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Notiziario Marketpress di
Martedì 27 Marzo 2007 |
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A TORRE ANNUNZIATA IL CENTRO RICERCA DI ENERGIA AMBIENTALE NASCE NUOVA SOCIETA’ PER ENERGIE ALTERNATIVE E TUTELA DEL TERRITORIO
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Torre Annunziata, 27 marzo 2007 - E’ nato a Torre Annunziata il “Centro di ricerca di energia ambientale”. La “Crea s. R. L. ” punta a diffondere educazione ambientale, con minor consumo delle fonti energetiche tradizionali e utilizzo delle energie alternative, mettendo a disposizione le proprie tecnologie per modellare le abitudini consumistiche del nostro secolo a favore dell’ambiente. “Da i dati statistici e le ricerche fatte nel campo – illustra Erman Di Rienzo, direttore tecnico della Crea – risulta ormai scontato che entro pochi decenni ci sarà un costo troppo altro per l’utilizzo del petrolio, perché è una fonte esauribile, il cui prezzo nel tempo non sarà più accessibile a tutti. La nostra idea è diffondere, a partire dal territorio che ci circonda, una nuova politica ambientale, accostando alle vecchie risorse energetiche, alcune alternative. In particolar modo quella solare, così da fare utilizzare di meno le risorse usuali”. Un tipo di lavoro che si rivolge a pubbliche amministrazioni, società e privati, partendo dall’educazione scolastica per arrivare allo sfruttamento delle nuove tecnologie, che il centro ricerca di energia ambientale ha a sua disposizione. “Stiamo lavorando per rientrare nel programmi didattici con questa nuova filosofia della tutela ambientale, puntando a fornire ai consumatori nuove forme di energia a cui aggrapparsi – continua Di Rienzo – Inoltre abbiamo a nostra disposizione nuove tecnologie, certificate dal Policlinico di Napoli, capaci di gestire l’ozono in grandi quantità e sterilizzare realmente e a fondo gli ambienti in cui viviamo e l’acqua. Ci tengo a precisare che l’ozono è il maggiore nemico della legionella, malattia che ha come habitat gli ambienti acquatici naturali e artificiali. E’ soprattutto per far fronte a queste situazioni, che ci mettiamo a disposizione degli enti pubblici e privati, per integrare le nostre tecnologie ai normali processi di sterilizzazione, che troppo spesso non riescono a far fronte a queste malattie”. . |
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