non incentiva la possibilità di creare reti e di "vendere" le proprie produzioni, misurandosi con il mercato. Particolarmente attiva, ai lavori di oggi, la Regione Friuli Venezia Giulia, per la presenza sul proprio territorio di diversi grandi teatri, frequentati da un pubblico numeroso, affiancati da una importante rete di sale minori, cui si aggiunge la realtà del teatro della minoranza slovena, che secondo Torrenti rischia di rimanere un po´ "ingessato" dall´attuale impostazione del decreto.  
   
 

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