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Notiziario Marketpress di Venerdì 06 Giugno 2014
 
   
  “I SOLISTI VENETI” MARTEDI 17 GIUGNO 2014 ALLE ORE 21 NELLA CHIESA DI SANTA CATERINA A PADOVA

 
   
  Sotto il titolo Il Virtuosismo Strumentale Da Tartini Ad Oggi l’autentico evento culturale ha un significato e una costanza che trascendono le normali caratteristiche di un concerto. Non si tratta infatti semplicemente di sedersi per un’ora ad ascoltare selezionati frammenti di meravigliosa musica, ma di recarsi, una volta all’anno, nel luogo magnetico che custodisce la genesi ed il senso ultimo dell’intero Festival. Allora tutto s’illumina: l’antica chiesa padovana di Santa Caterina acquista significato supremo, in essa si conserva il sepolcro del geniale, introverso ma eloquente virtuoso di violino Giuseppe Tartini, al quale il Festival è dedicato sin dalla sua prima edizione e la cui profetica personalità ha segretamente indicato alla musica vie e mete ancor oggi, a quasi due secoli e mezzo dalla sua morte (Tartini si spense nel febbraio 1770), attuali. Un messaggio che non sembra essere stato sempre compreso ma che Claudio Scimone ed i suoi oggi mondialmente celebri “Solisti” hanno invece compreso benissimo in tutta la sua portata, lo dimostrano quarantaquattro “Veneto Festival” dedicati a Tartini in più di un cinquantennio (“I Solisti Veneti” celebrano proprio quest’anno il cinquantacinquesimo di fondazione) di attività! Difficile riassumere in poche parole l’eredità che Tartini ha lasciato alla storia della musica: certo il virtuosismo, egli fu un celebrato virtuoso e da qui il titolo del concerto del prossimo 17 giugno, ma anche e forse soprattutto la comunicazione. Tartini fu senza dubbio tra i primi ad imprimere alla musica un impulso introspettivo e un valore comunicativo fino ad allora inesplorati, in una direzione ormai apertamente romantica, e colpisce usare quest’aggettivo nella musica italiana della seconda metà del Settecento. La sua complessa, talora perfino ermetica sensibilità trovò espressione in partiture dal linguaggio personalissimo, essenzialmente tardo barocche nella forma, decisamente (pre)romantiche nel contenuto, punteggiate da annotazioni che ne svelano l’ispirazione e il segreto, ma che – ironico e suggestivo allo stesso tempo – egli scrisse con un misterioso alfabeto da lui inventato (ecco l’ermetismo!) che sarebbe stato decodificato solo nel ventesimo secolo. Ecco svelarsi la trama segreta di un programma, quello del prossimo 17 giugno, che cita autori altrettanto geniali (e altrettanto padovani, almeno d’adozione) quali Francesco Antonio Bonporti con quel Concerto in fa maggiore op. 11 n. 5 il cui movimento centrale – un suggestivo Recitativo – precorre senza anticiparle vie espressive che sarebbero divenute assai familiari a Tartini, o Pietro Antonio Locatelli (nel duecentocinquantesimo anniversario della morte) con il suo enigmatico Concerto in re maggiore op. 3 n. 12 detto Il Labirinto Armonico, irto di temerari itinerari armonici dei quali Tartini non sperimentò l’eguale nelle proprie composizioni pur mettendone a nudo la struttura nelle sue sapienti e profonde opere teoriche. Tartini stesso brilla nel programma, con il Concerto in la maggiore per violoncello e archi, ma poi ecco la magia, come sempre con “I Solisti Veneti”: non solo storia, non solo ammirazione del passato, nessun archeologismo, ma invece immediata identificazione del messaggio moderno, attuale e sua trasposizione nell’oggi stavolta rappresentato dalla Preghiera che Mannucci ha scritto nel 2014 e dedicato proprio a “I Solisti Veneti” (che la eseguiranno la sera del 17 giugno in prima esecuzione assoluta) ed infine volo al di sopra del tempo ma che dal tempo prende ispirazione quando a ideale ponte tra il passato – tutt’altro che remoto – di Tartini e il presente si prende Richard Strauss, nell’occasione quasi esatta del suo centocinquantesimo compleanno (nacque l’11 giugno 1864!), presentandone quel delizioso (e troppo poco eseguito) Duetto Concertino per clarinetto, fagotto, arpa e archi che concluderà la serata. Www.solistiveneti.it    
   
 

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