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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 21 Maggio 2014 |
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TUMORE ALLA PROSTATA , NUOVO TEST PREDITTIVO A 10 ANNI ,BIOPSIA MIRATA IN RMN E TERAPIE FOCALI CHE SALVANO VIRILITA’ E CONTINENZA LASER PER L’IPERTROFIA - RISPETTA IL CUORE E L´AMORE IX CONGRESSO NAZIONALE - UROP -UROLOGI DELL´OSPEDALITÀ PRIVATA – ABANO TERME (PD) 22 - 24 MAGGIO 2014
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Milano, 21 maggio 2014 - Dal 9° Congresso Nazionale Urop - Urologi dell´Ospedalità Privata, Abano Terme (Pd) 22 - 24 maggio 2014 - gli ultimi progressi medico scientifici per la diagnosi precoce, prognosi , e innovative metodiche mediche e chirurgiche per curare il tumore alla prostata che colpisce in Italia circa il 30% degli uomini over-50, con 43mila nuovi casi all´anno, ponendosi primo in classifica per diagnosi e incidenza . “Le recenti scoperte”, dice il dottor Stefano Pecoraro, Presidente Urop e Direttore dell’ Unità Operativa di Urologia e Andrologia Chirurgica della Clinica Malzoni di Avellino, “consentono ora di tracciare una sorta di carta di identità del tumore e una terapia sempre più accurata e personalizzata per la singola neoplasia”. Diagnostica Genetica Debutta in Italia un nuovo test genetico messo a punto nei laboratori di biologia molecolare di Salt Lake City, negli Usa, in grado di determinare la tipologia e l’aggressività del tumore. “Il test Prolaris”, spiega il dottor Stefano Pecoraro, tra i pionieri ad utilizzarlo, "indaga il Dna del carcinoma prostatico basandosi su un campione di tessuto ottenuto con la biopsia oppure durante l’intervento chirurgico. È in grado di predire la maggiore e minore aggressività del tumore, fornendo la valutazione del rischio di mortalità e del rischio di recidiva a 10 anni, quindi fornendo allo specialista preziose informazioni prognostiche. In questo modo l’urologo potrà stabilire la scelta del trattamento ottimale, valutare se sia meglio adottare una strategia di trattamento precoce, quando la natura del tumore si sia rivelata aggressiva, oppure una strategia conservativa o ‘di sorveglianza’, evitando gli effetti collaterali spesso conseguenti alla prostatectomia radicale. In sostanza il test genetico è in grado di valutare l´aggressività del tumore e la sua probabile evoluzione. I tumori della prostata non sono tutti uguali: per molti pazienti è indolente e cresce molto lentamente, in altri invece cresce molto velocemente. Ne consegue come sia importante valutare nella maniera più accurata possibile l´aggressività del tumore per determinare la prognosi del paziente e la strategia di trattamento più appropriato limitando le terapia inutili ( over-treatment-sovratrattamenti). Per valutare lo stadio del tumore rispetto agli esami tradizionali basati sui valori del Psa e il punteggio di Gleason che non riescono a rivelare quanto il tumore è aggressivo e con quale velocità si propaghi il test Prolaris definisce le caratteristiche geniche della malattia misurando l´attività di geni associati alla crescita del tumore. Utilizzato su pazienti con valori di Psa e Gleason identici, il test genetico ha rivelato come in realtà non tutti avessero lo stesso rischio di progressione di malattia e mortalità. Il test Prolaris si rivela quindi più attendibile come predizione della malattia, tanto è vero che secondo i risultati di un recente studio il 65% degli urologi coinvolti ha cambiato idea ‘terapeutica’ dopo i risultati del test Prolaris. Il test si rivela utile anche nei pazienti in cui la prostata è stata già rimossa per valutare la probabilità che la malattia possa ripresentarsi e decidere se eseguire o no terapie adiuvanti, come per esempio la radioterapia. Circa 200 pazienti sono già stati sottoposi al test in tutta Italia”. Il beneficio clinico del test Prolaris è stato dimostrato da studi clinici svolti in America e in Europa, che hanno coinvolto più di 2000 uomini con carcinoma della prostata con follow-up di circa 10 anni. La Urop, da sempre attenta a fornire ai pazienti servizi tecnologici ed innovativi, ha iniziato per prima una collaborazione scientifica con la Myriad Genetics per renderlo disponibile ai pazienti che necessitano di maggiori informazioni sul tumore che li ha colpiti. Il test è oggi praticabile in numerosi strutture facenti parte del network Urop, oltre che in centri oncologici come l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Biopsia Mirata In Rmn “L’indagine sulla presenza del carcinoma alla prostata”, continua il dottor Angelo Porreca, Direttore dell’ Unità Operativa di Urologia del Policlinico di Abano Terme, “ha oggi raggiunto importanti livelli di maggior sicurezza per il chirurgo e minor disagio per il paziente. Oggi, grazie alla Biopsia Prostatica Mirata in Risonanza Magnetica, è possibile effettuare una biopsia mirata nel punto esatto in cui si trova e cresce il tumore. Se la risonanza evidenzia un nodulo sospetto la biopsia viene eseguita direttamente durante la risonanza. Fino ad oggi la biopsia veniva guidata dall’immagine ecografica, che non riesce a distinguere il tessuto neoplastico da quello normale (ecograficamente il tumore ha lo stesso aspetto del tessuto normale). Senza l’ausilio della risonanza magnetica le biopsie alla ricerca della malattia si effettuavano con numerosi prelievi multipli per aumentare la possibilità di individuare il cancro. "La nuova tecnologia diagnostica risparmia al paziente il disagio dei multipli prelievi, riduce il rischio infezioni e aumenta il potere diagnostico della biopsia. Una tecnica assolutamente all’avanguardia, che sarà presentata in anteprima italiana proprio al congresso Urop “ Terapie Focali Quando lo specialista ritiene che non sia necessario asportare l’intera ghiandola si può ricorrere alle terapie focali. Il concetto di "terapia mirata" - che in sostanza è quello che presiede a tutte le terapie focali - governa da tempo il trattamento del cancro alla mammella (quadrectomia) ma viene solo da poco perseguito anche nella prostectomia. “Le terapie focali ablative dell’area tumorale che si trova all’interno della prostata”, dice il dottor Pecoraro, “consentono di non rimuovere l’intera ghiandola evitando gli invalidanti problemi di incontinenza e di impotenza, spesso conseguenti alla chirurgia radicale (secondo recenti dati 1milione e 200mila interventi l’anno nel mondo) e anche della radioterapia. Si tratta di tecniche non invasive in grado di eliminare piccoli tumori situati all´interno della prostata lasciando questa nella sua sede, risparmiando la maggior parte del tessuto. I vantaggi connessi sono numerosi e consistono nella distruzione delle zone specifiche interessate dal tumore preservando il tessuto sano e la funzione specifica della ghiandola, con effetti collaterali indesiderati temporanei e meno gravi di quelli conseguenti alla chirurgia tradizionale; possibilità di effettuare una eventuale susseguente prostectomia radicale, la radioterapia oppure altro intervento focale su altra area della prostata; il più delle volte la terapia focale può essere eseguita ambulatorialmente oppure con un solo pernottamento in ospedale. La scelta della tecnica focale più indicata dipende dalle dimensioni della prostata, dalla posizione del tumore e dalle sue dimensioni, dal livello del Psa ,dal grado di aggressività del tumore. Le principali metodiche focali sono: Interstitial Laser Therapy: una sottile fibra laser viene posizionata direttamente nella zona tumorale mentre la risonanza magnetica viene utilizzata per dosare l´energia con una precisione millimetrica. Il calore generato elimina i tumori di piccole dimensioni; Crioablazione. Una sonda costituita da un sottile ago inietta una soluzione liquida che avvolge il tumore e lo elimina per congelamento. E´ una tecnica particolarmente indicata nel caso di piccoli tumori localizzati; High Intensity Focused Ultrasound (Hifu). Utilizza onde sonore e con l´aiuto di scansioni Mri elimina con il calore piccoli tumori. La temperatura viene controllata "in diretta"; Elettroporazione irreversibile (Ire). Viene impiegato un dispositivo per far passare una corrente elettrica attraverso il tumore, questa crea delle piccole aperture che provocano la morte le cellule incriminate; Vascular mirata terapia fotodinamica (Vtp). Si opera utilizzando un farmaco (somministrato per via endovenosa) che distrugge le cellule tumorali eliminando i vasi sanguini che le alimentano. Il farmaco è reso attivo esponendolo a una luce di specifica lunghezza d´onda e posto in sito attraverso fibre collocate nella prostata”. Robotica Per Le Forme Avanzate Grandi speranze anche per quei pazienti che a causa di tumori più avanzati non erano prima candidati alla chirurgia robotica, che ora grazie all’impiego di visori tridimensionali e di microstrumenti capaci di rotazioni a 360 gradi consente di asportare la prostata “senza tagli” attraverso piccoli fori praticati nell’addome. “La più recente robotizzazione”, precisa il dottor Angelo Porreca, “permette ora di asportare la neoplasia e nel caso sia necessario anche i linfonodi (la via attraverso la quale la malattia si propaga ad altri organi). A fronte di un intervento oncologicamente adeguato il paziente può avere tutti i vantaggi sia in termini di ridotta invasività che in termini di recupero funzionale che la chirurgia robotica offre”. Radioterapia “Ampio è il capitolo del trattamento radioterapico” conclude infine il dottor Pecoraro, “si passa da quello standard (la Radioterapia Conformazionale Tridimensionale 3D-crt), alle sue sofisticate evoluzione che sono la Radioterapia con Modulazione di Intensità- Imrt, la Volumetric Modulated Arc Therapy - Vmat e la Igrt, la radioterapia guidata dalle immagini. Queste modalità di irradiazione permettono di modulare meglio l’intensità della dose e di colpire solo il tessuto prostatico malato risparmiando quello sano, la perfetta conformazione della dose rispetto al bersaglio e la riduzione dei tempi di trattamento La radioterapia, con le sue evoluzioni che consentono ora di erogare dosi sempre maggiori aumenta la possibilità di cura del tumore riducendo i rischi di tossicità rettale, vescicale e di impotenza si pone quindi nella terapia del carcinoma prostatico come valida alternativa all’intervento chirurgico” . Il Laser Per L´ipertrofia Rispetta Il Cuore E L´amore “Mentre il tumore alla prostata si conferma la neoplasia più diffusa tra gli uomini”, sottolinea il professor Giovanni Ferrari, Direttore all’Unità di Urologia e Andrologia dell’Hesperia Hospital di Modena, “un crescente aumento si registra anche per l´ipertrofia prostatica benigna (Ipb ), che colpisce oltre l´80% degli italiani over-50, con oltre 40mila Interventi all´anno." Non Provoca Impotenza Un laser al triborato di litio - Greenlight - si dimostra il mezzo vincente, in quanto vaporizza solo l’area interessata salvaguardando la sessualità e la continenza Durante l´intervento il chirurgo ha una visione nitida e può preservare le strutture nobili" - il rischio di deficit erettile passa dal 21 al 6% mentre la lesione dello sfintere dall´11% all´1%. In Italia esistono già 21 centri che impiegano questa metodica, con un incremento semestrale del 180%. L’assoluta validità di Greenlight rispetto alla Turp- la resezione endoscopica transuretrale della prostata (l’intervento chirurgico più usato finora) è stata confermata da importanti studi internazionali, Tra questi il recente studio Goliath, svolto su 281 pazienti di età intorno ai 65 anni in 9 Paesi, tra i quali l´Italia (con l’Ospedale Sant´andrea dell´Università La Sapienza di Roma) e pubblicato sulla rivista ufficiale della European Association of Urology Non Vieta Gli Anticoagulanti Precisa il professor Ferrari : “Rispetto alla Turp che può causare emorragie e richiedere trasfusioni, il laser al triborato di litio Grenlight grazie all´istantanea coagulazione dei vasi che evita sanguinamento, è l’unico trattamento che ci consente di intervenire in assoluta sicurezza anche con pazienti finora inoperabili e obbligati a portare il catetere per tutta la vita, come quelli con malattie cardiovascolari, della coagulazione e i portatori di stent endocoronarici in terapia con farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti che non sono più costretti a sospenderli, come invece avviene per gli interventi chirurgici tradizionali, Turp compresa e gli altri laser. Il ricorso a Greenlight sarà di importanza determinante in considerazione dell’aumento della popolazione affetta da ipertrofia prostatica e disturbi cardiologici in terapia anticoagulante. Altri notevoli vantaggi sono l’assenza di sanguinamento e il decorso postintervento senza trasfusioni (il ricorso a trasfusioni si riduce da 26% al 3%) Degenza Di Una Notte Non sanguinando il decorso postoperatorio è più semplice, il paziente soffre meno e il personale ospedaliero (medici e infermieri) è meno impegnato da urgenze. Si ha un più rapido ritorno alle attività lavorative (riduzione del 50% delle giornate perse) e il risparmio in giornate di degenza si traduce in risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale. Secondo dati pubblicati dal Ministero della Salute, la degenza media per la chirurgia dell’Ipb con tecniche standard va da 4,9 a 7,4 giorni mentre con il laser va da 2,1 a 3,3 giorni. Greenlight si effettua per via endoscopica in one day surgery con anestesia spinale o locoregionale. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una notte di ricovero e riprende le normali attività nel giro di una settimana”. Nel nostro Paese i centri che utilizzano questa tecnica laser sono al momento 21 con una casistica di circa 2000 interventi. |
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